Elia VIVIANI. 10. Settimo sigillo stagionale (55 in carriera), secondo al Giro (dopo quello di Genova di tre anni fa), 28° hurrà stagionale per il suo team: Elia si fa trovare al punto giusto (dietro a Bennett) al momento giusto (quando scatta Mareczko). Il suo team fa molto prima della volata, poi il veronese si mette un proprio e fa tutto da solo. Non è mai facile vincere, men che meno quando hai tutti i favori del pronostico e non puoi sbagliare. Lui ormai ha statura internazionale. Ha un bagaglio tecnico di assoluto valore e lo mostra tutto.
Jakub MARECZKO. 8. Marechiaro non sbaglia nulla, anzi, s’inventa il colpo a sorpresa con grande acume tattico e assoluto senso del tempo. Spera di prenderlo il tempo, e lo prende a tutti, non a Viviani che ha un altro passo. Un’altra cilindrata, un’altra storia. Ma per Jakub questo è in ogni caso un secondo posto di valore.
Nicolo BONIFAZIO. 6,5. È lì, in scia a Jakub, ma lì resta, con le gambe dure e la bici pesante.
Cesare BENEDETTI. 7. Svolge un grande lavoro nel finale sciroppandosi chilometri con il vento in faccia per il capitano Sam Bennett. Sempre presente, sempre utile, sempre umile. Semplicemente prezioso.
Sam BENNETT. 5,5. È il vero sconfitto, dopo un grandissimo lavoro svolto dai Bora. È lì, con Viviani a ruota, poi assiste allo spettacolo tra Viviani e Mareczko, da spettatore.
Sacha MODOLO. 5. Troppo lontano, mai nel vivo della volata. È chiaro che deve carburare, ma oggi appare ingolfato.
Andrea GUARDINI. 4. Nel momento clou dello sprint è risucchiato dai flutti.
Rohan DENNIS. 10. Nella città dei divertimenti si diverte solo l’australiano della Bmc, che si prende il giorno dopo ciò che pensava di poter meritare già ieri. L’idea è di due strateghi italiani, Piva e Sciandri, che a 60 km dal traguardo decidono di lanciare i rossoneri per preparare la volata al loro capitano, e cercare in questo modo di raccogliere abbuoni preziosi per la classifica. È così che l’ex primatista dell’ora si toglie lo sfizio di togliere la maglia rosa a Dumoulin, che ieri gliel’aveva negata per soli 2”. Per la serie: chi la fa, l’aspetti.
Tom DUMOULIN (uno). 6. Nella tappa che arriva a Tel Aviv, la città che non dorme, l’olandese volante si fa volutamente una bella pennica, manco fosse uno spagnolo. Vede i BMC in testa al gruppo per chilometri, ma lui resta sereno e tranquillo come pochi. Perché dannarsi l’anima, perché agitarsi, perché farsi degli amici con un team che può tornare utile: ieri lo scherzetto, oggi un giochetto. Di prestigio.
Davide BALLERINI. 7,5. Non poteva che essere un Davide a dare il là alla prima fuga di questo Giro d’Italia numero 101 partito da Israele. Il ragazzo della Androni Giocattoli Sidermec si porta dietro Lars Bak (Lotto Fixall) e poi su di loro si riporta anche un “accademico” della Israel, il canadese Boivin. Davide fa una grande cosa, ma non sarà l’unica. Per dirla con Mario Androni: Unico Plus.
Guillaume BOIVIN. 8. Il canadese non si dà per vinto, e dopo il traguardo volante vinto da Dennis, ritorna all’attacco. Non si dà per vinto il bravo corridore dell’Academy, che fa poca accademia: è più concreto che mai. Meritava maggiori fortune.
Enrico BARBIN. 8. La corsa è corsa, poche storie, al diavolo il fair-play e tutti gli ammennicoli vari. Siamo in Terra Santa, è vero, ma non si può pretendere che i corridori recitino anche le giaculatorie. Il ragazzo della Bardiani CSF sa che in palio c’è la prima maglia azzurra degli scalatori, e nonostante Boivin, Ballerini e Bak siano al vento da chilometri, lui non si fa perdere l’occasione. Sullo slancio dei BMC la fuga viene annullata proprio in prossimità del GPM e il ragazzo dei Reverberi ne approfitta per mettersi alle spalle Boivin e Ballerini, che qualche santissimo dovrebbero averlo invocato.
Alessandro DE MARCHI. 8. Grande lavoro del friulano, ma di tutta la BMC, guidata alla perfezione da Maximilian Sciandri e Valerio Piva. I rossoneri apparecchiano la tavola a Rohan Dennis, che con ventiquattro ore di ritardo si prende ciò che pensava ormai sua: la maglia rosa. L’8 è per tutti e per tutto.
Tom DUMOULIN (due). 10. Mangerà anche riso, pomodori e zucchine grigliate immediatamente dopo la corsa, ma l’olandese divora anche libri. Legge di tutto. È una sua passione. Romanzi, racconti e libri sulle città d’arte. Ma legge anche cose che riguardano il suo sport, come quello dedicato a Gino Bartali. «Oh, sì. Due anni fa, proprio al Giro, un giornalista mi ha regalato un libro su di lui. L’ho letto con piacere. So delle sue imprese in bici e di quanto ha fatto per salvare gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. È un onore per me», ha risposto ieri in conferenza stampa. Ha testa il ragazzo olandese. Legge e si documenta. E pensare che molti suoi colleghi faticano a leggere il Garibaldi.
Tim MERLIER. 10 e lode. Fa una volata impeccabile, perfetta, anche se sceglie il centro strada e quindi il vento in faccia. Ma ha lo spunto più rabbioso, più convincente, più cattivo ed efficace. Dà l’impressione di avere un paio...
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