Scripta manent
All the time in the world

di Gian Paolo Porreca

Continuiamo spesso a chiederci, da soli, o anche nello spazio di questa rubrica, quali siano i meccanismi che portano un ragazzo un giovane un uomo - o quella quota di “bambino” che resta in loro - a nu-trire simpatia, o viceversa an­tipatia, per gli attori della vita e dello sport. E del ciclismo, in particolare. Sim­pa­tia, o antipatia, da distante: per i nomi, in verità, prima ancora che per i personaggi.
Confessavo, un giorno, in una serata all’Eroica di Ga­iole in Chianti, al buon Idrio Bui che - chissà perché - nelle mie corse di fantasia da ragazzo, con le biglie o in bi­ci, lui era una delle mie in­colpevoli vittime preferite: Bui, quasi sempre fra gli ultimi, colpa chissà di un nome troppo breve, vuoi mettere To­gnaccini, che lo batteva sempre, anche quando non lo avrebbe mai superato. O di un nome niente affatto mu­sicale, vuoi mettere un Bui con lo swing di un De Bruyne...
Ma in uno sport che molte volte abbiamo visto da lontano, e così forse ci è stato da­to di amarlo più profondamente, come gli amori svaniti, c’è una antipatia nostra primitiva che la vita - forse già ne abbiamo accennato - avrebbe invece trasformato in una serena, irrefutabile, più cosciente simpatia.
Ed è il rapporto “sentimentale” con Lance Armstrong, il campione statunitense che ha appena compiuto, il 18 settembre scorso, i suoi pri­mi quarant’anni. E che ci apparve profondamente an­ti­patico, in quel suo Mon­dia­le vittorioso di Oslo ’93, quando con la spavalderia di un cow-boy fece suo, sotto la pioggia, il ranch del ciclismo. Alla faccia, lui fisico da tri­atleta a stelle e strisce, del caro ciclismo della Vecchia Europa. Avremmo preferito, forse, che vincesse Frans Maassen, quel giorno: ma non però Olaf Ludwig..., e sempre a quel dilemma irrazionale “simpatia&antipatia” ritorniamo...

Ne scrivemmo sul no­stro giornale con toni presuntuosi, se non accidiosi. Che era stata una vittoria arrogante, stori­ca­mente forse eclatante, chias­sosa pure, ma certo sen­za vera musica. E che la mu­sica vera, anche abbinata allo sport, restava quella di un altro americano Armstrong, Louis, quella arcana di All the time in the world.
Ma qualche giorno dopo, sul Corso del nostro paese, co­minciava appena settembre, ci fermò un conoscente gentile, un giovane biondo che vedevo spesso correre in bi­ci, la maglietta della GIS Gelati, nel fisico qualcosa di Van der Velde: “ma perchè avete scritto queste cose contro Armstrong, dottore? Uno che vince, e così giovane poi, merita se non simpatia, al­meno rispetto, non vi sembra?”.

Quel ragazzo biondo, che pe­dalava per Carano e le strade vicino al Garigliano sempre con l’inseparabile amico Gianni, ci aveva im­partito così una lezione di misura e di equilibrio. Ed avrebbe lasciato a noi in eredità una emozione ben maggiore, quando, nel ’98, avremmo saputo della sua drammatica morte in bici, per un in­cidente stradale. Una inde­lebile commozione. Senza pa­role, se non un no­me ed un cognome. Si chiamava Leopoldo Perrone.
Armstrong, da allora, non lo avremmo tradito più. Dal suo ritorno dalla malattia, Not only bike, alla sua prima vittoria nel Tour nel ’99, che sembrò quasi esorcizzare il dispiacere provato per la delusione di Pantani, alla sequenza successiva di trionfi.
Al suo secondo ritorno, an­cora, quando le vittorie non sa­rebbero sbocciate più, come i fiori che hanno perso la buona fortuna della primavera. Ed a quella sua struggente consapevolezza, ultimo Tour 2011, numero “21”, perduto, I wish I was younger - «avrei voluto essere più giovane» -, che portiamo al cuore stretto come un adesivo, se non come una ar­resa dichiarazione di amore. Fedele, con al polso destro, fosse una mostrina, il suo braccialetto giallo: Live­strong.

È stata musica, la sua, non clamore, non do­decafonìa. Ed avevamo torto noi, nel ’93.
Lui potrà interpretare me­glio, e per più tempo ancora del vecchio Louis, All the time in the world. Lui che un giorno, a Limoges, al Tour del ’95, vinse nel nome di Fabio Casartelli. E che aveva incantato ancor prima il sorriso di quel ragazzo biondo, Leopoldo Perrone, che non lo avrebbe mai co­nosciuto. Ma che continua in prima fila ad applaudirlo per sempre - All the time in the world -, a corsa ormai finita.


Gian Paolo Porreca,
napoletano,
docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
"Buongiorno da Luca Gregorio... e Riccardo Magrini!" Una frase che per un giorno non è stata trasmessa da Eurosport, ma da noi. Subito dopo aver condotto la conferenza stampa sotto la neve di Livigno, infatti, sabato scorso la premiata ditta...


È l’unico team manager italiano del World Tour e mira al pri­mo posto nel ranking mon­diale sia con le sue ra­gazze che con i suoi ragazzi. Luca Guercilena sa che non è un risultato semplice né immediato da raggiungere ma...


Geraint Thomas guiderà ancora una volta la sfida dei Granatieri INEOS al Giro d'Italia 2024. Supportato da una squadra esperta e molto forte, il gallese, che si è classificato clamorosamente secondo nel 2023, torna in Italia con l'ambizione di ben...


Una festa del ciclismo rovinata. Almeno per le tre squadre, sia maschili che femminili, che ieri sono state vittima di un furto all'ora di pranzo nei pressi delle Terme di Caracalla a Roma. Nel momento d'intermezzo tra il Gran Premio...


Dopo il successo ottenuto a Chiaramonte Gulfi, Daniel Bartolotta ha regalato al Team Bike Sport Ballero l’ennesima soddisfazione conquistando con autorità il 3° Memorial Angelo Castiglia a Solarino. Il corridore diretto da Angelo Canzonieri è stato autore della fuga decisiva...


La puntata di Velò andata in onda ieri sera su TvSei è stata particolarmente interessante, si è parlato di classiche, du ìRomandia, di Giro d'Italia e di tanto altro ancora con Luciano Rabottini, Riccardo Magrini e Ruggero Marzoli. Come sempre a fare il...


La “Coppa Liberazione Trofeo i Greppi” promossa ieri a Donoratico dalla locale Unione Ciclistica non ha tradito le attese, doveva essere una giornata di festa scandita dalle pedalate dei giovani ciclisti e festa è stata. Nella Gara Unica per Esordienti...


Federico Biagini conquista il terzo posto al GP Liberazione. Una gara ricca di scatti e controscatti che non hanno impensierito il corridore reggiano, sempre presente nel gruppo dei migliori. Biagini si è giocato la vittoria nella volata ristretta di sei...


Una buona prova per la Petrolike Forte Sidermec di Gianni Savio e Marco Bellini, che ha piazzato il messicano Jose Ramon Muniz al quinto posto nel Gran Premio Liberazione, gara internazionale riservata agli Under 23, nel cuore di Roma. La...


Su due fronti si è potuto assistere alla bella doppietta del Pool Cantù-GB Junior che festeggia con gli allievi nel Veronese e con gli Juniores nel Milanese. Il figlio d'arte Ruben Ferrari ha colto un bellissimo successo a Pedemonte di...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi