VIVIANI: «CON IL TEAM HO REAGITO ALLE CRITICHE FACILI». AUDIO

GIRO D'ITALIA | 18/05/2018 | 17:05
Elia Viviani centra il tris al Giro101 vincendo a Nervesa della Battaglia. «Tagliato il traguardo ho festeggiato invitando tutti alla calma per placare sul nascere le critiche facili dopo la sconfitta di ieri (dovuta, pare, al freddo e alla mantellina tolta nel momento sbagliato, ndr). Non mi piace essere giudicato troppo facilmente, tutto è sempre esagerato, per due giorni che non ero lì c’era già chi si chiedeva “dove è spartito Elia?”. Ieri a un tifoso ho sentito dire "che cosa ci fa qua?", in modo decisamente più volgare di come vi riporto la frase. Questa mattina ho letto i titoli dei giornali. Sono cavolate, ma danno fastidio. Con la squadra ci siamo confermati il punto di riferimento per gli sprint. Non ho passato giorni facili, ma oggi abbiamo dimostrato la nostra forza. Ieri i miei compagni hanno tirato più di 200 km per niente, ieri sera ci abbiamo bevuto sopra una birra e oggi ci siamo presentati al via più determinati di sempre. Ci tengo a ringraziare tutto il team, la mia famiglia ed Elena che credono sempre in me. Sono due anni che non disputo un grande giro, un giorno no ci sta» commenta il veronese della Quick Step Floors.

In conferenza, si sono approfonditi tutti gli aspetti solo accennati a caldo. A fondo pagina, il file audio da ascoltare.

Oggi è stata una vendetta di ieri?
«No, io parlerei più di vittoria di oggi. Con la squadra abbiamo ripensato a l’altro ieri quando abbiamo affrontato 200 km con il gruppo Chaves e anche ieri, sono state due giornate negative. Ma non dimentichiamo quel che ha fatto ieri Bennett: è stato incredibile la sua azione, con un’azione di 400 metri davanti come solo avevo visto fare a Sagan o Gaviria. Ieri ero davvero vuoto al traguardo, dopo la salita ero senza energia, magari abbiamo avuto anche una cattiva comunicazione via radio forse per via della pioggia per questo motivo può essere che quando ero rimasto dietro qualcuno dei miei era davanti a tirare. Ho davvero patito molto freddo mi sentivo poco bene dopo il traguardo. Ma di più non potevo fare, non so spiegare nel dettaglio è stato semplicemente un giorno no. Forse, anche perché è due anni e mezzo che non corro un gran tour. Ieri ci siamo fatti una birra per tirare su il morale e oggi i ragazzi sono stati straordinari tutto il giorno. Abbiamo messo Cavagna, che è il maggior talento in squadra secondo me, e Capecchi durante la tappa e gli altri si sono mossi nel finale. Dopo la salita mi hanno lanciato al meglio. È stato molto emozionante, di sicuro stamattina ero nervoso, perché non sapevo se le gambe mi avrebbero supportato».

Sabatini e Morkov hanno svolto un ottimo lavoro
«Il piano stamattina era fare il treno pulito perché dobbiamo sfruttare il fatto che il nostro è il migliore che c’è. Abbiamo affrontato una salita veloce come quella del Montello e abbiamo usato atleti come Stybar per tenere la posizione. Sabatini avuto problemi alla bici,  ma per fortuna già da inizio stagione con Morkov abbiamo avuto un bel feeling, ora mi conosce molto bene. Volevo arrivare nel finale da dietro, in buona posizione, ma rimanere incastrato. La Cannondale era piazzata molto bene, poi sono arrivati i Jumbo Lotto per Van Poppel i miei mi ha creato lo spazio giusto per lanciarmi. Ai -5-6km dall’arrivo tutti erano uniti per portarmi avanti, magari non si è visto ma hanno fatto un super lavoro i miei ragazzi. Quel che dovevano fare all’ultimo km oggi lo hanno fatto prima».

