Rapporti&Relazioni
Il ciclista di Lombroso

di Gian Paolo Ormezzano

È stato ripubblicato uno scritto del 1900 di Cesare Lombroso, celeberrimo studioso di antropologia criminale e autore di numerose pubblicazioni sulle cliniche mentali. L’ini­ziativa, per le edizioni “La vita felice”, è stata curata da Matteo Noja, il libro sta in libreria a 13,50 euro e si intitola alla Hitchcock “Il ciclismo nel delitto”. Per tutta la prima parte, cioè metà circa delle sue 235 pagine, l’autore è proprio il (presunto?) grande esperto che arrivò ad associare i tratti del viso, nonché certe caratteristiche del corpo, alla particolare “vocazione” per il crimine: il “soggetto lombrosiano tipico” fu a lungo il tizio che, sfortunatamente per lui, aveva quella faccia un po’ così… La seconda parte del libro è dedicata a spiegare chi era Lombroso, specialmente attraverso le opere che parlano di lui.
L’esperto di brutte facce racconta del fenomeno della bicicletta, esploso proprio quando lui (1835-1909) aveva l’età giusta per seguirlo bene. Il cavallo d’acciaio viene presentato come strumento utile assai alla gente di malaffare, per due ragioni: 1) come oggetto prezioso, facile da rubare e da commercializzare, 2) come mezzo utile per eseguire rapine, scippi, furti, crimini di ogni genere e lasciare il luogo del delitto e la eventuale vittima di tutta fretta, in un mondo dove la polizia andava a piedi o al massimo a cavallo.
In questi giorni di echi del Giro d’Italia, il Giro di Nibali ma purtroppo anche di Di Luca, la demonizzazione del ciclismo ha frequentato nuove situazioni ed ha patito vecchi assalti.

Per colpa del doping, anzi dell’antidoping che quasi soltanto nel mondo della bicicletta cerca seriamente, con i soldi e gli applausi del ciclismo, reati e colpe di natura chimica, lasciando tranquilli quasi tutti gli altri sport, che si celano di fronte a certe ipotesi di controllo mentre il ciclismo si offre, si espone, si de­nuda, “en plein air” come dicono i francesi la cui lingua in fondo è stata la koinè dei pedalatori per un secolo e mezzo. Il libro di Lom­broso racconta di un vecchio assalto al ciclismo, interessa e diverte, accusa e scusa. Scusa, sì, anzi di più: perché alla fine l’autore dice che, di fronte ad una cosa brutta che il ciclismo ha inventato e affibbiato alla gente, ce ne sono dieci belle che ha procacciato all’umanità. E per dire bene della bicicletta servono anche parole, quasi sempre in giusta bella rima, di importanti poeti, oltre che dissertazioni di influenti scrittori.

La parte più valida, in tema di provocazione e divertissement, è comunque quella che si riferisce alla bicicletta come ad una cosaccia brutta e cattiva. Con elencazione di crimini quotidiani compiuti da ciclisti che de­linquono sia nel senso che rubano biciclette sia nel senso che usano bi­ciclette per commettere delitti. Scorre anche del sangue, se ad esempio la vittima del crimine si ribella, o se c’è scontro tra il criminale e le forze dell’ordine. A pag. 33 Lombroso, che per sapere dei fattacci si appoggia alle prime cronache nere dei giornali e ai rapporti dei commissariati di polizia, ci offre il ritratto singolare di un criminalciclista provvisto di un co­gnome che sarebbe divenuto celeberrimo nel mondo della bicicletta, e proprio con il Giro d’Italia. Ma ecco Lombroso: “Un certo Tor­riani con tutti i caratteri del delinquente nato, cranio idrocefalico, occhio strabico, dedito già da 10 anni ai piaceri più ignobili, forse epilettico avendo sofferto da giovinetto di un colpo al capo, a 22 anni aveva già fatto il cameriere, il custode, il tipografo, il soldato: chiamato a fare il commesso presso un ufficio, trova che per ciò una bicicletta era necessaria. Quindi naturalmente, dice lui, la dovette prendere... e la rubò e la tenne per sette mesi”.

