GIRO D'ITALIA | 18/05/2018 | 07:55
Ha una circonferenza toracica democratica. Lì, nella sua Repubblica, c'è un sorriso per tutti. Lui canta il ciclismo e fa cantare i suoi cantori. Da Peter Sagan a Marco Pastonesi, da Sacha Modolo a Pier Augusto Stagi, da Alan Marangoni a Davide Cassani, passando per Angelo Costa e Alessandra De Stefano. Hanno intonato tutti strofe e ritornelli, nella sua Repubblica delle Biciclette. Che è stato un disco e ancor prima un concerto sui pedali, fino a diventare una testata giornalistica.
Guido Foddis, nella sua Ferrara, corre il suo 11esimo Giro d'Italia. E lo fa con con quello stesso piglio e quell'originalità che nel 2001 fece parlare di lui quando "feci una scommessa: compiere il Giro in bolletta, sopravvivendo con meno di 250 euro". Radio Deejay si interessò di lui, Radio Popolare e Radio Sound ne intuirono la capacità. "E io continuai a seguire il Giro. Ma anche a realizzare programmi radiofonici di satira". Con cui raccontare anche il derby ferrarese di calcio tra il Magnavacca e il Vaccolino, a Porto Garibaldi. "Sono stato musicista finché fare il musicista è stato un lavoro, sono stato giornalista finché fare il giornalista era un lavoro. Oggi per l'Agenzia delle Entrate sono un informatico".
Foddis, 44 anni, la partenza da Ferrara la guarda quasi dal balcone di casa. "Abito dentro le mura della città, non mi chiedano dove parcheggiare nel giorno del Giro", perché a casa sua posto non ce n'è. "Tanto più che a Nervesa della Battaglia neanche ci arrivo, ho un festival musicale a Mantova".
Il Giro per lui non è però un di più e la sua Repubblica delle Biciclette, nata nel 2010 proprio per un progetto comunale in vista della tappa Ferrara-Asolo, è qualcosa di serio. Innanzitutto nei numeri che la community su facebook riesce a collezionare. "Non racconto il ciclismo dei vincitori, ma degli altri 170 in corsa".
Perché guardare da un'altra prospettiva è una scelta che aiuta a prendere le cose alla leggera, in tutti i sensi: "Per il disco, guidai fino a casa di Sagan, a Zilina, in Repubblica Ceca: quasi 48 ore in auto, andata e ritorno. Rientrando, alle 4 di notte sulla via di Bratislava, ho sfasciato la macchina. Un gruppo di cervi aveva pensato bene di sdraiarsi al centro della carreggiata al mio passaggio...".
Stefano Arosio
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