Gatti & Misfatti
Lance, il Centenario

di Cristiano Gatti

Sono convinto anch’io che Armstrong farà un Tour migliore del Giro. Ha più gare nelle gambe, non ha più una frattura da smaltire. Auguri al Tour, ma la questione per noi resta intatta: Armstrong al Giro, è convenuto o non è convenuto?

In linea generale, resto dell’idea che Armstrong avrebbe fatto bene a re­stare dov’era e com’era negli ultimi tre anni: un miliardario texano idolatrato da tutto il mondo, leader di un bellissimo movimento anticancro, ipotetico candidato alla prossima gara elettorale per governare il suo Stato. Tornare in bicicletta, lo pensavo prima e lo penso pure adesso, non aggiunge niente al suo mito sportivo. Punto e a capo. Bi­sogna però prendere atto che Armstrong ha deciso altrimenti, e dunque da qui bisogna ripartire con i ragionamenti. Allora, lui ha pensato di fare la cosa giusta: ma a conti fatti, a babbo morto, possiamo dire che sia la cosa giusta anche per il Giro?

Le risposte sono due. La prima riguarda businness e grancassa: da questo punto di vista, Arm­strong resterà l’affare del se­colo per il Giro secolare. La sola parola ha smosso attenzione, passaparola, battage. E soprattutto amabili contratti, in una congiuntura generale dove i contratti sono pochi e sanguinosi. Se Zomegnan si è garantito i diritti della rete ame­ricana Universal per quat­tro anni, il merito non è certo di Gibo Simoni o dei commenti tecnici di DinosA­u­ro Bulbarelli: è solo perché qui, per la prima volta in vita sua, in piena terza età, c’era Lance. Niente da dire, complimenti a Zom il Patron: operazione riuscitissima e vantaggiosissima. Da un pun­to di vista del money, geniale.

Tutto diverso il discorso sportivo. Molto diverso, diciamo pure opposto. L’ideona di ospitare Armstrong in casa rosa si è rivelata una cosa abbastanza pietosa. Non è un giudizio sulla corsa di Lance: lui, alla sua età, dopo tre anni di pensione, con una frattura a po­che settimane dal via, ha fatto pure troppo. Ha lottato, non si è risparmiato, si è persino calato nella parte del gregario (di Leipheimer, pensa te). Ma può bastare? Chiedo: è davvero uno spettacolo così elettrizzante vedere il recordman del Tour de France ridotto in que­sto stato? Sarò schizzinoso, magari sarò anche un po’ bastardo dentro, ma personalmente l’ho trovato uno spettacolo patetico. Sarà che ho avuto la fortuna di vedere l’Armstrong vero, nei suoi sette anni epici, nelle vesti dell’invincibile e dell’inarrevabile. Sarà che tendenzialmente i revival e gli amarcord mi mettono sempre troppa mestizia. Sarà che per convincerlo a venire il patron Zo­megnan gli ha disegnato il Giro più facile di sempre, mortificando lo spettacolo. Ma nella sostanza il risultato è questo: da un punto di vista tecnico e spettacolare, Arm­strong al Giro del Centenario si è rivelato un’operazione fallita. Il Centenario sembrava lui.

C’è da dire una cosa: quello che io ho trovato patetico, a mol­ti è sembrato terribilmente bello. A tanti espertissimi del Giro è bastato vederlo davanti in qualche discesa, o ben po­sizionato in gondola nel giorno della presentazione di Venezia, per sparare superlativi a raffica. Per scatenare la retorica. Per dire quanto sono esperti: l’hanno presentato come un superfavorito, e hanno continuato a presentarlo così dopo averlo visto dare tre cambi nella cronosquadre inaugurale. E pazienza se poi, su tutte - ma proprio tutte - le salitelle del Giro piallato dal Mago Zom (il prestigiatore che con un solo colpo di bacchetta ha trasformato l’Italia nei Paesi Bassi), il favoritissimo si è inesorabilmente staccato: niente, anche a ottantadue anni, Armstrong è sempre Armstrong. Guai profanare il santino.

Eallora, se questo è l’an­dazzo, se questa è l’este­tica egemone del nostro ambiente, adeguiamoci prontamente e prepariamoci ai prossimi eventi clou. Per il Giro 2010, orfano di Binda e Girardengo per causa di forza maggiore, il cartellone è già zeppo di nomi prestigiosi: assicurata la presenza di Mot­ta e Zandegù, probabili Bu­gno e Indurain, in attesa di sciogliere le ultime risposte Pambianco e Massignan. Scartata l’ipotesi Moser: non sarebbe un ritorno. Di bicicletta non è mai sceso.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Il Giro d'Italia è appena ripartito da Pompei dopo il giorno di riposo per la decima tappa, con quattro ruote veloci in meno rispetto all'arrivo dell'altroieri a Napoli. Non hanno infatti preso il via: proprio il vincitore della volata partenopea...


È una tradizione, ormai, per Matteo Tosatto festeggiare il compleanno al giro e stavolta è ancora poiù importante perché il diesse della Tudor taglia il traguardo dei 50 anni. «Vi ringrazio per gli auguri in un giorno così particolare. Il...


Parlare con Damiano Caruso è sempre un concentrato di saggezza e disponibilità a parlare di ciclismo e umanità. In una decina abbondante di minuti in piacevole chiusura di puntata, il veterano della Bahrain Victorious spazia con Pier Augusto Stagi da...


Sono 7 le nazioni che hanno centrato vittorie nelle prime 9 tappe del Giro d’Italia 2024, una in più rispetto a quanto accaduto nel 2023, prendendo come riferimento lo stesso periodo. In questa edizione, tre i successi della Slovenia (tutti...


Per Antonio Tiberi questo Giro d‘Italia è tutto in crescita e dopo aver ricevuto i complimenti sia da Tadej Pogacar che da Gianni Bugno, il corridore della Bahrain Victorious, pieno di orgoglio ha detto che vuole migliorare un po’ ogni...


I numeri servono a misurare - quantità, distanze, vita - ma anche a raccontare. E soprattutto non hanno limiti: nel senso che sono infiniti, ma anche nel senso che possono essere raccontare di tutto e di più. Anche il ciclismo,...


Dopo il primo giorno di riposo nei dintorni di Napoli, il Giro d'Italia riparte da Pompei in direzione di Cusano Mutri, frazione breve - 142 km - ma impegnativa con i suoi 2.800 metri di dislivello. per seguire la cronaca...


La maglia bianca di miglior giovane è sulle spalle del belga Cian Uijtdebroeks, che ad appena 21 è anche al quinto posto della classifica generale. Lo scalatore belga spera di poter migliorare nella seconda settimana e di poter ottenere risultati...


Dopo la giornata di riposo nella bella ambientazione del golfo di Napoli, la corsa riprende proponendo la partenza da un autentico e iconico luogo come Pompei, città che rientra, con le vicine Ercolano e Oponte, nell’elenco del Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO...


  Per Alessandro De Marchi è stato “come un bambino nel paese dei balocchi” con due episodi incancellabili: la morte di Wouter Weylandt (“Passai di lì poco dopo, perché mi ero staccato nel finale di corsa, e non ho mai...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi