Gatti & Misfatti
Virus Contador

di Cristiano Gatti

Nemmeno il tempo di respirare ed è già Giro d’Italia. Se ne sentono nell’aria l’aroma, il fascino, la magìa. L’attesa è come al solito bellissima. Stavolta, però, anche carica di ansia. Nubi cupe e spettri infernali aleggiano sullo sfondo, con la seria eventualità di vederli prima o poi rappresentarsi fisicamente in tutta la loro forza distruttiva. Come se non ne avessimo già abbastanza, di distruzioni varie.

Lo definirei Virus Con­ta­dor. Ecco, l’insieme delle spaventose sciagure che potrebbero abbattersi (anche) su questo Giro sono tutte legate a questo fa­migerato fattore, dal primo sabato di maggio in circolazione sulle strade d’Italia. Come tutti i virus, è mol­to subdolo. Inzialmente non ma­nifesta alcun effetto negativo. Striscia, aleggia, serpeggia. Di più, riesce persino a confondere le idee e a diffondere euforia. Come no: ab­biamo in Italia il più grande corridore del mondo, l’ultimo talento super, in grado di vincere tutto quello che tocca. Hai voglia di dire che il Giro non è pre­sti­gioso e im­portante: con il no­stro talento Ni­bali, con Men­chov, Sastre e Scar­po­ni, Conta­dor completa un cartello di primissimo ordine. Grande spettacolo, grande visibilità, grande successo. E il virus? Ma quale virus, è un virus stupido e in­nocuo. È uno come ce ne sono tanti, non fa male a nessuno.

Invece, il virus è letale. La­vora lentamente, sotto su­perficie, ma è forte e inarrestabile. Tut­ta la sua pericolosità si manifesta quando ormai è troppo tardi, quando non c’è più nessuna cura in gra­do di arginarlo. Può succedere questo: Contador, che dopato o non do­pato è comunque campione, può tranquillamente vincere il Giro. A naso, è quasi sicuro. Ma a quel pun­to il virus entra in azione e attacca il sistema centrale del Giro d’Ita­lia. Può realisticamente essere che subito dopo il trionfo arrivi una sentenza del Tas, capace di ribaltare la (fa­cile) assoluzione concessa dalla giustizia spagnola al suo campione, per il famoso caso di doping al Tour. In altre parole, in pratica, il vincitore Contador, anche il vinci­tore Con­ta­dor, come tanti altri bei nomi che in passato hanno rovinato a posteriori l’atten­dibilità e la serietà della cor­sa, persino Contador può benissimo diventare un vincitore fasullo. Un vincitore da depennare, o comunque da coprire di ma, se, però. In­som­ma inaccettabile. Insomma an­cora una volta da buttare in discarica. Con esso, tutto il Giro 2011. Quello dell’Unità d’Italia, quello del ciclismo nuovo e pulito, quello del maggior numero di controlli. Lo so: il Giro non c’entra niente, perché il doping di Contador risale all’anno scorso. Ma sappiamo bene che questa è una replica tutta da ridere: nella realtà, per il pubblico e per la storia, risulterà che il Giro ha un vincitore equivoco e ancora una volta inattendibile. Sai quanta bella pubblicità, per la nostra corsa più bella e più importante.

Di chi la colpa? La colpa è dello sport spagnolo, che in tutti questi anni continua ineffabilmente ad autogloriarsi e ad autoassolversi vincendo in un mare di melma. La colpa è dei regolamenti internazionali, che hanno troppe varianti e troppe variabili, mentre questa sporca storia del do­ping avrebbe bisogno di una giustizia esterna, unica per tutti, uguale per tutti. E la colpa, voglio dirlo, è anche della matassa di interessi, di veti incrociati, di pesi e contrappesi, che ha portato alla bella situazione di questi organizzatori ormai obbligati ad ospitare chiunque nelle proprie gare, senza alcun potere di scelta e di chiusura (mi viene da ridere al pensiero di quello che toccò ai Bas­so e agli Ullrich soltanto nel 2006, buttati fuori dalle proprie squadre e dagli organizzatori del Tour soltanto sulla base - allora - dei primi sospetti).

