GIRO. MONTEVERGINE, NUOVO ARRIVO IN SALITA. SEGUI IL LIVE

GIRO D'ITALIA | 12/05/2018 | 09:09
E’ stata una tappa di facile e agevole lettura, come l’altimetria e la distanza contenuta con l’itinerario che si è sviluppato lungo le splendide coste calabre. Un risultato che si può condensare nell’ordine d’arrivo dopo uno sprint di gruppo che ha visto uscire dalla ruota di Viviani che aveva “battezzata”, nei metri finali, con potenza e tempismo Sam Bennett, irlandese ma nato in Belgio della Bora-Hansgrohe, alla sua prima vittoria in un grande giro. Bennet ha in un certo senso “pareggiato” il conto con la medaglia d’oro di Rio de Janeiro nell’omnium dopo il confronto diretto, testa a testa, nella conclusione della terza tappa a Eilat, l’ultima in Israele, dove si era classificato terzo dopo il quasi contatto con il veronese. Alle loro spalle, nell’ordine, Bonifazio, Modolo, Danny van Poppel, Mareczko.

Una citazione di merito è per i tre protagonisti dell’abituale fuga di giornata, ossia Davide Ballerini, il russo Maksim Belkov e lo spagnolo Markel Irizar.
Immutati i leader delle classifiche. Qualcosa, in questo senso, oggi dovrebbe però muoversi, visto il finale assai impegnativo anche se non “impossibile”, per raggiungere il Santuario di Montevergine di Mercogliano, dove i pretendenti ai piani alti della classifica saranno chiamati all’impegno diretto.

Punta ancora e decisamente verso nord questa ottava tappa che riparte ancora da Praia a Mare e pone il traguardo a Montevergine di Mercogliano, in Campania, provincia di Avellino, un arrivo in salita  e GPM di 3^ categoria, più volte frequentato dalla corsa rosa. Anche nel 2016 la corsa, dopo la vittoria di Ulissi, era partita ancora dalla cittadina calabrese, così chiamata dal 1928, che delimita a sud il golfo di Policastro.

Il profilo altimetrico è dolcemente mosso fino alla scalata finale che conduce all’arrivo. Subito dopo il via si entra in Basilicata, provincia di Potenza, per Castrocucco, località posta su un piccolo rilievo, dove si stende la piana di Castrocucco, l’unica pianura del territorio di Maratea alla quale appartiene amministrativamente e che dista una quindicina di chilometri. Sono visibili i ruderi, purtroppo, della struttura dell’omonimo castello su un costone roccioso che sovrasta la spiaggia conosciuta come “a’Gnola” con sabbia finissima.

MARATEA. Maratea, nella sua varietà di proposte, è centro di antica e lunga storia con caratteristiche architetture e ben quarantaquattro fra chiese e edifici religiosi oltre che di varie attività artigianali. E’ stazione climatica e balneare, l’unica della Basilicata, per le note località disposte lungo la riva tirrenica. La grande e bianca statua del Redentore terminata nel 1965 che è, con i suoi 22 m. di altezza, la più alta d’Italia, si staglia, visibile da molto lontano sul belvedere della cima del monte S. Biagio che regala uno straordinario colpo d’occhio panoramico che spazia dai monti al mare.

E’ stata sede della 7^ tappa del Giro 1965 con partenza da Potenza. Il primo a passare il traguardo fu il vulcanico abruzzese Vito Taccone ma la vittoria fu assegnata al parmense Luciano Armani per volata giudicata scorretta del “camoscio d’Abruzzo” e relativa, fiammeggiante, polemica. L’indomani la partenza della Maratea-Catanzaro, vinta dal belga Franz Brands con Bruno Mealli, corridore della numerosa stirpe aretina dei Mealli, che indossò la maglia rosa, e senza discussioni stavolta, come invece era accaduto nel 1963 con Marino Fontana con entrambi che rivendicavano la legittimità della loro maglia tricolore. Un fatto che provocò ricadute e prese di posizione molto forti.

