Gatti & Misfatti
Nessuno tocchi la Sanremo

di Cristiano Gatti

Tutte le primavere portano le rondini, le colombe (pa­squali) e i corvi che vogliono accanirsi sulla Sanremo. È una tassa che dobbiamo pagare, inutile chiamarsi fuori. Purtroppo, la noia vera è che tutti quanti stiamo diventando vecchi ripetendo le stesse cose, re­stando ciascuno sulle proprie posizioni. La Sanremo è un gioiello così com’è e nessuno deve azzardarsi a toccarla, la Sanremo non va più be­ne perché ormai la vincono solo i velocisti e dunque va urgentemente indurita con l’addensante di qualche salita in più. Il referendum è sempre aperto, tutti partecipano vo­tando in massa, ma alla fine non c’è mai un vincitore chiaro. Intanto, la Sanremo continua a restare una del­le cinque corse monumento, e so­prattutto a richiamare con il suo fa­scino stravagante una grande partecipazione di campioni e di pubblico.

Personalmente, non infliggerò a nessuno l’ennesima tirata a favore dell’intoccabilità di questa stranissima formula, che prevede sei ore e mezzo di sonnolenza e un quarto d’ora da sincope collettiva. Per me la Sanremo è diventata la Sanremo proprio perché è la Sanremo, fatta così, in questo modo eccentrico e bislacco, ma unico e inimitabile. La considero una gemma del made in Italy (con me, moltitudini in giro per il mon­do), talmente originale da non me­ritarsi una banale normalizzazione, così da trasformarla in una delle tan­te, troppe corse tutte uguali. E se ultimamente vincono i velocisti (pe­rò con sotto due marroni così), nessun problema: ci sta che nell’arco di una stagione zeppa ci sia spazio an­che per i fondisti acrobati e superveloci. Noi italiani, tra l’altro, abbiamo la fortuna (col Belgio) di conservare due delle cinque corse monumento: l’altra, il Lombardia, è il campionato mondiale della fatica, riservato a campioni completi. Dun­que, cosa vogliamo di più: apriamo la stagione in modo più light, com’è giusto, con il Mondiale degli uomini-jet, e poi la chiudiamo con il Mon­diale dei fachiri. Abbiamo tut­to, perché andarci a guastare la vi­ta? Perché buttare una gemma per prendere un’anonima chincaglieria?

Sono vergognoso e imperdonabile: avevo garantito nessuna arringa a difesa della Sanremo e invece ci sono ricaduto puntualmente. È che l’argomento proprio mi appassiona. Chiedo scu­sa. Lo considero un rapido ripasso della posizione mia e del Comitato Nessuno Tocchi La Sanremo, che non è registrato presso nessun no­taio, ma che è molto affollato e mol­to agguerrito. Con senso del pu­dore, abbandono però le argomentazioni e passo immediatamente al punto vero, che nella questione eterna rappresenta il vero elemento di novità. Un punto ingiusto e in­sopportabile. Lo dico sinceramente: le posizioni di chi vuole siringare salita nella Sanremo per togliersi dai piedi gli uomini veloci, a favore magari di uno scalatore, sono ri­spettabilissime. Ci mancherebbe. Tut­ti hanno ragione, nessuno ha torto. Però bisogna intendersi sulle regole del gioco: bisogna ragionare in linea di principio. Cioè in base a convinzioni, ideali, persino estetica personale. Qui invece mi pare che ormai le crociate anti-Sanremo (così com’è) siano come foglie al vento, cioè leggere e volatili, completamente in balìa di una sola variabile: il nome del vincitore.

Per spiegarmi meglio faccio una brutale domanda: se per caso vincesse un italiano, se per caso vincesse magari an­che uno straniero, però grosso e fa­mo­so come Cancellara o come Sa­gan, mi dicano la verità: davvero la nostra controparte sarebbe così al­lar­mata e compulsiva da lanciare simili anatemi contro la formula Sanremo? Davvero Pier Bergonzi, vicedirettore della “Gazzetta”, gran­de innamorato del ciclismo, per me ideale direttore generale del Giro (quando glielo dico, mi ride in faccia), davvero il Pier avrebbe scritto l’editoriale che ha scritto do­po Demare se al posto di Demare, lassù sul podio, ci fosse finito Sa­gan? O meglio ancora Colbrelli, per dirne uno nostro?

Voglio chiarire: metto in mez­zo Bergonzi perché è la voce più autorevole del partito rivale, tra l’altro voce del massimo organizzatore italiano. Forse so­no malevolo nel giudicarne le in­tenzioni, ma niente mi toglie dal­la testa che la Sanremo non sia al centro di un affascinante dibattito ideale, di pura filosofia spettacolare, ma soltanto in bilico sui mal di pancia del momento. Se così è, tuttavia, non si può più discutere. Quando vince Cancellara, o Pozzato, o Ci­pollini, viva la Sanremo, sempre vi­va la più eccitante e aristocratica cor­sa di primavera, se vince Demare subito indignazione e disgusto, ma che roba è la Sanremo, cosa è diventata, quanto aspettiamo ancora pri­ma di insufflare due o tre Pordoi?

Lo dico chiaro e tondo. Se per parlare di un avvenimento pregiato, fragile e prezioso come una corsa così storica dobbiamo prima aspettare il nome di chi vince, io mi chiamo fuori e mando tutti cordialmente al diavolo. Se in­vece vogliamo fare sul serio, mi but­to volentieri nella mischia. Però ra­gioniamo con la testa, non con la pancia. Qualunque soluzione ha i suoi pro e i suoi contro. A furia di pensarci, io una certezza l’ho raggiunta: la Sanremo così com’è, come è sempre stata, ha tanti pro e pochi contro. Da presidente del Comitato Nessuno Tocchi La Sanremo, carica assunta senza che nessuno mi votasse (poche storie: c’è anche chi governa una nazione senza avere preso un voto), prometto dura battaglia. Non c’è come il gusto della cause perse.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Nel ciclismo dei fenomeni Paolo Bettini starebbe benissimo. Olimpionico 2004, due volte iridato, e poi vincitore di Sanremo, due Liegi e due Lombardia, e poi il Campionato di Zurigo, la Classica di Amburgo e quella di San Sebastian, e la...


Nel giorno di Santo Stefano, dal numero di tuttoBICI di dicembre vi proponiano una nuova raffica di dubbi che ci ha sottoposto il nostro Angelo Costa. Il Giro salirà al Corno alle Scale perchéa - è un arrivo in quotab...


Non è forse tra i nomi che si ricordano per primi quando si rievoca il grande ciclismo italiano degli anni Novanta e Duemila, ma una decina di vittorie da professioniste e un Mondiale Juniores, oltre a tante preziose pedalate per...


La Milano-Reggio è stata una gara per dilettanti sbocciata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e scomparsa nel 2002. La società a cui si deve la sua nascita è il Velo Club Reggio alla fine degli anni Quaranta. Tra i...


La tradizionale puntata speciale natalizia di Velò andata in onda ieri sera su TvSei è stata particolarmente interessante: si è parlato di Bilancio del 2025, di appuntamenti per il nuovo anno,  di grande ciclismo in Abruzzo e di tanto altro ancora con Luciano Rabottini,...


Oggi, nel giorno di Natale, ci ha lasciati Adalgisio Bevilacqua, detto Totò, nato a Pescara il 27 febbraio 1932.Abruzzese autentico, uomo tosto e determinato, ha dedicato gran parte della sua vita al ciclismo, legando il proprio nome e la propria passione...


Remco Evenepoel attraverso un’intervista a Sporza ha voluto fare gli auguri di Natale ai suoi tifosi, lasciando intendere che già il prossimo anno proverà a vincere il Tour de France. Proprio così, il belga nella sua intervista natalizia, senza indugi...


Non chiedetegli regali, ma fuochi d'artificio. Giulio Pellizzari dice di non essere portato per gli acquisti da mettere sotto l'albero eppure si sta allenando come si deve quindi potrebbe in automatico donare presto al ciclismo italiano gioie preziose. Al primo...


«Quando ti succedono incidenti come quello che è successo a me, ti accorgi di quanto le piccole cose, alla fine, sono quelle che più contano nella vita». E allora Filippo Baroncini, ancor più felice e consapevole di prima, il suo...


Un "falco" sia sulla bici che ai microfoni: interpellato dal nostro direttore alla festa di Cicli Bettoni, Paolo Savoldelli ha dispensato una dopo l'altra opinioni decise e non banali. A partire dall'amore verso il ciclismo attuale, in contrapposizione ai tanti...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024