Mi è accaduto recentemente di prendere parte a due sedute televisive sul ciclismo, anzi sul mio ciclismo, che per le solite squallide ragioni anagrafiche, fra l’altro sempre più impellenti, è datato assai e corre rischi tremendi di sguazzare nel sentimentalismo: diventare vecchi è fisiologico, diventare vecchi insieme e ritrovarsi e commemorarsi può essere deleterio.
A Verona il collega Raffaele Tomelleri ogni anno mi invita ad una trasmissione della tele-emittente del suo giornale, L’Arena, e di solito mi fa trovare gente calcistica del mio Torino che ha avuto qualcosa o molto a che fare con il calcio scaligero: ma questa volta mi ha preparato una sorpresa grossa, facendomi incontrare autenticamente a tavola, le telecamere addosso, con Moreno Argentin, Marino Basso e Michele Dancelli, due veneti e mezzo (Dancelli è bresciano, limitrofo dunque).
A Milano Auro Bulbarelli, vicedirettore di Rai Sport ma prima postero di Adriano De Zan nelle telecronache, mi ha convocato per festeggiare quasi aulicamente i 75 anni di Vittorio Adorni, e c’erano anche Felice Gimondi e Italo Zilioli, per dire di ex corridori, e il collega Beppe Conti che schiodai dai servizi sugli allenamenti per la “rosea” di Juve e Toro chiamandolo a fare ciclismo, suo amore, a Tuttosport.
Il reducismo è una brutta bestia, affettuosa in teoria, che finisce per sbranarti di ricordi ma soprattutto le nostalgie e di senso di inutilità nei riguardi del tempo. Si rischia fortemente di scatarrare su quello che fu, pretendendo di emettere musiche sacre anziché gorgoglii quasi osceni. Ci si perde in dettagli finendo per credere che un nostro callo abbia simboleggiato, quel giorno là in quel posto lì, il gran soffrire dell’umanità.
Ovviamente noi tutti abbiamo fatto in queste due telecircostanze del reducismo: io compreso, perché il giornalismo che ho avuto la fortuna di praticare e anche un pochinino di creare, specialmente dietro al ciclismo, è stato pieno di belle battaglie, ricco di vittorie preziose e sconfitte ammaestranti, venato di imprevisti perché è più facile che accada qualcosa di extra in un giorno in cui si fanno tanti chilometri che non in novanta minuti stando seduti nella tribuna-stampa di uno stadio calcistico.
Il fatto è che il reducismo ciclistico si ammanta bene del tempo passato, se ne fa un mantello che copre eventuali buchi negli altri abiti vittime dei tarli, e rende tutto bello. Il Mondiale vittorioso di Basso a Gap, con sorpasso di Bitossi negli ultimi metri, quello di Argentin a Colorado Spring, la Sanremo 1970 di Dancelli finalmente restituita ad un nome italiano, tutto è stato facilmente, direi fisiologicamente trasferito nell’epica, quella sera Verona, tra vini e formaggi. A Milano c’erano da impastare di ricordi speciali addirittura i Mondiali di Adorni a Imola e Gimondi a Barcellona, le vittorie in linea e i non mai dolenti secondi posti di Zilioli, soprattutto i grandi Giri d’Italia e di Francia di Vittorio e di Felice (e per il primo anche il Giro del Belgio, a suo modo una chicca).
Sono state due trasmissioni (lunghissima, quasi quattro ore quella milanese) in cui gli interpreti si sono autenticamente divertiti, autenticamente commossi, autenticamente arrabbiati se del caso. A Verona e a Milano sono state rievocate corse in modo così intenso che sembravano essere finite il giorno prima, i corridori protagonisti hanno messo fuori particolari mai svelati prima, hanno discusso e anche un pochino litigato in tema di interpretazione di questa o quella pedalata. Milano ovviamente ha offerto, con le teche Rai, materiale specialissimo, anche inedito, utile per spaziare e per speziare.