Si deve tenere conto che quelli erano i tempi in cui l’Inghilterra patria della libertà deportava in Australia, intanto popolando il Nuo­vis­simo Continente, quelli che avevano per fame rubato una mela. Rubare una bicicletta era crimine immenso, anche se lo stesso Lombroso fa no­tare che “sfogata la bramosia del biciclo l’individuo ne sente i primi rimorsi e lo restituisce; altra lo rimanda con un biglietto per mezzo terzi”.

A cosa vogliamo arrivare, dopo avere proposto agli eventuali lettori nostri e - speriamo - del libro una lettura divertente? Molto semplicemente a dire o almeno a sperare che la pratica della bicicletta, dopo avere passato simili momenti di rischio grazie a Lombroso e agli innumeri lombrosiani del suo tem­po e di ogni tempo, non può e non deve temere di essere messa in di­scussione esistenziale nel suo aspetto agonistico, necessario e uti­le in senso sia didascalico (mo­strare) che di­dattico (insegnare, educare), dall’affaire del doping e dallo sdegno spesso ipocrita di chi semplicemente è dei ciclisti più furbo e più protetto. In altre parole: quelli del ciclismo ne hanno passate e superate tante, e quanto sta accadendo sembra essere niente altro che una stazione di una via crucis pagana. Amen.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Nella nona giornata di corsa alla Vuelta di Spagna, la maglia rossa è rimasta sulle spalle di Torstein Træen mentre Jonas Vingegaard con uno straordinario assolo ha conquistato la tappa con arrivo in salita a Valdezcaray. «Mi sono sentito benissimo...


Jonas VINGEGAARD. 10 e lode. Ha trovato il colpo di pedale e quindi l’ispirazione per anticipare ciò che aveva nel cuore e nella mente. Si sentiva bene, come dirà nel dopocorsa, per questo il Re pescatore ha chiamato Matteo Jorgenson...


La domenica ciclistica sulle strade bretoni di Plouay continua e,  dopo la vittoria di Giovanni Lonardi nel  Grand Prix de Plouay, arriva il successo di Arnaud De Lie (Lotto) che in volata - alla conclusione di 261 chilometri di gara - ...


Fabio Segatta rompe il ghiaccio e come prima vittoria in stagione si aggiudica  la decima Medaglia d'Oro Alba Rosa per juniores che si è svolta a Calvagese della Riviera con la regia organizzativa del GS Città di Brescia di patron...


La Freccia dei Vini si consegna nelle mani di Dennis Lock. Il danese della General Store Essegibi F.lli Curia vince la 53sima edizione della classica nazionale per elite e under 23 che si è corsa da Voghera a Rivanazzano Terme...


L'assolo del campione, la firma del fenomeno. Jonas Vingegaard trionfa nella nona tappa della Vuelta a España 2025, la Alfaro-Estacion de Esqui de Valdezcaray di 195, 5 km. Un successo che stravolge la classifica generale e spaventa Torstein Træen: il...


Volata vincente di Lorenzo Cataldo alla prima tappa del Giro di Bulgaria, la Primorsko-Burgas di 122 chilometri. Il pratese della Gragnano Sporting Club si è imposto davanti al greco Nikiforos Arvanitou, del Team United Shipping, e al tedesco Albert Ghatemann...


Dopo una lunga serie di piazzamenti raccolti nell'arco della stagione, Giovanni Lonardi ha rotto il ghiaccio vincendo allo sprint il Grand Prix de Plouay disputato sulle strade della Bretagna sulla distanza di 186, 9 chilometri. Nella prova di categoria UCI...


Assolo del lettone Georgis Tjumins nella 53sima edizione del Trofeo Emilio Paganessi internazionale juniores che si è disputata a Vertova nella Bergamasca. Il portacolori del Team GRENKE Auto Eder ha preceduto di 17" il figlio d'arte Patrik Pezzo Rosola (Petrucci...


Un trentino Pietro Valenti, e un mantovano Marco Casciano hanno messo il proprio sigillo sul traguardo di Cavalgese della Riviera, nel Bresciano, dove gli esordienti si sono confrontati nel Trofeo Riccardo Stanga e nel Trofeo Comune di Calvagese. Dicevamo di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024