Deciso e sereno, Filippo Ganna è pronto a cominciare la sua ottava stagione in maglia Ineos Grenadiers, la decima da professionista. Le idee sono ben chiare, non solo per ciò che l’aspetta nel 2026 ma anche per quello che verrà nei prossimi anni.
«Nelle ultime stagioni, sono arrivati parecchi secondi posti. Troppi - ha detto a Ciro Scognamiglio e alla Gazzetta dello Sport -. Dal mio punto di vista... vanno trasformati in primi posti. In vittorie. Magari gareggiando un po’ di meno. Ma, quando si va a correre, andarci per vincere. Dentro di me sento voglia di rivalsa. L’anno prossimo compirò 30 anni, ma non per questo non credo di poter compiere un ulteriore salto in avanti. Anche perché migliorano pure gli altri. Sarà un ciclismo, in questo senso, sempre più estremo».
In particolare il focus è sulle classiche di primavera, sulla Milano-Sanremo e poi sulla Parigi-Roubaix, con le quali flirta da qualche anno e spera presto di concretizzare. «Alla Sanremo ho già dimostrato di potere essere lì - ha detto ancora la Locomotiva di Verbania -. In un frazione di secondo c’è la differenza tra il successo e la sconfitta. Diciamo che la Sanremo... la voglio. È lì. Quanto alla Roubaix, devo provarci ogni volta che posso. Non ho mai trovato il momento giusto, arrivandoci spesso un po’ in calo di forma. Chissà, magari nel 2026 la storia cambia…».
A luglio compirà 30 anni e, per la prima volta, prova a mettere una data di scadenza alla sua eccezionale carriera: «Voglio arrivare al top nel 2028 alle Olimpiadi di Los Angeles, perché lì c’è stato pure mio padre Marco nei suoi anni migliori (arrivò settimo nella canoa, ndr). Ma anche Brisbane 2032 sarebbe un grande palcoscenico per concludere, un po’ come ha fatto Fabian Cancellara a Rio 2016» ammette Ganna.