Da tempo sognavo speravo pensavo di scrivere un articolo come questo. Dove parlo di me per parlare d’altro. Di una cosa importantissima anche se difficile da mettere nero sul bianco. Adesso tuttoBICI mi sollecita la consegna del pezzo, il tempo è poco, ho le attenuanti del dover fare in fretta, magari posso scrivere ciò che voglio, purché io scriva. Voilà.
Ho 78 anni, sono giornalista sportivo abusivo da più di 60, giornalista regolarmente assunto (una specie in via di estinzione) da 53, giornalista pensionato da 22. Ho 3 figli e 8 nipoti. Scrivo ancora su giornali importanti e vado in giro a parlare di sport, trovando persino chi mi paga per avere in cambio il mio bla-bla-bla. Ho seguito 24 edizioni dei Giochi olimpici, fra estivi ed invernali, record giornalistico del mondo, 28 Giri ciclistici d’Italia, 12 di Francia, 7 Mondiali di calcio, 11 di Formula 1, nonché una grande quantità di campionati mondiali ed europei di tanti sport, inclusi atletica e nuoto e ciclismo, di meeting internazionali ad alto livello. Su dieci uomini o enti che mi convocano per dibattiti, conferenze, tavole rotonde, insomma assortitissime menate di torrone, spesso pagate bene, nessuno mi chiede di parlare di calcio che non sia quello del Grande Torino - di cui sono stato testimone dal vivo - e casomai di Gigi Meroni (diciamo che lo fanno 3 persone su 10), uno mi chiede di parlare di Olimpiadi, uno di parlare di doping, tutti gli altri di parlare di ciclismo. Eppure anagraficamente risulta chiaro che non posso avere frequentato Coppi, morto nel 1960, e che il mio Bartali era da tempo (1954) sceso di bici quando cominciò la nostra amicizia, mentre il mio Magni. concluso fisicamente da poco, fu sempre il terzo, un terzo.
Ciclismo però, sempre. Ciclismo a go-go. A oltranza. Ciclismo polveroso, tarlato, stradatato. Ciclismo perché sì.
Ciclismo di Baldini, di Nencini, di Gimondi, di Motta, di Saronni, di Moser, di Pantani (oh Pantani). Ciclismo mio.
Persino i miei nipotini e anche ormai nipotoni mi chiedono di raccontar loro il ciclismo. Non ho ancora capito, forse anche perché non voglio capirlo, se lo fanno per compiacermi, se per controllare quanto sono bugiardo o almeno fantasioso, se per reagire al troppo calcio che li circonda, li permea, li soffoca, li condiziona, insomma li frega. Il più vecchio di loro, anni 19, ha scoperto ultimamente la bicicletta, ha deviato su magliette e birre e kebab i primi soldi strappatimi per pagargli lezioni di guida, passerà l’estate a Minorca facendo babysitteraggio in un club e andando in bici, è felice, dell’auto non gliene frega più niente. Non crede assolutamente che quando io avevo i suoi 19 anni andavo in strada per sentire tra la folla le radiotrasmissioni che dai bar mi raccontavano l’arrivo della tappa del Giro d’Italia, però mi ha detto - si è informato prima di partire - che a Minorca si trovano i giornali italiani così saprà delle corse in bicicletta. La sua cugina ultima, Anna, nata a giugno, alla sua terza poppata sembrava un corridore che aveva saltato il rifornimento.
Ho più volte scritto, anche e soprattutto su questo giornale, del crimine che commette chi, avendo in qualche modo la gestione di un patrimonio che si chiama ciclismo, si lascia sopraffare da altro sport, non conduce una intelligente campagna di culto a pro della bicicletta, insomma dissipa un capitale. Ma ho sempre scomodato ipotesi, tesi, progetti, velleità. Adesso ci sono di mezzo i miei nipoti, la cosa si fa seria. Ci sono di mezzo io che, quando si pensava che l’estate non dovesse più arrivare, ho detto di sì a inviti per andare, a luglio e ad agosto, a parlare di ciclismo in giro per l’Italia. Non uno che mi abbia sedotto e ingaggiato per parlare di calcio o di altro sport che non sia in bici. Un Grande Torino, ecco, uno solo propostomi come tema: percentuale fisiologica, ma con l’assicurazione che si parlerà anche del Tour de France.
Ho partecipato in giugno, sotto un sole ardente e in un caldo da fornace, con don Luigi Ciotti grande amico mio e dell’Italia dei giusti, ad una cerimonia su un picco che dà sul paese dove è nato Cesare Pevaese, nelle Langhe che furono partigiane, si ricordavano cinque giovani trucidati dai nazifascisti. Al primo momento di relax, abbiamo cominciato a parlare di ciclismo, io sotto tiro: dicci di Coppi, era davvero così forte? dicci di Pantani, davvero era drogato?, noi comunque lo abbiamo amato tanto. Mentre la riportavo a casa, a Torino, una mia studiosissima bellissima nipote, che è impegnata a fondo con Ciotti cioè con Libera contro le mafie, mi ha chiesto se voglio parlare a lei e amici e amiche di ciclismo, a raccontare la bicicletta, perché loro non vogliono accettare che lo svago, la vacanza mentale siano tutto football e canzonette: che poi, mi ha fatto notare, si tratta di altro subdolo lavoro da coatti sfruttati, altro che svago.
Ecco, ho messo avanti esperienze personali. Sono liquidabilissimo: ma cosa ce ne frega delle tue paturnie superdatate? Ma se per caso io avessi un atomo di ragione a parlare di spreco, di crimine?
Con il sesto posto di Stefano Viezzi si è conclusa la quarta prova della Coppa del Mondo di Ciclocross under 23 svoltasi a Dendermonde (Belgio) e che ha visto il trionfo, il terzo nella Challenge UCI, di David Haverdings olandese...
Terzo successo nella Coppa del Mondo di Ciclocross per la giovane iridata Lise Revol che consolida la sua leadership nell speciale Challenge UCI per la categoria donne juniiores. La diciasettenne francese trionfa in solitaria sul traguardo di Dendermonde (Belgio) dove...
Il lavoro delle diplomazie in rappresentanza di RCS Sport & Events e delle squadre che parteciperanno al prossimo Giro d'Italia non ha dato finora i risultati attesi e le parti sono ancora piuttosto lontane. Al centro della contesa, ancor prima...
La vigilia del Gran Premio Valfontanabuona di ciclocross che quest'anno è valido quale Coppa Italia Giovanissimi, è sempre ricca di eventi. Il Velo Val Fontanabuona di Roberto Portunato ha infatti ideato due riconoscimenti, il Premio Fontanino e il Premio Adriano...
Tra i corridori che hanno rischiato di finire la propria carriera nel 2025 dopo la fusione tra la Intermachè e la Lotto, c’è anche Arne Marit, che solo da poche settimane ha trovato un ingaggio al fianco dell’amico Remco Evenepoel....
L’ultima versione del riuscitissimo faro anteriore Allty ha davvero molto da offrire, a partire dai potentissimi 1500 LM che possono essere sviluppati. Se cercate una soluzione slim, potente e dotata di tante funzionalità, Allty 1500S è il faro giusto per illuminare...
Ha due facce ancora, ancora e sempre, questo nostro ciclismo, da anni. Ma vissuto, dibattuto, amato, trascorso, in Campania, realmente al giorno di oggi, è ancora di più conflittuale, per la narrazione leale fra un presente liliale e un passato...
Un centinaio di concorrenti (erano 112 gli iscritti) hanno preso parte nei pressi dello stadio di atletica leggera Mauro Ferrari a Prato, alla terza e ultima prova del Supercross Valbisenzio, istituito per la prima volta che ha riscosso un ottimo...
Anni ’20, Anni ’30: con sei Giri d’Italia vinti in quel lasso di tempo (Brunero 3, Camusso, Valetti 2) il ciclismo torinese attraversò un’autentica Golden Era. Quel filone aureo, sviscerato nel tempo da amarcord giornalistici e libri, è rivissuto anche durante...
Giulia è bionda, ha gli occhi grigi, uno sguardo che si direbbe da sognatrice, almeno per quello che si ricava da antiche fotografie, alcune sfumate, altre sgranate, altre ancora appannate, tutte in bianco e nero. Giulia ama il salto in...