Gatti & Misfatti
Pacco o doppio pacco?

di Cristiano Gatti

Buon anno a tutti: buon anno a quelli che vanno, per primo Paolo Bettini, e buon anno a quelli che tornano, per primo Ivan Basso. Ma è inutile che ci nascondiamo dietro alle carinerie: il 2009, almeno fino a maggio, sarà l’anno di Lance Armstrong.

A parte qualche pugile rintronato, non è facile in­contrare nella storia dello sport un ritorno di questa portata e di questo genere. Il recordman superman del Tour, sette vittorie consecutive, risale in bicicletta nel pieno della ter­za età sportiva, dopo tre sta­gioni di pensione più o me­no attiva. Casualmente il vero ri­torno avverrà al nostro Giro, un po’ perché cade prima del Tour, un po’ perché non è poi così certissimo che il Tour avrà Armstrong. In ogni caso, toccherà a noi scartare il pacco. La domanda, persino ovvia, è la stessa che ci ripetiamo sin dal giorno dell’annuncio: sarà un pacco dono o sarà un pacco?

Da un punto di vista cinicamente promozionale, per il Giro è comunque un’operazione stuzzicante. Da mesi non si parla d’altro, per me­si non si parlerà d’altro. E peccato che poi il patron Zo­megnan abbia deciso di solennizzare l’avvenimento disegnando un percorso stralunato, che meritebbe anche un repentino cambio di logo per la storica manifestazione: io direi “Sgorbio d’Italia”. Ma a parte questo, la mossa resta astuta. Tuttavia, mi sembra molto astuta a brevissima scadenza. A lungo termine - mi dichiaro sin da adesso - ho la netta sensazione che potrebbe facilmente diventare un grande boomerang.

La mia è solo una teoria, anzi un’opinione. Provo a dirla brevemente. In sintesissima, direi questo: quan­do il Giro sarà terminato, comunque sarà terminato, l’ombra di Armstrong graverà inesorabilmente sul verdetto. Sia che vinca, sia che perda. In un modo per niente simpatico.

Cominciamo dall’ipotesi negativa: Armstrong per­de. Se arriva trentunesimo, staccatissimo su tutte le montagne, sarà inevitabile raccontare un ritorno patetico, che andava a tutti i costi evitato. Ma anche se arriva quarto, o persino secondo, cioè centrando un risultato pazzesco per un 38enne reduce da tre stagioni fuori, sarà ugualmente inevitabile concludere così: è andato bene, certo, ma lui è Arm­strong. Lui ha vinto sette Tour di fila. Lui è un mito e un mo­numento. Aveva proprio bisogno di questo piazzamento in tarda età? Che cosa aggiunge, questo piazzamento? Arm­strong significa invincibilità: con questo ritorno, benchè piazzato, è riuscito soltanto a tornare sulla terra, tra noi esseri normali. Di questo Arm­strong, nessuno ha bisogno.

L’altra ipotesi: vince alla sua maniera. Straccia tutti a cronometro e poi li stacca pure in salita. Ma sì, proprio come faceva fino a quattro anni fa. Ecco, poniamo di assistere a un nuovo prodigio. Chiedo subito a bruciapelo: con tutto quello che abbiamo visto in questi anni, con tutto quello che abbiamo detto anche e persino su Armstrong, alzi la mano chi accoglierebbe un si­mile verdetto a cuor leggero. Sen­za pensieri, senza ombre, sen­za porsi qualche perché. Sen­za sospetti. Lo confesso apertamente: per quanto io mi sia imposto da tempo di non fare lo sfasciacarrozze e il dietrologo ad ogni costo, cioè di pensare sempre “che cosa ha preso” di fronte a qualunque vincitore, di fronte a un 38enne che non corre da tre anni e mezzo che al ritorno strapazza avversari fortissimi come se il tempo si fosse fermato, sì, lo confesso, sarei il primo a so­spettare. Sarei il primo a coltivare qualche cattivo pensiero. Alla fine, mi ritroverei esattamente al punto di partenza, dove cioè mi trovo - ci troviamo - da anni a conclusione di un grande giro: con un retrogusto amaro, acido, tossico. Per l’en­nesima volta, con la sensazione che il ciclismo non riesca a uscire dal suo tunnel. La sensazione più odiosa di tutte.