Sarà bene prepararsi: il ciclismo rischia anche quest’anno di rovinarsi la faccia e la reputazione, precipitando ancora più in basso nella considerazione generale, grazie al caos regolamentare e legislativo. Il virus Contador, che con i tempi lunghi e insopportabili di questa giustizia può poi intaccare persino il Tour, è or­mai nell’aria e non c’è vaccino che possa arrestarlo. L’unica arma possibile sarebbe un colloquio franco tra il patron rosa Zomegnan e il datore di lavoro di Contador, un certo Bjarne Riis, proprio quello che eliminò Basso per non fare del male al Tour. Zomegnan potrebbe chiedere gentilmente a Riis di fermare il virus con una preventiva e diplomatica rinuncia al Giro 2011. Però devo essere sincero: credo a questa possibilità come credo agli asini che volano. Sia Zomegnan che Riis non rinuncerebbero mai alla libidine di avere Contador nuovamente in rosa. Purtroppo, anche questo è un effetto del virus: inizialmente inebria le menti con le più rosee visioni, poi però presenta il conto e stende tutti nella polvere.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
E’ il 19 marzo 1974, ad Albenga, sulla strada statale Aurelia, transita la Milano – Sanremo con Felice Gimondi in maglia iridata lanciato verso la vittoria. Contemporaneamente all’ospedale di Albenga nasce Mirko Celestino, futuro campione del ciclismo su strada e...


Sarà la città di Pesaro, "capitale italiana della cultura per l'anno 2024", ad ospitare la prima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, che per la prima volta nella sua storia, vedrà la partenza dalla Regione Marche. per seguire la...


Non è un difetto solo italiano, quello di storpiare i nomi stranieri. E allora ecco che la Visma Lease a Bike ci invita ad imparare la pronuncia corretta deìl suo nome affidandoci ad un professore decisaemnte autorevole: Wout Van Aert...


Sono state 35 le federazioni nazionali che, domenica, hanno partecipato all’annuale congresso dell’Union Européenne de Cyclisme che si è tenuto Santiago de Compostela (Spagna). Nel corso dell’appuntamento congressuale, al quali ha partecipato anche il presidente dell’Union Cycliste Internationale David Lappartient,...


E si può ben dire che, come nella Milano-Sanremo anno 1980, Pierino Gavazzi è arrivato ancora primo – e prima – sul traguardo prestigioso di Via Roma della città dei fiori. Il valoroso e oltremodo discreto (beninteso come carattere) velocista...


La maglia unisex Ombra è una delle ultime novità della nuova collezione Primavera/Estate 2024 di Santini, ancora una volta frutto della collaborazione con Polartec®, il brand americano leader nella produzione di tessuti tecnici e sempre più sostenibili. Una partnership iniziata nel...


Una vera e propria comunione d’intenti, che si realizza anche nella grande attesa che si respira in paese per il ritorno del Giro d’Italia, a maggio, e nel supporto attivo nei confronti del grande ciclismo internazionale, come testimoniato dalla scelta...


Archiviato un altro fine settimana in sella ancora caratterizzato da buoni risultati (il settimo e il nono posto di Menghini e Peschi, al rientro dall'infortunio di inizio anno, alla 107^ Popolarissima; il quinto e il decimo di Bortoluzzi e...


La Valchiavenna si prepara ad accogliere un evento ciclistico unico nel suo genere: la Valchiavenna Gravel Escape.  Si tratta di una manifestazione ciclistica non competitiva che mette al centro la bellezza della natura e la gioia di pedalare, senza la...


Uno splendido colpo d’occhio giallo e verde, i colori della società di Pontedera. Lo ha offerto sul palco del Piccolo Teatro di Chianni, l’Associazione Ciclistica “Una Bici X Tutti” con i suoi 36 atleti, tra giovanissimi, esordienti e allievi....


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi