L'ABC DI COSTA. CORRIDORI CONTAGIATI

FIGURE E FIGURINE | 04/05/2017 | 16:29
Angelo Costa    -

F come figurine. Nel senso di collezione. La novità di quest’anno è l’album che la Panini ha dedicato al Giro: sarà possibile collezionare le immagini di tutti i ciclisti, delle divise di ogni team, dei campioni che hanno vestito la maglia rosa e dei momenti storici della corsa. Come ogni raccolta che si rispetti, l’iniziativa si è subito trasformata in mania collettiva: i primi ad esserne contagiati sono stati gli stessi protagonisti del Giro, che ne hanno fatto l’argomento principale dei loro incontri. In fondo, anche gli atleti sono inguaribili bambinoni: se le scambiano, se le litigano, ne fanno pure un uso improprio, come attaccarle sulle spalle dei compagni fingendo di dar loro una pacca d’incoraggiamento. Un vero e proprio ‘celocelomanca’ dei tempi passati, degno dei collezionisti del calcio, che rischia di fare grossi danni anche fra giornalisti e staff organizzativo. Anche perché il ciclismo è lo sport ideale per una simile collezione: in fondo, nella lunga storia del Giro si sono viste belle figure, magre figure, figurini, mezze figure, figuroni e figuracce.
 
G come Giro d’Italia. Nel senso di corsa rosa: non solo un avvenimento sportivo, ma un vero e proprio evento. Soprattutto quest’anno che si festeggia l’edizione numero Cento: in Sardegna, dove è fissata la partenza, soffia un’aria speciale, anche a livello climatico. Giro Vento.
 
I come istituzioni. Nel senso di cariche dello Stato. E’ la grande scommessa di questa edizione: per il numero che porta, esser finalmente frequentata da qualche grosso calibro a livello politico. In realtà, basterebbero il fascino e la storia di questo evento ad attirarli: in oltre un secolo, il Giro non ha raccontato solo le vicende del ciclismo, ma anche il costume e lo sviluppo del nostro Paese. Oltre che una corsa di bici, è un simbolo che rappresenta l’Italia meglio di molte esposizioni: non a caso, quando parte dall’estero, fa il pieno. Ne vanno orgogliosi anche i nostri politici: a parole, almeno. Nei fatti, preferiscono gli stadi, i palasport o anche i campi da tennis, come è successo di recente a un premier andato fino negli Stati Uniti per il match fra due italiane: fra l’apertura di un supermercato e l’inaugurazione di una pescheria, per quegli appuntamenti il tempo si trova sempre. E dire che non c’è ambiente migliore del ciclismo per chi governa: non si rischiano contestazioni, né di passare per tifosi di questo o quell’altro, non esistendo le fazioni e men che meno gli ultrà. Intanto, alla partenza di questa edizione numero 100, è annunciato il ministro per lo sport Luca Lotti. E’ anche un messaggio: per avere il capo del governo o dello Stato alle premiazioni di Milano, il Giro ha una strada soltanto. Insista. Lotti.
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