AGROPOLI. Si entra in Campania, provincia di Salerno, per Sapri, cittadina di tradizioni balneari disposta in una bella baia, già nella zona del Cilento, dove si ricorda la tragica spedizione di Carlo Pisacane, nobile napoletano (Napoli 1818-Sanza 1857) d’idee socialiste egualitarie, che con circa trecento compagni sbarcò nella zona di Sapri il 26 giugno 1857 per sollevare la popolazione contro i Borboni che regnavano sulle Due Sicilie. Molti dei ribelli, fra i quali Pisacane, perirono nei combattimenti nella zona del Cilento, pochi giorni dopo. Il fatto storico è ricordato dalla celebre poesia “la spigolatrice di Sapri” di Luigi Mercantini (Ripatransone 1821-Palermo 1872), poeta e patriota, considerato il cantore del Risorgimento italiano, con il notissimo ritornello ricorrente che recita “Eran trecento, eran giovani e forti e sono morti”.

Nel 1974, Giro d’Italia n.57, il belga Roger De Vlaeminck vinse la Sorrento-Sapri e, il giorno dopo, nella Sapri-Taranto il vincitore dello sprint fu Piermattia Gavazzi. Si supera Policastro Bussentino, altra località del turismo balneare e si continua lungo la litoranea della costa cilentana di peculiare bellezza naturalistica e limpidezza del mare. Si lascia la costa per una strada più interna con gli svincoli per gli abitati di Poderia, Centola, Ceraso, Vallo di Lucania, Vallo Scalo, tracciato che si sviluppa sui rilievi del Cilento e ritornare lungo la costa, dopo lo svincolo di Prignano Cilento, ad Agropoli. E’ uno sviluppato centro d’attività turistica, soprattutto balneare, con aziende del terziario e dei servizi, ma è molto visitato anche il centro storico con l’antico castello di Rocca Cilento. La produzione locale propone mozzarelle di bufala campana DOP, il caciocavallo e altre specialità casearie, olio d’oliva, pregiati fichi secchi o al cioccolato. Nel 1984 la tappa della corsa rosa Policoro-Agropoli ha visto prevalere il baffuto velocista elvetico Urs Freuler mentre quella successiva, breve, con arrivo a Cava de’ Tirreni, registrò il successo del norvegese Dag-Erik Pedersen, diventato a fine carriera telecronista di ciclismo.

La corsa, entrata nel territorio di Capaccio Paestum dove sorge anche l’importantissimo sito archeologico di Paestum, nella piana del fiume Sele che poco oltre sfocia nel Tirreno, dove sorgeva l’importante e antica città greca di Poseidonia, così chiamata in onore della dea del mare, ricco di straordinari monumenti archeologici. Visse il suo periodo di maggior splendore fra il 560 e il 440 d.C. – Fra i gioielli di valore spiccano, nelle diffuse aree archeologiche, i Templi dedicati a Nettuno, Atena e la cosiddetta Basilica e quindi  la tomba del Tuffatore, il Forum unitamente ad altri motivi. Di particolare interesse è il Museo Archeologico Nazionale. Il sito di Paestum è stato riportato alla ribalta alla metà del 18^ secolo dopo un lunghissimo periodo d’abbandono. Grande impulso a nuovi scavi, con rilevanti risultati, si può ricondurre al periodo dopo la II^ guerra mondiale.
La lunghissima spiaggia (12 km. circa) alimenta la corrente turistica balneare unitamente a quella culturale. Fertilissima è la zona con variate colture fra cui spicca il carciofo e le squisite mozzarelle di bufala campana, note a livello internazionale.
E’ qui nato (1886-Milano 1982) Camillo Bertarelli di famiglia milanese, professionista dal 1908 al 1921, legato da parentela con i fratelli Achille (Milano 1863-Roma 1938) e Luigi Vittorio Bertarelli (Milano 1859-1926). Il primo è stato collezionista d’arte e scrittore e a lui è intitolata l’importante Civica Raccolta Stampe al Museo Sforzesco di Milano e fra i cinquantacinque velocipedisti fondatori, con il fratello geografo Luigi Vittorio, del Touring Club Ciclistico Italiano – l’attuale Touring Club Italiano – del quale è stato il primo presidente.

SALERNO. Dopo la località di Isola Verde si raggiunge Salerno, la seconda città della Campania con lunga e varia storia, al centro dell’omonimo golfo. E’ famosa per la Scuola Medica Salernitana, fondata nel 9^ secolo, a lungo all’avanguardia nel settore specifico modernizzate nell’attuale Università.
Nel 1943, il 9 settembre, con l’operazione Avalanche, gli Alleati sbarcarono nel golfo. Salerno fu anche, sempre nel periodo della II^ guerra mondiale, la “capitale del regno d’Italia”.