Hai corso da dilettante qui, ti ha aiutato conoscere le strade?
«Conoscevo anche la salita dei Tre Monti ieri, ma… (ride, NDR). Ieri siamo transitati da Treviso e le  conosco bene le strade, siamo anche passati davanti alla casa della famiglia Pinarello e ho subito capito dove eravamo. All’uscita di Treviso Nord mi sono ricordato dell’inizio carriera, dove avevamo la casetta della squadra Marchiol. Il Montello lo conoscevo perché l’hoaffrontato praticamente da tutti i possibili versanti, ho anche vinto due edizioni della Popolarissima proprio con il Montello e arrivo in volata e ripetere oggi uno di quei successi è stato molto bello».

Rispetto a Bennett devi contare più sulle tue gambe per la maglia ciclamino?
«Avere la maglia dal primo giorno da un lato è stressante per i traguardi volanti, magari penso spesso anche ad andare in fuga per prenderli, ma è quel che voglio e voglio portarla fino a Roma. Proveremo in tutti i modi per riuscirci. Abbiamo appurato che Bennett ci ha preso molti punti nelle tappe miste. Ad esempio a Gualdo Tadino non immaginavo di arrivare davanti mentre lui ci è arrivato. Forse a Iseo potrebbe guadagnare qualcosa. Di certo se ieri avevo 22 punti mi fa più piacere guardare ai 40 di oggi, ora devo difendermi. Arrivare due volte secondo dietro di lui nelle prossime due volate mi darebbe sicurezza matematica della ciclamino. Quindi sì, dipende dalle mie gambe, oltre che nel non avere più giornate no».

Come ti sei organizzato per domani e dopodomani?
«Avete visto in salita: ho sei compagni per arrivare all’arrivo. Solo uno fa classifica (Schachmann, NDR). Avere una squadra tutta per me mi rende le cose più facili, perché in salita fanno un ritmo gradevole per me e poi si mena in pianura per arrivare entro il tempo limite. Spero che anche gli altri abbiano mal di gambe e che non siamo solo in sei da domani! Nell’ultima settimana, di solito, è molto affollato l’ultimo gruppetto».

Come ti senti prima di una salita come lo Zoncolan
«Fa parte del nostro lavoro e so che se voglio arrivare a Roma le salite devo farle. Lo percepisci subito quando scendi dal letto se le gambe fanno male o no, sei preoccupato, fai strategia per sapere dove ti staccherai e come arrivare bene al traguardo. Inoltre domani prima dello Zoncolan anche le altre salite sono dure, non sono affatto pedalabili. Nelle prossime due tappa si capirà se il Giro sarà chiuso o no per la classifica generale».

A te non piace proprio andare in salita?
«Per me è una questione di caratteristiche, faccio tante salite in allenamento per poi affrontarle in gara meglio che posso. Ma sono un velocista e con le mie peculiarità mi sveglio di sicuro più felice quando la tappa è da volata».

Da Nervesa sulla Battaglia Diego Barbera


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COMMENTI
Viviani
18 maggio 2018 21:00 Fedy75
Tutti invidiosi..ma starsene zitti sul divano a guardare la tappa no eh!!!! Quando un atleta vince tutti pronti a criticare..quando un atleta non vince tutti pronti a criticare..pessimi..!!!!

Grande
18 maggio 2018 22:27 AleC
Non ci avevo fatto caso che erano due anni e mezzo che non correva un GT, poi mi sono ricordato che in Sky ha vissuto da separato in casa e poi c\'era sempre l\'uomo di classifica. Che poi mi ricordo un Cavendish che faceva le volate quando Wiggins (e Froome) correvano per la maglia gialla, insomma, si può fare i velocisti al GT anche senza treno...
A me un po\' commuove vedere uno come Stybar quanto si sta sacrificando e, in generale, è bello vedere come la Quickstep ha puntato su Elia.

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