PROFESSIONISTI | 01/06/2017 | 12:47 L’emozione è ancora viva, ma può essere affrontata ora a mente fredda. E Mauro Vegni, direttore della Divisione Ciclismo di RCS Sport, accetta di analizzare con tuttobiciweb il Giro d’Italia che si è concluso domenica a Milano.
«Posso dire di essere soddisfatto. Sotto l’aspetto organizzativo non potevamo davero aspettarci di più, sperare di fare meglio di così è davvero difficilissimo ma noi lavoreremo per riuscirci. Credo cheabbiano sbagliato quei pochi corridori che hanno scelto di non venire al Giroe mi complimento con chi invece ha accettato la sfida, ha lottato e ha dato spettacolo. E mi piacecitare l’esempio di Gaviria che, pur avendo vinto quattro tappe al suo primo Giro d’Italia, ha deciso di restare in corsa per portare la maglia ciclamino a Milano, affrontando l’ultima settimana che certo non era adatta a lui».
Un Giro sempre più vicino al Tour. «Non mi è mai piaciuto fare paragoni, rispetto il lavoro che fanno egregiamente i colleghi di Tour e Vuelta emi basta aver avuto ancora una volta la conferma che il Giro d’Italia si mantiene al secondo posto in scia alla Grande Boucle. Personalmente sono felice per il ritorno mediatico ed il grande lavoro che è stato svolto da parte di tutti. E mi ha entusiasmato la gente sulle strade: al Giro ce n’è sempre tanta, ma quest’anno ne abbiamo incontrata molta molta di più, forse per il fatto che era il Giro100. È stato un Giro fenomenale, ma anche il 101 avrà un bel numero...».
A proposito, sappiamo che siete già al lavoro per il prossimo anno: si parla di Gerusalemme, della Polonia. «Sono progetti che stiamo vagliando. In ogni nostra scelta ci sono ingredienti diversi da considerare: l’aspetto tecnico, quello economico, quello storico e non è semplice. Di certo c’è che il Giro è definitivamente entrato in una dimensione internazionale indiscutibile. E su questo, permettetemi una annotazione: è stato doloroso per noi scegliere di... provocare dolore escludendo due formazioni italiane, ma era necessario dare un segnale proprio alle squadre italiane che devono compiere uno sforzo per crescere ulteriormente».
È stato il primo Giro d’Italia per Urbano Cairo e la nuova dirigenza RCS. «Il presidente Cairo ha provato l’esperienza del bagno di folla in campo ciclistico... E so che i vertici di RCS ora hanno compreso pienamente il valore del Giro d’Italia, hanno la piena certezza di avere tra le mani un business che può crescere ancora e diventare planetario».
La corsa poi vi ha regalato un finale imprevedibile. «Arrivare all’ultima tappa con quattro corridori racchiusi in 53 secondi, tutti potenziali vincitori, è stato il massimo. Di sicuro l’alto livello degli atleti al via ha favorito l’equilibrato e quel tipo di epilogo. Il tasso tecnico era elevatissimo, mi spiace solo che Sky abbia perso due uomini come Thomas e Landa nella caduta del Blockhaus. E applausi comunque a Dumoulin, è stato un degno vincitore di una splendida edizione».
E adesso si volta pagina. «Davanti a noi abbiamo un impegno gravoso come i campionati italiani per professionisti, donne e paraciclisti: abbiamo il dovere di essere una volta di più all’altezza. E poi c’è da lavorare per le altre corse, per la Tirreno-Adriatico che ha acquisito un suo ruolo preponderante nel calendario internazionale, per il ciclismo italiano che ha bisogno di ritrovare entusiasmo. Noi di RCS Sport siamo pronti a collaborare con gli altri organizzatori, dobbiamo far sì che la grande euforia che porta il ciclismo sulle strade non si limiti alle tre settimane del Giro e a pochi altri appuntamenti, ma deve durare dieci mesi all’anno».
Lei ha dato un bel aiuto alle squadre italiane x crescere..grazie!!ma mi faccia il piacere....
@alberto60
2 giugno 2017 10:28FrancoPersico
Caro alberto60, cari tutti. A voi sono così tanto mancate le due "squadrette" italiane? Personalmente credo sia stato un grande Giro. L'esclusione è stata fatta per motivi economici, anche se qualcuno vuole andare al Giro ma cammina senza toccare coi piedi il suolo... e crede che gli altri siano tutti cretini.
Franco Persico
2 giugno 2017 12:22Bastiano
Da grande esperto, perché non ci dà la cura per poter creare il futuro al nostro ciclismo, oppure potrebbe regalarci lei squadre fuori al posto delle \"squadrette\" che gli altri ci danno gratis e che fanno gareggiare e crescere il ciclismo italiano?
3 giugno 2017 15:06PEDALA
non prendiamoci per il cu...... ma la wilier e la gazprom che ca.... hanno fatto qualche fuga e basta w androni .VEGNI SMETTILA:
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