GIRO D'ITALIA | 08/05/2018 | 17:50 Tim
Wellens (Lotto Soudal) coglie la vittoria sul traguardo di Caltagirone al Giro d'Italia 2018 e commenta
così il suo secondo successo in rosa, che segue il trionfo di
Roccaraso nel 2016: «Sono davvero contento e devo ringraziare i miei
compagni. Oggi era una tappa insidiosa, piena di trabocchetti
dall'inizio alla fine, curve e controcurve, su e giù continui. La
squadra mi ha protetto e nel finale sono riuscito a prendere un buon
margine grazie al lavoro di Lars Back e Adam Hansen che mi hanno
portato nella posizione migliore sullo strappo finale, dove a 200 mt
ho semplicemente pensato a dare tutto».
In conferenza stampa ha approfondito il discorso entrando più nello specifico della tappa e dei suoi obiettivi non solo nella corsa rosa, ma anche di stagione. A fondo pagina il file audio da ascoltare.
Questa tappa è stata definita come la Liegi di Sicilia, sei d'accordo? «Abbiamo controllato prima il percorso per bene e sapevamo che era pieno di insidie e curve ed era molto importante stare sempre davanti a controllare la corsa ed è proprio quel che è successo. La media è rimasta piuttosto lenta»
Quando ti sei accorto che hai vinto il duello con Battaglin? «Non sono stato sicuro finché non ho passato la linea del traguardo. Ai 250 metri è partito Battaglin e io ho tentennato un po’, sono ripartito ai meno 100 metri e l’ho passato, ma ho realizzato di aver vinto solamente quando ho tagliato in modo definitivo la linea del traguardo».
Rispetto alla tua prima vittoria quali sono le tue sensazioni? «È completamente diversa se la paragono con il mio primo successo. In quel caso quando mancavano 10 km e sapevo già di aver vinto. Decisamente è molto meglio quando batti tutto il gruppo completo invece che quando batti solo i compagni di fuga».
Hai una dedica particolare per questa vittoria? «Senza dubbio è per la squadra, perché tutti hanno creduto alla vittoria e hanno combattuto per questo sin dall’inizio. Mi hanno aiutato per arrivare nella perfetta condizione e nella perfetta posizione negli ultimi metri in salita. Guardate ad esempio Adam Hansen che ha fatto una volata lunghissima per portarmi sotto nel migliore dei modi».
Quanto avevi preparato questa tappa? «Tutto era pianificato al meglio: prima della tappa abbiamo controllato sul web il percorso e l’altimetria. Potete vedere dalle immagini che tutti abbiamo lavorato in modo organizzato per questa tappa e tutto è andato secondo i piani. Sono molto felice del risultato».
Secondo è stato Woods, lo conosci e sei sorpreso della sua prestazione? «È da un po’ che va molto forte, lo conosco bene. Era sempre davanti nelle Classiche, dunque non sono così sorpreso del suo piazzamento»
Hai un'altra tappa da puntare in questo Giro? Il Mondiale è troppo duro per te? «Viviamo giorno dopo giorno qui al Giro, sono già contento con questo successo ma ora dopo la vittoria sono più rilassato e potrei puntare a una seconda tappa. In realtà, anche i miei compagni stanno andando molto forte e non mi stupirei che uno di loro vincerà una frazione. Vedremo i piani man mano con la mia squadra. Sono andato a fare una ricognizione del percorso, mi sembra molto duro ed è l’obiettivo di tanti corridori. Noi avremo naturalmente tanti leader con il Belgio».
Hai capito esattamente che tipo di corridore sei? «Penso di essere un corridore che può puntare alle tappe nei grandi Giri. E sono soprattutto un uomo di Classifiche e tra queste mi piace soprattutto il Lombardia, vorrei tanto vincerlo un giorno. Ma non penso proprio di essere un uomo da classifica».
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