Ha industrie di vario genere, soprattutto nel settore della ceramica, con l’attivissimo porto sia nel settore mercantile, sia in quello del turismo. E questo comparto è assai sviluppato e visitato come il lungomare Trieste, il centro storico, il Giardino della Minerva, il castello medievale che sorge sulle alture, a m. 300 circa, dedicato al duca longobardo Arechi II^, con spettacolare vista sul golfo, la Cattedrale che contempera vari stili, i musei e altro ancora. Molteplici sono le personalità, in diversi settori, legate per nascita o altro a Salerno.

Alfonso Gatto, poeta e scrittore salernitano
(1909-Orbetello 1976), è stato inviato al Giro d’Italia per tre anni dal quotidiano l’Unità e si ricorda per un famoso attacco di un suo articolo che così recita “Tutti primi al traguardo del mio cuore”. Qualcuno accredita la versione che aveva iniziato così perché aveva smarrito l’ordine d’arrivo…
Il Giro d’Italia ha posto sovente il traguardo di tappe in città con vincitori di spicco come Giuseppe Azzini nel 1913, Alfredo Binda 1929, Allegro Grandi 1930, Fausto Coppi 1949, Miguel Poblet 1956, Rudi Altig 1967, Moreno Argentin 1985, Rolf Sorensen 1995.

Il percorso interessa poi Baronissi e Mercato San Severino, due centri popolosi nella fertile area dell’Agro Nocerino-Sarnese, dove si coltiva il noto pomodoro San Marzano DOP.
Sempre lungo la strada statale denominata dei Due Principati che collega Salerno ad Avellino, c’è quindi il passaggio in questa provincia per Montoro, zona di viva passione per il ciclismo con l’A.S. Montoro 1927 – novant’anni di vita - che organizzava una gara di primo piano nazionale per i dilettanti, fondata da Francesco Arminante – noto come don Ciccio -, i fratelli Nicola e Simone Vietri, Paolo Trucillo. Ora cura soprattutto l’attività giovanile. Nativo di qui è Vincenzo  De Caro (1955), corridore professionista per tre stagioni alla fine degli anni ’70. Segue Celzi, frazione del comune di Forino, Bellizzi Irpino, frazione a sud del capoluogo Avellino in zone dove sono diffusi i noccioleti.

MONTEVERGINE. Si raggiunge l’ambito comunale di Mercogliano, comune che ospita l’arrivo al termine della salita del Santuario di Montevergine, passando dapprima per la sua frazione di Torrette, poi nel territorio di Ospedaletto d’Alpinolo, comune con caratteristica struttura e noto per la produzione artigianale di squisiti torroni.

Intanto, poco prima di Mercogliano, ha inizio la salita finale di km. 17,1 che supera un dislivello di m. 856 con pendenza media dl 5% e la massima, prima di metà ascesa, del 10%. E’ un’ascesa ben conosciuta dalla corsa rosa, GPM di 2^ cat. a quota m. 1260, che qui ha fissato il traguardo nel 1962 con il successo del belga Armand Desmet poi, in successione frequente, nel 2001 Danilo di Lica, Damiano Cunego nel 2004, ancora Di Luca nel 2007 e nel 2011 il belga Bart De Clercq.

Il complesso del Santuario che venera il quadro della Madonna di Montevergine è monumento nazionale e ogni anno è visitato da circa un milione e mezzo di pellegrini, soprattutto dall’Italia meridionale. La storia d’origine del santuario si lega alla figura di Guglielmo da Vercelli, monaco eremita qui stabilitosi tra l’XI^ e il XII^ secolo, fondatore della congregazione Verginiana. Una funicolare, dal 1956, collega Mercogliano a Montevergine in soli 7 minuti con uno spettacolare tragitto fra boschi di faggi e castagni e panorami sempre più a vasto raggio. La nuova abbazia, in stile neoromanico, è una delle sei abbazie territoriali italiane e fu consacrata nel 1961. Affianca le costruzioni più antiche del complesso che presenta molteplici d’interesse.
Di notevole rilievo è, nell’abitato di Mercogliano di ben conservata impronta medievale, una pregevole realizzazione monumentale e culturale come l’Abbazia di Loreto.

Giuseppe Figini
(dal Tv Roadbook del Giro d'Italia)

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