PROFESSIONISTI | 24/05/2017 | 07:12 Quella che era definita una giornata campale del Giro100 è coincisa con la prima vittoria di tappa italiana grazie a Vincenzo Nibali, primo a Bormio , di giustezza, in volata su Landa con Quintana a 12”, Pozzovivo a 24” e Zakarin a 34”. Ha pagato pegno la maglia rosa Tom Dumuolin, costretto a una sosta fisiologica in un momento delicato della corsa dove pedalava in controllo. L’olandese ha saputo riprendersi, evitando la deriva, accusando un ritardo attorno ai 2’ all’arrivo. Conserva la maglia rosa con 31” su Quintana e 1’23” su Nibali. E’ cambiata la maglia del GPM, ora sulle spalle di Landa, autore di una prova d’attacco. Il Mortirolo, montagna Scarponi, ha premiato l’impegno dell’Astana con Luis Leon Sanchez, primo al passaggio.
E’ una tappa che si può definire – relativamente - interlocutoria (scopri su Unibet chi sono i favoriti e le nuove quote per la vittoria finale) la 17^ di questo GiroCento che presenta all’inizio le salite dell’Aprica e del Passo del Tonale. La partenza è ancora in Valtellina, a Tirano, mentre l’arrivo è a Canazei, in Val di Fassa, dalla Lombardia al Trentino-Alto Adige, in provincia di Trento, con un itinerario ben noto e conosciuto di 219 km.
Tirano, sulle rive dell’Adda, con il suo santuario dedicato alla Madonna, i suoi antichi palazzi, è un importante centro di comunicazioni con la vicina Svizzera ed è il capolinea italiano della nota ferrovia del Bernina che arriva a Sankt Moritz attraversando straordinari paesaggi montani in alta quota. Già varie volte tappe della corsa rosa sono arrivate o ripartite da qui.
Si affronta subito l’Aprica, GPM di 2^ cat., quota m. 1173 che in km. 12,3 supera un dislivello di m. 773 con pendenza media del 6.3% e massima dell’11%. In questo frequentato centro di villeggiatura si sono concluse otto tappe, qualcuna pure storica, della corsa rosa. Si scende in Valcamonica, provincia di Brescia, per Corteno Golgi dove è nato il medico e scienziato Camillo Golgi, premio Nobel del 1906, quindi Edolo e poi raggiungere Ponte di Legno, rinomata sede di villeggiatura estiva e invernale e sede d’arrivo della 19^ tappa del Giro del 1971 con il successo del veneto Lino Farisato e, in anni più recenti, di partenze. Ciclisticamente la località richiama un’altra famosa salita, il Passo di Gavia, che qui inizia per il versante camuno. L’Adamello con la sua imponente sagoma sovrasta la zona con la corsa che inizia la salita verso il 2° GPM di giornata, sempre 2^ cat., situato a m. 1883, lungo km. 11 con un dislivello di m. 630, media pendenza 5,7% e massima 10% del Passo del Tonale. Un “classico” del Giro dove sono finite due tappe del Giro: nel 1997 vittoria del colombiano Jaime “Chepe” Gonzales nel 1997 e nel 2001 il successo fu per lo svizzero Johann Tschopp. Il Tonale segna il confine fra Lombardia e Trentino-Alto Adige. La corsa è ora in provincia di Trento, fino al traguardo.
Discesa nella Val di Sole per Vermiglio dove sono visibili strutture fortificate della prima guerra mondiale, Mezzana in zone dove è molto sviluppata la pratica della mtb, Dimaro – arrivo di tappa nel 1981 con vittoria dello spagnolo Miguel Maria Lasa – e raggiungere il capoluogo della valle, Malé, dove è cresciuta Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana, diventata mamma all’inizio dell’anno di una bimba.
Seguono Caldes e Ponte Mostizzolo, dove inizia la Val di Non e lo spettacolo dei suoi meleti con la visione spettacolare del lago artificiale di Santa Giustina passando per la bella Cles, legata al ciclismo dalla vittoria di Giuseppe Saronni in una tappa del Giro 1980, quella precedente la Cles-Sondrio con l’impresa di Hinault, accompagnato dal connazionale e coèquipier Bernaudeau, sullo Stelvio che gli valse la prima delle sue tre vittorie nella corsa rosa. Cles e ciclismo richiamano i nomi di Maurizio Fondriest e quello del Trofeo Melinda del compianto patron Marco Brentari, corsa ora confluita nel nuovo Tour of the Alps. Si scende ancora nel bel panorama della Val di Non fino a Mezzolombardo e San Michele all’Adige, nella piana Rotaliana, nella zona percorsa dal fiume Adige, zona di produzione del pregiato Teroldego.
Ancora vigneti nella breve risalita verso Giovo, GPM a quota m. 674, 3^ cat., per un dislivello di m. 415, con pendenza media calcolata nell’8,8% e la massima del 12%. Si è a Palù di Giovo, al “portego”, luogo che evoca la grande dinastia ciclistica dei Moser, rammentando il nome dell’iniziatore Aldo, e di Francesco, la punta di diamante e ricordando anche lo sfortunato Enzo. Pure Gilberto Simoni, scalatore di vaglia, vincitore di due Giri d’Italia (2001 e 2003), è legato da parentela con la Moser dynasty.
La corsa prosegue nella Val di Cembra, risalendo il corso dell’Avisio, fra vigneti e cave di porfido con le note piramidi di Segonzano. Si giunge nella Val di Fiemme per Molina di Fiemme e quindi il bel capoluogo della valle, Cavalese, con le splendide visioni dolomitiche della catena del Lagorai e delle Pale di San Martino. Si risale la bella valle per Tesero, Predazzo, località ricche d’attrattive turistiche e naturali. La strada, larga, agevole, continua a salire e incontra Moena che segna l’inizio della Val di Fassa. I gruppi delle Dolomiti, montagne incantante, del Sassolungo e del Catinaccio sono le quinte di questo palcoscenico naturale. Moena è stata arrivo di tappa del Giro del 1963 con vittoria di Vito Taccone nel 1966 il successo fu per Gianni Motta, vincitore di quel Giro. Seguono Pozza di Fassa, Mazzin e Campitello prima del traguardo di Canazei. Il rinomato centro turistico, allo snodo delle strade per il passo Pordoi, il passo Sella e il Fedaia, è ricercato centro di villeggiatura estiva e invernale, ricco d’impianti fra stupendi paesaggi e caratterizzato dalla lingua e cultura ladina. Nel 1978 qui si impose G.B. Baronchelli nella Treviso-Canazei mentre un’altra tappa della corsa rosa, nel 1987, con partenza da Sappada, fu vinta dall’olandese Johan Van der Velde. Ci sono condizioni e terreno anche per fughe a lunga gittata.
Giuseppe Figini
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