LE STORIE DEL FIGIO. IL PRIMO "TIRA"

STORIA | 21/05/2017 | 07:32
Nell’ambiente del ciclismo professionistico, ancora prima di Paolo Tiralongo, pedalatore di grande spessore e serietà, alla soglia dei quarant’anni, ancora impegnato nel Giro d’Italia in maglia Astana, il “Tira” non era lui ma un altro bergamasco, bergamasco DOC nel suo caso, Paolo Tiraboschi.

Certo che Paolo Tiralongo, siciliano di nascita ma oramai bergamasco d’adozione che pedala nel gruppo professionistico, instancabilmente e sempre proficuamente a favore del “capitano” di turno, oramai dal 2000. E’ naturalmente il “Tira” più conosciuto anche dagli appassionati, ma il primo a fruire del soprannome è stato proprio Paolo Tiraboschi. Non ha un trascorso pedalato se non in forma amatoriale, ma frequenta il gruppo dei pedalatori da trent’anni, nella sua attività di “promoter”, una professione che lo accomuna con vari altri che svolgono il suo medesimo ruolo. E fra questi ci sono anche molti ex corridori.

Bergamasco di Zambla Alta di Oltre il Colle, località di montagna situata fra la Val Serina e la Valle del Riso, una quarantina di chilometri a nord di Bergamo, dove è nato nel 1958, svolge in gioventù attività agonistica con lo sci di fondo dalla metà alla fine degli anni 1970. Poi, da buon orobico, si dedica presto al lavoro di agente di commercio nel settore sportivo e nel 1993 è “team manager” presso la Briko, azienda novarese specializzata nell’abbigliamento e accessori per varie discipline sportive con speciale riguardo allo sci e al ciclismo, accoppiata merceologica sovente abbinata. Nei cinque anni successivi collabora con la vicentina Dainese, soprattutto specializzata nell’abbigliamento specialistico motociclistico e pure con diverse proposte rivolte al ciclismo, soprattutto nel settore mtb, e con la Zeroh+, nota azienda dell’occhialeria.

Poi, dal 2007, è il team manager della Salice Occhiali, azienda con sede a Gravedona, sull’alto lago di Como, che ha pure una diversificata produzione di vari accessori e capi d’abbigliamento anche per il ciclismo.

E’ quella del promoter sportivo una professione che richiede e implica una stretta, diretta conoscenza con gli agonisti per trarre con immediatezza idee, elementi, suggerimenti da riversare nello studio, progettazione e produzione di articoli che corrispondano alle esigenze di chi pratica sport ad alto livello. Esperienze che, di pari passo, vanno a beneficio anche dei praticanti amatoriali.

I rapporti con i “testimonial” della propria scuderia
, per il “Tira” così come per i suoi colleghi, vanno aldilà della pura applicazione personale, diciamo d’ufficio, ma si estendono e comprendono uno stretto rapporto fiduciario, di confidenza, di fiducia e conoscenza dell’ambiente, delle necessità e – talvolta – delle “manie”, innocenti, di molti agonisti al rango più elevato.

L’inverno è soprattutto dedicato agli sport della neve con il fatto che comporta lunghi viaggi sulle montagne d’Europa, e non solo, mentre il ciclismo, sempre con lunghi viaggi, riserva una stagione migliore. Nei capaci bagagliai delle vetture c’è un campionario di tutto, di più, per essere sempre pronto, in ogni momento, a esaudire le più svariate richieste degli agonisti della propria “scuderia”.

Non sono infrequenti lunghi e anche lunghissimi viaggi per rispondere a una richiesta specifica, magari speciale, contingente, quasi in tempo reale, di atleti impegnati sul campo di gara che esprimono un desiderio, una richiesta che diventa un “ordine” quasi, da soddisfare con immediatezza mettendo in campo spirito d’iniziativa e pure fantasia.

E Paolo Tiraboschi, il “Tira”, così come altri suoi colleghi di varie aziende che rappresentano sempre e comunque un’eccellenza italiana nel settore, a livello internazionale, nei vari segmenti degli accessori e dell’abbigliamento ciclistici, sono sempre “sul pezzo”, come si dice, con professionalità, sensibilità, conoscenze tecniche, non disgiunte dalla passione. Sono elementi e qualità indispensabili per i “promoter” del ciclismo, e non solo.

Giuseppe Figini
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