PROFESSIONISTI | 17/05/2017 | 07:09 La cronometro del Sagrantino ha fornito, con l’eloquenza propria, inequivocabile dei numeri, il responso legato all’esercizio della prova individuale che ha premiato il pronosticatissimo olandese Tom Dumoulin che ha prevalso su Geraint Thomas e Bob Jungels. Al sesto posto Vincenzo Nibali, a 2’07” dal dominatore Tom Dumoulin che passa in testa alla classifica generale spodestando Quintana giunto con il considerevole ritardo di 2’53”, ora secondo nella generale, a 2’23” con un altro olandese, Bauke Mollema, terzo a 2’38”, quarto Pinot a 2’40” e Nibali, quinto, a 2’47” (clicca qui per scoprire le nuove quote dei bookmakers di Unibet). Giornata trionfale per passisti e simili ma difficile per gli scalatori. Siamo comunque solo a metà Giro. Resta ancora tanto tempo e terreno per rivincite di ogni tipo.
Le architetture e le diffusissime bellezze artistiche, paesaggistiche e d’atmosfere che Firenze offre, in profusione, si possono ammirare nel panorama sottostante che propone la vista della città sottostante da Piazzale Michelangelo dove avviene il raduno di partenza di questa 11^ frazione che propone l’arrivo, in Emilia-Romagna, a Bagno di Romagna. Firenze, il suo territorio, così come tutta la Toscana, è legata al ciclismo e al Giro d’Italia da una miriade di personaggi ed episodi di vario tipo e importante rilievo.
Tappa relativamente breve ma dal profilo altimetrico veramente segmentato su strade interne dell’appennino tosco-romagnolo, strade ciclistiche, da ciclismo di una volta, con altitudini contenute ma comunque impegnative, in un tracciato privo di pianura. Nelle gambe potrebbero farsi sentire gli sforzi della prova contro il tempo del giorno prima. Si trovano carreggiate con vari tratti con fondo usurato, strette e dall’andamento planimetrico, oltre a quello altimetrico, tormentato, con nomi di passi nuovi – Calla, Carnaio e Fumaiolo - per la corsa rosa.
Il km. 0 è posto a Ponte a Ema, località amministrativamente divisa a metà fra i comuni di Firenze e di Bagno a Ripoli, dove è nato il 18 luglio del 1914 il grande Gino Bartali, scomparso a Firenze il 5 maggio del 2000, figura storica del ciclismo – e non solo – al quale è dedicata questa tappa. E’ altresì ricordato da un museo a lui intitolato, che ha vissuto vicende anche travagliate, con molteplici testimonianze della sua lunga ed eccezionale carriera.
Superato il grosso centro di Pontassieve, inizia subito la salita verso il GPM 2^ cat. – quota m. 1080, del Passo della Consuma, fra i boschi del Pratomagno, dorsale montuosa fra il Valdarno Superiore e il Casentino e che distingue la provincia di Firenze da quella d’Arezzo. C’è poi la discesa su Stia con la visione della Pieve e del Castello di Romena e quindi immediata risalita per il Passo della Calla, a m. 1295, 3^ cat., una quindicina di chilometri o poco più d’ascesa agevole nel panorama verde del Casentino.
In cima avviene il passaggio nell’Emilia-Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena, in zona una volta chiamata la Romagna toscana per la secolare dipendenza amministrativa dal Granducato di Firenze. Si tocca la località di Corniolo, nel comune di Santa Sofia con la pieve romanica di San Pietro per poi iniziare la salita del Passo del Carnaio, a m. 770, 3^ cat., lunga circa 11 km. con il tratto situato prima di metà salita con pendenza attorno all’8% con la parte restante più agevole.
Discesa veloce per un primo passaggio da San Piero in Bagno e da Bagno di Romagna – dove è fissata la conclusione di tappa – prima di proseguire per Verghereto, località di turismo estivo e invernale, alle falde del Monte Fumaiolo. La salita, misurata dal bivio Ponte torrente Becca-Mandrioli, propone km. 23,100 d’ascesa agevole, pendenza media 3,7% con la massima al 12%, ritrovabile in cima. Con i suoi m. 1347 è GPM di 2^ cat. - dopo la località di Balze, a quota m. 1268, si trovano le sorgenti del Tevere.
Segue una rapida discesa su Riofreddo, località con tipiche case in sasso, brevissima risalita per superare lo strappo di Passo Incisa e riprendere quindi la discesa passando per il lago di Acquapartita, fra boschi e castagneti e continuare per Valgianna, sempre all’ingiù, con media del 4-5%, giungendo a Bagno di Romagna dopo un breve passaggio da San Piero in Bagno. Discesa veloce con strade ampie e con diverse curve e tornanti, così la presenta il Garibaldi che continua segnalando la presenza di diverse rotatorie negli ultimi chilometri. L’ultima curva è a poco meno di 6 km. dal traguardo che si raggiunge, dopo i 3.500 m. finali, in falsopiano a salire, lungo un rettilineo leggermente arcuato con larghezza di m. 6, perfettamente livellato, conclude il vademecum organizzativo.
Bagno di Romagna è un comune sparso con sede municipale nell’adiacente San Piero in Bagno, all’esordio nella particolare geografia della corsa. E’ situato nella valle del fiume Savio, lungo la direttrice del passo dei Mandrioli che conduce in Toscana, nella valle dell’Arno. Varia parte del territorio rientra nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna che ospita, al suo interno, la Riserva Naturale integrale di Sasso Fratino, la prima del genere istituita in Italia.
Le proprietà salutari e curative delle sorgenti termali della zona sono conosciute e apprezzate già dal tempo dei Romani com’è rilevabile anche da testimonianze archeologiche. Piacevoli sono le caratteristiche architettoniche di varie strutture presenti nel contesto dell’abitato, in bella e riposante ambientazione. Manara Valgimigli (1876-1967), scrittore, filologo, grecista e poeta è una gloria locale.
E’ una tappa particolarmente adatta per coraggiosi, con gambe buone, per delle azioni che si definivano, una volta, “colpi di mano”. Il terreno adatto per iniziative d’attacco c’è, vedremo se ci saranno corridori pronti a raccogliere la sfida della strada e osare la fuga.
Giuseppe Figini
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