Normale che questo avvenga, se ci sono le premesse, come appunto il raduno rievocativo? Mica tanto, e non occorre pensare addirittura al Processo di Biscardi per avere l’idea dell’anno-luce quando le cose si evolvono in altro modo. Posso dire che noi tutti, pur essendo vecchie volpi anzi volpi vecchiacce, smagate, ricche di esperienza, ci siamo come esaltati, e saremmo andati avanti per ore e ore; decisiva, fra l’altro, la straordinaria lucidità dei convenuti, tutti in ottima salute mentale e non solo.
Scendendo al caso mio personale, mi sono accorto, intanto che di ogni corsa si succedevano immagini, rievocazioni, commenti, precisazioni, di due cose:
1) che giornalisticamente ho commesso, nel reportage di tante gare, errori non piccoli, e soprattutto ho peccato di mancanza di considerazione particolare per certe situazioni, e insomma davvero potevo scrivere dei pezzi più belli, o meno brutti, di quelli che ho prodotto allora;
2) che non me ne frega niente (mentre altre accertate lacune professionali mi fanno rabbia, mi spingono a sognare di poter tornare indietro), perché il giornalismo ciclistico, almeno con quei campioni e per quelle gare, ti gratifica, ti fa corista della Scala e pazienza se stecchi, insomma fa sì che tu sia una parte, una particella del tutto, e questo tutto è un mondo grande, che riuscirà persino a considerare Armstrong come quello che è andato sulla luna, non come quello che ci ha buttati per terra.
Grazie ai due successi e alle cinque top3 conquistate al suo primo anno nel World Tour, Monica Trinca Colonel si è meritatamente guadagnata la conferma in Liv AlUla Jayco, squadra con cui, anche nelle prossime due stagioni, continuerà a...
La Eschborn-Francoforte alza la sua sfida sportiva: la classica tedesca del 1° maggio presenta tante novità sul percorso e prende sempre più la fisionomia di una classica belga. Una nuova salita, un tratto del Taunus rielaborato e una fase di...
Dal Belgio é arrivato il calendario di ciclocross di Wout van Aert che questo inverno gareggerà otto volte. Inizierà il 20 dicembre ad Anversa e si fermerà dopo i Campionati del Belgio a Beringen il prossimo 11 gennaio. Mathieu Heijboer,...
Tornerà a pedalare spalla a spalla con i colleghi in gara con l’inizio della nuova stagione, ma in questa pausa dalle competizioni João Almeida ha deciso di lanciare un monito sulla sicurezza a tutto il gruppo. Il portoghese della UAE...
Ducati è orgogliosa di annunciare l’avvio di un progetto dedicato a sviluppo, produzione e distribuzione di una nuova e più ampia gamma di biciclette ad elevate prestazioni. Una scelta che conferma e rafforza quella compiuta nel 2018, quando la Casa di...
Due grandi campioni per accompagnare il passaggio della torcia olimpica dalla Grecia all'Italia: saranno Jasmine Paolini e Filippo Ganna a compiere ad Atene, giovedì 4 dicembre, gli ultimi passi della fiamma olimpica in terra greca e ad accompagnarla alla cerimonia...
Si è svolta ieri a Verona l'assemblea generale dell'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani, che ha confermato alla presidenza del sindacato sportivo più storico d'Italia Cristian Salvato.Professionista dal 1995 al 2001 e numero 1 di ACCPI dal 2013, il 54enne veneto continuerà a...
Tutto è nato circa un anno fa come una scommessa, ma ora possiamo dire che il progetto del Team Ganna è più che riuscito che mai e sta letteralmente brillando. Ieri sera, in occasione del centoquarantaduesimo compleanno del campione di...
Vincenzo Nibali il Giro d’Italia lo ha vinto due volte, nel 2013 e poi nel 2016 e ieri, nei panni di testimonial di RCS, ha commentato il percorso del Giro d’Italia 2026. «Il Giro d’Italia è bello da dentro quando...
C’è chi per il prossimo periodo prevede estenuanti sedute di cycling indoor e chi, sicuro nel proprio equipaggiamento invernale, sfida il freddo continuando ad assaporare il ciclismo anche con le basse temperature della stagione. Che sceglie questa ultima via troverà...