Sam BENNETT. 10. Astuto, svelto e velocissimo l’irlandese della Bora Hansgrohe. Vince stando ben coperto fino alla fine, quando sbuca a doppia velocità per trafiggere tutti con la lancia in resta. Tagliente e letale la sua azione. Una rasoiata che fa male e lascia senza fiato. Lui grida la sua gioia, più che giustificato. Dopo tanti piazzamenti, la piazza.
Elia VIVIANI. 6. Sembra poco convinto, nel finale scivola nelle retrovie, ma Morkov e Sabatini se lo vanno a riprendere e lo portano là davanti, pronto per lo sparo. Lui fa tutto quello che deve fare, ma con meno cattiveria, con meno forza, con meno reattività del solito. Forse anche con meno gambe. Sceglie la ruota di Modolo, ma Bennett sceglie la sua: e sceglie bene.
Niccolò BONIFAZIO. 6,5. Almeno si butta, lotta e si fa vedere là in mezzo. È importante per la testa, prima di tornare ad avere una buona gamba.
Sacha MODOLO. 6. Il team di Fabrizio Guidi fa un grande lavoro, poi il veneto si muove con prontezza, saltando come un grillo. Sceglie ruote e traiettorie, disegna linee veloci, poi paga lo sforzo: ma almeno ha preso le misure.
Jakub MARECZKO. 5,5. Il piazzamento di Marechiaro non è nemmeno da buttare, ma quello che dispiace è che non entra mai per davvero nel vivo dello sprint. Rimane appena dietro. Proprio lì. Gli manca poco.
Manuel BELLETTI. 5. A un certo punto è lì in mezzo tra Bennett e Viviani. Potrebbe osare, provare a fare quello che, generalmente senza pensare, fanno i velocisti: ma lui pensa.
CHAVES-YATES. 10. Tutti danno per scontato che il team punti sul ragazzo britannico, ma non è così. Il colombiano che sorride è arrivato a questo Giro con una condizione non ancora ottimale, a differenza di Simon. Obiettivo di Esteban è arrivare alla terza settimana al top. Intanto, il fatto che Yates sia già al top è problema per gli altri, non certo per il team di Shayne Bannan.
Davide BALLERINI. 7,5. Il modulo di Gianni Savio è semplice quanto chiaro: 5-2-1. Cinque attaccanti (Vendrame, Torres, Masnada, Frapporti e Ballerini), due jolly (Francesco Gavazzi e Mattia Cattaneo), una punta: Manuel Belletti. Squadra concreta e compatta. Per il 6° giorno consecutivo all’attacco. Questa volta tocca a Davide, ragazzo di sicuro avvenire. Ha talento il 23enne ragazzo lombardo, e oggi si mette in mostra, con Markel Irizar della Trek Segafredo e Maxim Belkov della Katusha Alpecin. Tappa con epilogo già scritto, ma loro provano a mutare la trama.
Gerry RYAN. 10. Ha visto dall’emisfero australe i suoi ragazzi dell’ex Orica dominare la tappa dell’Etna. Per il signor Mitchelton è davvero un regalo meritato, dopo aver scelto di mettere sulla maglia dell’ex Orica-GreenEdge il proprio marchio del lusso. Mitchelton è un po’ di tutto: vigneti di pregio, alberghi top e superSpa nella Goulburn Valley, a nord-est di Melbourne. Per il general manager Bannan, che si avvale anche della consulenza di Alvaro Crespi (suo vero braccio destro), e del diesse Vittorio Algeri, il vero lusso è avere uno come Ryan al proprio fianco. Se è per questo, è un gran lusso per tutto il ciclismo.
Tim MERLIER. 10 e lode. Fa una volata impeccabile, perfetta, anche se sceglie il centro strada e quindi il vento in faccia. Ma ha lo spunto più rabbioso, più convincente, più cattivo ed efficace. Dà l’impressione di avere un paio...
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