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PROFESSIONISTI | 11/05/2017 | 07:10
Ancora Fernando Gaviria, il suo spunto fulminante, il lavoro della sua squadra che hanno consentito al giovane colombiano della Quick-Step Floors di imporsi a Messina davanti a Mareczko, ottimo secondo, e Bennet, nella volata di gruppo. Per la formazione diretta da Davide Bramati un inizio Giro veramente rosa con Jungels che indossa la maglia del leader, sia della classifica generale, sia dei giovani e quella ciclamino con Gaviria (scopri su Unibet le quote di questi atleti per la conquista delle rispettive maglie a mIlano). Un “triplete” di specifica valenza per il “Mourinho del ciclismo”.

Rimaniamo per un attimo ancora a Messina, con un plauso per Auro Bulbarelli che non ha certo bisogno di presentazioni ulteriori, per il suo ricordo nel TG Sport su RaiDue, nella rubrica 100 secondi, di Giovanni Corrieri, corridore di ottima levatura nato a Messina nel 1920, scomparso a Prato nel gennaio di quest’anno, a 97 anni. Si trasferì a Prato all’età di 20 anni, proprio come suoi molti conterranei in tempi successivi, professionista dal 1941 al 1957, ottimo velocista, fedelissimo di Gino Bartali. In proprio ha vinto ben sette tappe al Giro d’Italia, rivestendo la maglia rosa sebbene per un solo giorno nel 1953, e tre al Tour de France oltre ad altre corse. Dopo fiumi e ripetuti giri di parole e immagini questo ricordo ci stava proprio, e bene.

Il Giro d’Italia n. 100 sbarca quindi in continente, per usare la terminologia locale, ritrovandosi a Reggio Calabria, dall’altra parte dello Stretto di Messina, per continuare il suo percorso dopo le cinque tappe isolane.
Reggio Calabria ha una buona frequentazione con la corsa rosa essendo già stata sede di sette partenze e arrivo di quattro tappe. Sempre in tema ciclistico è da ricordare il notevole albo d’oro di quella che era (sempre tempo imperfetto o passato, purtroppo, senza volerne fare una dolorosa litania ma questo è lo stato delle cose) una classica come il Giro della Provincia di Reggio Calabria e alcune edizioni del Giro di Calabria a tappe.

Il ritrovo di questa tappa, tutta calabrese di km. 217, è sullo spettacolare lungomare che ha visto già l’avvio del Giro d’Italia 2005 appunto da Reggio Calabria, città caratterizzata da lunga storia e ricca di testimonianze del passato. Il tracciato si sviluppa lungo la costa tirrenica, in pianura, per Villa San Giovanni, Scilla, Bagnara Calabra e da qui, verso l’interno, per il GPM di Barritteri, 3^ cat., m. 543 con discesa su Palmi. Si giunge nella rigogliosa piana di Gioia Tauro, quindi Rosarno e affrontare la dolce ascesa verso Mileto, cittadina molto legata al ciclismo che ricorda la Sei Giorni del Sole, gara per dilettanti degli anni 1980 organizzata dall’appassionato Mimmo Bulzomì, sede di un traguardo volante e subito seguito da un altro nel vicino capoluogo di provincia, Vibo Valentia.

Segue la discesa su Pizzo (squisito è il gelato che si può gustare qui) così come la costanza di splendidi panorami del mar Tirreno e della costa. Lamezia Terme, purtroppo, si collega all’ancora fresco ricordo e rimpianto per le vittime della tragedia stradale del 5 dicembre 2010 dove, in località Marinella, sette ciclisti, una domenica mattina, furono falciati e uccisi da un’auto. E’ sempre un argomento doloroso e, malauguratamente, d’attualità costante quello della sicurezza in bicicletta, in varie declinazioni.

Ancora percorrendo la costiera, con il mare alla sinistra e i rilievi collinari e montuosi sulla destra, Falerna, Campora San Giovanni, Amantea, San Lucido, lo svincolo sottostante Paola sono le località che anticipano il secondo GPM di giornata, a Fuscaldo, 4^ cat., m. 154, con strappo deciso e conseguente discesa da affrontare con attenzione e le cautele del caso.

Si passa una prima volta da Guardia Piemontese Marina che trae il nome dai fondatori nel 1200 circa, valdesi provenienti dal Piemonte che tuttora è un’isola linguistica occitana, poi Cetraro Marina con breve risalita verso Acquappesa al cui territorio comunale appartiene la località d’arrivo, Terme Luigiane. C’è una breve ma impegnativa discesa con serie di tornanti, nota con l’eloquente definizione de “i Gironi”, verso Guardia Piemontese e quindi l’arrivo ai m. 118 di Terme Luigiane.
La località termale di antica tradizione, specialmente indicata per la cura della pelle, sorge in un vasto parco e ha già visto la conclusione di quattro tappe del Giro d’Italia.

Nel 1993 vittoria per il russo Dimitri Konyshev che precedette di 2” il toscano Della Santa e di 3” il bergamasco Giupponi, nel 1995 Maurizio Fondriest anticipò allo sprint Rominger e Francesco Casagrande, nel 1999 è stato il francese Laurent Jalabert a prevalere su Fagnini e Rebellin mentre nel 2003 è stata la volta di Stefano Garzelli a firmare la vittoria anticipando di 2” Francesco Casagrande e Petacchi.

Il finale, negli ultimi due chilometri, è con ascesa media del 5,3%, in pratica un lungo rettilineo con i 500 metri conclusivi in salita.
I pretendenti al successo di tappa, velocisti o “finisseur” che siano, dovranno calcolare, scegliere e saper spendere bene, con tempestività, momento ed energie per aprire il gas, a tutta, per primeggiare su questo traguardo.

Giuseppe Figini

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