Elia VIVIANI. 10. Gli chiudono la porta in faccia, e lui con assoluta semplicità la riapre per entrare e festeggiare l’ennesima vittoria. Sia ben chiaro, al Giro il parco dei velocisti è quello che è, e Elia è di gran lunga il più forte, il più dotato, il più qualificato a recitare il ruolo del primattore. Lui è un gigante, in un mondo lillipuziano. Anche se non è mai facile vincere. Soprattutto continuare a vincere, con regolarità e frequenza. Lui è di un altro livello, in questo Giro sembra essere anche di un altro pianeta. Difatti è una stella.
Sacha MODOLO: 8. Oggi c’è, eccome che c’è. Dopo la stecca di Tel Aviv, prende le misure e arriva lì, appena dietro l’amico e collega Viviani. Sacha ha tutto per essere l’alter ego del veronese: deve solo crederci. Fino in fondo. Fino alla fine.
Sam BENNETT. 6,5. Non fa una bella volata, ma lo vogliono far passare per assassino: non è così. Fa una mezza scorrettezza ma capisce ben presto quello che sta facendo, e corregge il tiro: non insiste. Viviani è bravo a fargli sentire la presenza, lui è intelligente a non fare lo stupido. Perde, ma con onore.
Jakub MARECZKO. 6. Marechiaro Mareczko si tuffa ancora una volta con coraggio nella mischia. Questa volta attende che si muovano gli altri, ma non gli resta altro che osservare da dietro la volata dei più veloci. Danny VAN POPPEL. 5. Se non fa vedere qui quello che vale, non so dove possa farlo vedere. Per il momento vale molto poco.
Giuseppe FONZI. 7. Lavora come un matto, per il suo capitano, per il suo velocista principe, Kuba Mareczko. Con la semplicità di chi è pronto a dire: Ehi, sono Fonzi.
MARCO FRAPPORTI. 7. Corre per un’azienda di Giocattoli, ma non gioca, fa maledettamente sul serio. La sua è una passione, ma oggi è soprattutto una professione e la svolge con assoluto senso di responsabilità e abnegazione. C’è da andare all’attacco, per dare un senso al Giro. Ci va con Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy) ed Enrico Barbin (Bardiani CSF): due che ormai fanno coppia fissa.
Enrico BARBIN. 7. Marca stretto il canadese Boivin. Tra l’accademico e la birba c’è marcatura ferrea: alla Gentile con Maradona. La sfida di giornata, anche oggi, la vince il bergamasco della Bardiani CSF. Sarà lui a portare in Italia la maglia azzurra dei grimpeur.
Alessandro DE MARCHI. 7. Nel deserto lavora come un cammello. Tira a più non posso, per la causa della maglia rosa, che alla fine ringrazia il rosso di Buja. Infaticabile.
Domenico POZZOVIVO. 6. Pollicino, come tutti i suoi colleghi, ha dovuto fare i conti con il vento, ma soprattutto con il caldo torrido. Lo staff del Bahrain, oltre a fornire ad ogni corridore una borraccia di acqua e sali e delle compresse di cloruro di potassio a lento rilascio, ha fatto ricorso ad un curioso stratagemma: per dare un po’ di refrigerio ai rifornimenti, i corridori sono stati dotati di collant pieni di ghiaccio tritato da posizionare sul collo per un temporaneo sollievo. Pollicino, per un attimo, si è sentito come Pippicalzelunghe.
Lance ARMSTRONG. 2. È in Israele, al Giro d’Italia, ma da comune cittadino, da abusivo, intruso e sgradito al mondo del ciclismo e allo sport tutto. È stato intercettato da Marco Bonarrigo del Corriere della Sera, che ha raccolto alcuni suoi pensieri. «Leggo che le squadre hanno fatto venire cuochi e cibo dall’Europa per non rischiare problemi di salute. La chiamano, giustamente, professionalità. Ma quando, vent’anni fa, io ho avuto l’idea di portare al Tour la cucina da campo e uno chef, mi hanno dato dell’arrogante». Non per questo, Lance. Non per questo.
è da retrocedere all'ultimo posto. Volata scorretta per cambio di linea prolungato. Secondo me la giuria doveva sanzionare. Sam BENNETT può fare queste cose perchè, Viviani a parte, questo Giro è carente di sprinters "veri" e "maturi".
Viviani ed il suo treno
7 maggio 2018 08:54geo
Viviani dice che preferisce scalare le posizioni per fare la volata, in realtà perde costantemente le ruote dei compagni che fanno un lavoro ineccepibile fino all'ultimo.
Viviani è però nettamente il più forte e quindi può vincere in ogni modo: però, cari commentatori televisivi, diciamolo: se ci fosse stato un Greipel o Kittel o Kristoff, un comportamento così di Viviani lo avrebbe visto battutto.
Dott. Stagi,
7 maggio 2018 15:38Fra74
non ci siamo proprio. Non per questo. Non per questo. Due pesi, due misure, non sempre UNO vale UNO nel mondo del Ciclismo, dato che il trattamento che Lei riserva al TEXANO non è la stessa che sempre Lei ha riservato ai vari IVAN BASSO e compagnia di squalifiche. Ahi, Dott. Stagi, così non si fa per essere l'AMICO di TUTTI ed il NEMICO di UNO SOLO.
Francesco Conti-Jesi (AN).
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