GIRO D'ITALIA | 07/05/2017 | 19:40 di Pier Augusto Stagi -
Fernando GAVIRIA. 10. Si riprende tutto con gli interessi, dopo due volate non certamente felici. «Gli manca ancora qualcosa, soprattutto il ritmo di corsa», mi ha spiegato Alessandro Petacchi, uno che sa come si fa e soprattutto sa come è fatto questo ragazzo colombiano, che Ale-Jet ha ospitato in una delle sue case di Lido di Camaiore. Oggi il capolavoro e il 10 va anche a tutta la Quick-Step, a Davide Bramati che chiama il ventaglio, e ai suoi ragazzi che eseguono con precisione chirurgica. E mi fermo qui, perché le parole le porta via il vento.
Rüdiger SELIG. 9. Bravo e lesto a non farsi sorprendere. E a prendere il treno giusto. Sale sul vagone, ma perde la locomotiva.
Giacomo NIZZOLO. 9. Stesso discorso fatto per Selig: sale in carrozza senza chiedere permesso. Purtroppo deve solo cedere il posto, a due persone che sono arrivate prima di lui. Amen.
Bob JUNGELS. 10. Lo isolo togliendolo dal voto di squadra, perché nel finale fa da solo quello che farebbe un intero team. Porta in albergo anche 13” preziosi. Poca roba? In questo Giro conta tutto. Altroché.
Caleb EWAN. 4. Il voto dell’australiano va suddiviso e condiviso con tutti i velocisti del gruppo, che si fanno sorprendere da un attacco previsto e telefonato. Lo sapevano anche i muri che i Quick-Step ci avrebbero provato nel finale. Il meteorologo Davide Bramati, l’uomo che controlla venti e precipitazioni, non l’aveva nemmeno tanto nascosto. Ma alla fine questi si fanno sorprendere. Come andare in Inghilterra senza ombrello. Complimenti.
Kristian SBARAGLI. 8. Ancora al vento il toscano della Dimension Data, nel vero senso della parola. Va all’attacco con Eugert Zhupa (Wilier Selle Italia), Ivan Rovny (Gazprom Rusvelo) e Ian Tratnik (CCC Sprandi). Bravi a prendere il largo, bravi a restare in sella alle loro biciclette. Bravi a non prendere il volo.
Manuel SENNI. 8. È ultimo, anche se è stato il primo a stare male. Ma male male male, tanto che uno normale se ne sarebbe già andato a casa. Invece il romagnolo, nonostante soffra da giorni di un maligno virus intestinale, non ha voluto saperne di lasciare la “cora rosa”. Ha almeno cento motivi per restare. Uno su tutti: il Giro Cento. Così sta cercando – come spesso fanno i corridori – di guarire in bicicletta. Perché domani è un altro giorno. E soprattutto per lui, è il giorno di riposo. Giorno guadagnato.
Non tutti i velocisti si erano fatti sorprendere, Greipel è stato bravo e veloce nel capire le intenzioni dei Quick-Step ma poi a causa di un contatto, probabilmente causato dal vento è saltato.
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