Come concludere, allora. Anche se Armstrong si offende, spero vivamente che la sua campagna italiana si risolva in un successone di be­neficenza e solidarietà, ma in un colossale fiasco agonistico. Ne sarei umanamente dispiaciuto, la cosa mi scatenerebbe una certa mestizia - via, non è mai bello vedere un mito trascinarsi in Giro come un vecchio reduce -, ma questo epilogo fa­rebbe un gran bene al ciclismo. Alla sua attendibilità, alla sua umanità. Nel mondo degli umani, un 38enne che non ga­reggia da tre stagioni può solo prendere tramvate dai giovani avversari. Non ci piove. Se in­vece ci piove, prepariamoci di nuovo: piove sul bagnato.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Eleonora Gasparrini mette la propria firma sull'edizione 2025 del Grand Prix du Morbihan Femmes. La 23enne piemontese della UAE Team ADQ ha anticipato sul traguardo di Plumelec la svizzerra della FDJ Suez Elise Chabbey e Ségolène Thomas, francese tesserata per...


Purtroppo la cronaca ci porta anche oggi la notizia di un incidente stradale che vede coinvolti i ciclisti. Un grave incidente si è verificato infatti questa mattina a Porto San Giorgio: due ciclisti sono stati travolti da un'auto sulla statale,...


L’inizio è stato bello e buono, per noi italiani. Certo, non si è vinto, non abbiamo portato a casa la prima rosa, ma con Ciccone, Busatto, Ulissi e Piganzoli ci siamo fatti vedere eccome. Siamo in 48 e possiamo davvero...


Ogni giorno vi parliamo della pericolosità delle strade e della difficoltà di tutti i ciclisti, questa volta a farne le spese è stato Jan Ullrich che è stato travolto da un'auto durante l'allenamento. Come riporta il giornale tedesco Bild, il vincitore...


Prima la festa con la squadra, poi il pagamento del pegno: Jacopo Mosca aveva promesso che se Mads Pedersen avesse vinto la prima tappa del Giro d'Italia avrebbe sacrificato la sua non fluente (non ce ne voglia...) chioma e così...


Ancora un piazzamento per Wout van Aert, che ieri nella prima tappa del Giro d’Italia si è dovuto accontentare di un secondo posto alle spalle di Mads Pedersen, che ha così conquistato la prima maglia rosa della corsa. Il belga...


Vive a Tirana e corre a Oudenaarde per la KD Bikes-Doltcini CT: si tratta di Ylber Sefa, 11 volte campione nazionale di ciclismo in Albania, sia nella prova in linea che a cronometro. Ylber Sefa racconta con orgoglio della grande...


I nuovi prodotti Ulac, distribuiti in Italia da Ciclo Promo Components,  sono destinati interamente a chi pratica bikepacking e godono di un rapporto qualità-prezzo davvero interessante. Il portafoglio Ulac Touring Case GT è perfetto sia in città che lungo i sentieri, robusto, colorato ed...


Mark Stewart ha regalato alla Team Solution Tech - Vini Fantini la decima vittoria stagionale imponendosi nella terza tappa del Tour de Kumano. Alla conclusione dei 107 chilometri in programma, il 29enne britannico ha anticipato il suo coetaneo danese Mathias Bregnhøj, tesserato...


La partnership tra “Astoria Wines” e il Giro d'Italia si rinnova anche per l'edizione 2025 e la festa sul podio del grande ciclismo è sempre targata “Astoria Wines”. Oltre 100 Jeroboam da tre litri con l’inconfondibile profilo intagliato e il...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024