COMO, BETTINI E... IL LUOGO DEL DELITTO

INIZIATIVE | 15/09/2017 | 09:37
Sono state un paio d’ore piacevolissime e godibilissime quelle regalate da Paolo Bettini ai molti appassionati delle due ruote che hanno risposto all’invito di CentoCantù in funzione della promozione dell’arrivo del prossimo Giro di Lombardia del 7 ottobre sul Lungolario di Como.

Sono passati poco più di dieci anni da quando il “grillo” livornese ha trionfato sul traguardo di Como nel 2006, in maglia iridata, in solitaria, dedicando la vittoria alla memoria del fratello Sauro, vittima pochi giorni prima di un fatale incidente stradale, dopo il successo conseguito sul medesimo traguardo nel 2005. Una “doppietta” straordinaria con Paolo Bettini che ha espresso i sentimenti più intimi e le sensazioni che l’hanno accompagnato nell’impresa del 2006.
Il traguardo di Como riveste quindi, per molteplici motivi, umani e sportivi, un significato particolare per il livornese.

I convenuti nella bella e prestigiosa sede della Canottieri Lario “G. Sinigaglia 1891”, ornata di gloriosi trofei di gran pregio, hanno avuto la possibilità di rivivere e vivere, attraverso i ricordi proposti in modo brillante e profondo, con acute osservazioni e le riflessioni proposte, i momenti più significativi della carriera del campione toscano. Un campione sbocciato dopo un lungo periodo d’apprendistato e che si è caratterizzato in gruppo per la sua capacità di rapportarsi con i compagni – italiani e non -, a tutti i livelli, dando e ricevendo rispetto e amicizia, come ha dichiarato.

Ha ricordato ancora con commozione, il Giro di Lombardia del 2006 quando voleva arrestare la sua corsa e anche la sua carriera al Ghisallo per lasciare la maglia iridata al santuario in memoria del fratello. E’ stato determinato a proseguire e “portato su” con l’incitamento morale del suo gruppo d’amici e ha ricordato pure l’atteggiamento di rispetto e amicizia del gruppo intero nel tratto di corsa compreso fra l’inizio della strada costiera del lago che va da Lecco a Bellagio, prima del Ghisallo. Era stata organizzata dal gruppo una disposizione, pedalando in formazione lungo una strada ricca di curve, quasi a formare una fascia di rispetto e protezione nei suoi confronti così come l’incitamento e lo sprone a proseguire da parte di tutti i famigliari anche di Sauro.

 Ha ricordato pure con piacere che i battuti del podio mondiale di Salisburgo nel 2006, che rispondono ai nomi di Zabel e Valverde, l’abbiano portato in trionfo dopo che il Grillo li aveva infilati e infilzati all’arrivo passando fra maglia e pelle, come scriveva il grande Mario Fossati. Ha rammentato pure la soddisfazione particolare provata ed espressa eloquentemente con i gesti per la vittoria iridata di Stoccarda dopo le feroci polemiche della vigilia che l’avevano proposto quale bersaglio.

E poi l’emozione e il prestigio derivati dal trionfo con l’alloro olimpico di Atene, il ricordo dell’amico Franco Ballerini con Alfredo, senza cognome (facilmente individuabile, Martini), i tempi della Mapei della famiglia – in tutti i sensi – Squinzi con la presenza del responsabile Mapei Sport Claudio Pecci e di Andrea Morelli, la simpatia unica nel ricordo di Michele Scarponi. Una lunga serie nella quale rientrano il suo d.s. alla Quick Step, il bergamasco Serge Parsani, il primo a indicarlo con il soprannome “grillo”, e poi Alessandro Tegner, addetto stampa ma soprattutto amico, come Davide Bramati, il comasco Luca Paolini e molti, tanti, tantissimi altri, corridori, d.s. e personale.

E’ entrato poi nella vicenda non finalizzata della squadra che doveva essere costituita dal pilota di F1 Alonso, dei suoi progetti, della sua esperienza quale Commissario Tecnico, con progetti ad ampio raggio nel ciclismo inquadrato in molteplici realtà e dinamiche, vissute nei vari ruoli. Troppo lungo è il “palmarès” di Paolo Bettini. Ci vorrebbe una seconda puntata anche perché lui stesso ha dichiarato il suo legame, sentito, con il capoluogo lariano visto anche come sede ideale dell’arrivo del Giro di Lombardia.

In tema di Olimpiadi Bettini ha poi colloquiato con i presenti fra i quali Sara Bertolasi della Canottieri Lario con all’attivo la partecipazione a tre Olimpiadi.
Una serata di successo condotta da Fabio Cavagna del quotidiano La Provincia con Dino Merio e i molti amici, più amici che sponsor, istituzionali e privati, che sostengono le frequentissime e lodevoli iniziative di CentoCantù del presidente Paolo Frigerio e dei suoi collaboratori per il ciclismo lariano, ma non solo.

g.f.
foto di Giuseppe Castelli e Federico Viotti


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