Il Cobra è pronto a colpire

di Valerio Zeccato

Con la maglia tricolore, conquistata a Imola domenica 20 giugno, sulle spalle Son­ny Colbrelli si appresta ad affrontare due importantissimi impegni: l’Europeo “in casa” domenica 12 settembre a Trento e il Mondiale in Bel­gio domenica 26 dello stesso mese. Il trentunenne bresciano di San Felice del Benaco (sulla cosa ovest del Lago di Garda), portacolori della Bahrain Victorius ha mes­so nel mirino i due impegni con la ma­glia azzurra e si sta preparando per arrivarci nella migliore condizione.
Sulle strade del Trentino ti presenti da campione italiano con la possibilità di regalare all’Italia il poker di vittorie continentali consecutive dopo quelle di Matteo Trentin nel 2018, Elia Viviani nel 2019 e Gia­como Nizzolo nel 2020. Come ti approcci a quest’Europeo?
«Ho visto il percorso sulla carta ma non l’ho an­co­ra visionato sul posto. Di­ciamo che a grandi linee lo conosco in quanto dicono che ricalca quello del Trofeo De Gasperi per Under 23 che ho vinto da dilettante (Sonny si aggiudicò la corsa nel 2010, superando Matteo Trentin, ndr). So che c’è da affrontare la salita del Monte Bondone che è impegnativa anche se verrà fatta dal versante meno duro, forse sarà più problematica la discesa molto tortuosa nella quale, se qualcuno prenderà decisamente l’iniziativa, potrà fare danni. C’è però da dire che mancheranno mol­ti chilometri al traguardo (in totale la prova in linea ne misura 179, ndr)e quindi non sarà facile riuscire a compiere già l’azione decisiva. Il tracciato consente, a chi vuole evitare lo sprint, di trovare il terreno adatto per farlo, qualche Na­zio­ne potrebbe prendere in mano la situazione per fare la selezione sfruttando salita/discesa e partendo da lontano. Il percorso mi piace e mi si addice, ci credo e sto lavorando per arrivarci bene. Sarò in corsa col tricolore sotto la maglia azzurra e quindi ancora più motivato e stimolato».
Il Mondiale da Anversa a Lovanio in Belgio, al centro delle Fiandre, sarà tutta un’altra cosa a cominciare dal chilometraggio di 267 km. Nel 2017 ti sei aggiudicato la Freccia del Brabante più o meno sulle stesse strade. È un segnale importante…
«Qui è un’altra storia. Prima di tutto ci sono un centinaio di km in più dell’Eu­ro­peo e le cose cambiano a prescindere dal percorso. Poi parliamo del Mon­dia­le e quindi ci saranno altri corridori, tutti i migliori, e tutti sanno che conquistare la maglia iridata ti cambia la vita. Il percorso è un mix tra Giro delle Fiandre e strappi in pavé, si passa dall’asfalto normale allo sterrato dove si fa la differenza. Sarà sicuramente una gara da affrontare sempre davanti, altrimenti rischi di rimanere tagliato fuori perché inseguire e rientrare è difficile. Mi piace correre su questi percorsi e in queste situazioni, ho vinto il Brabante che è molto simile come tracciato, bisognerà arrivarci al 100% della condizione. Sono sicuro che l’Italia sarà al via con una squadra molto for­te, con i vari Trentin, Bettiol, Moscon, Ballerini e altri che vanno forte e sa­pranno bene figurare».
Dall’Europeo al Mondiale passeranno solo 14 giorni: come mantenere la condizione giusta?
«È una scelta importante. Vediamo se sarà il caso di andare ancora in altura oppure fare altre corse per mantenere il tono muscolare e lo spunto veloce. De­cideremo dopo Trento».
Cosa è cambiato nella vita di Sonny Col­brelli dopo il trionfo tricolore?
«Mi chiedono più fotografie e autografi! (e sorride soddisfatto, ndr). Per il resto non è cambiato assolutamente nulla: sono sempre il corridore di pri­ma, è cambiato il colore della maglia, questa mi piace tantissimo e spero di onorarla al meglio. Biancorossoverde è bellissimo, ma vorrei cambiarlo con il colore dell’iride...».
Si dice che “vincere lo scudetto” pesa mol­to perché bisogna difenderlo tutto l’an­no. Il Sonny solare che abbiamo conosciuto in questi anni sente questa “pressione”?
«No, l’importante è essere tranquilli e cercare di dare sempre il 100% quando firmi il foglio di partenza. Non mi cambia la vita: io sono così, vado alle corse come andavo prima, non sento alcun peso addosso. Se lo fai, finisci per metterti strane idee nella testa e ti blocchi. Al Tour de France, subito dopo aver vinto l’Italiano, sono andato tranquillo, non ho vinto ma la maglia tricolore penso che si sia vista spesso...».
A proposito del Tour, hai sfiorato la vittoria arrivando secondo a Saint-Gaudens e terzo a Tignes, oltre ad altri buoni piazzamenti. A bocce ferme hai qualcosa da rimproverarti?
«Un po’ di rammarico c’è, potevo davvero arrivare a conquistare un successo al Tour. Magari ho perso l’occasione nelle poche tappe adatte alle mie caratteristiche, forse ho perso l’attimo giusto. Ma se non ho vinto è principalmente perché in quelle tappe c’era chi andava più forte di me: il ciclismo è così!».
Il ct Davide Cassani è stato al centro di un “caso”, ora sappiamo che rimarrà nel suo ruolo fino all’appuntamento iridato. Come hai vissuto la situazione?
«Sono contento che Davide ci sia fino alla fine: c’è sempre stato un buon rapporto tra di noi. Certo, la Federazione giustamente fa le sue scelte, i rinnovamenti sono cose che esistono da sempre. Ma era importante che si concludesse insieme il percorso intrapreso, cambiare adesso non mi sembrava cosa giusta».
A proposito di cambiamenti, i rumors dicono che Sonny Colbrelli potrebbe vestire i colori dell’Astana la prossima stagione. Che c’è di vero?
«Nulla. Ho il contratto con la Bahrain Victorius ancora per due anni e non mi muovo. Sì, mi hanno cer­cato diverse squadre non lo nego, ma io resto dove sono».
È proprio vero, con il tricolore addosso o senza Sonny Colbrelli resta lo stesso: so­lare, niente giri di parole, le cose bel­le chiare e sicure. E questa è una grande garanzia di questi tempi!

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