Fortunato: «Sono un corridore da scoprire»

di Angelo Costa

Se vai al tuo primo Giro e ti dicono che lo chiuderai nei primi venti (16esimo) come secondo italiano, vincendo la tappa più importante, probabilmente penseresti che ti stiano prendendo per il naso. «E infatti non pensavo neanch’io che avrei fatto così bene», racconta Lorenzo Fortunato, una delle tante facce belle di una corsa che, in tema di bravi ragazzi, non si è certo risparmiata. Lo dice col candore che lo accompagna da quando è salito in bici, con quel sorriso che ha conquistato appassionati e mamme dopo avergli illuminato il volto subito dopo la fatica più dura.
Grazie al successo sullo Zoncolan, adesso il ciclismo sa chi è Lorenzo Fortunato, bolognese di 25 anni compiuti sulle strade rosa. Viene da Castel de’ Britti, la frazione di San Lazzaro che allo sport ha dato un mito come Alberto Tomba, e divide vita e allenamenti con Erba, nel Comasco, dove sta di casa la fidanzata Veronica. È al terzo anno tra i professionisti, dopo i primi due con la Vini Zabù, e fin qui ha cor­so poco: ci sta che fino al Giro non avesse vinto niente. Un po’ meno che non avesse vinto quasi niente neanche da under 23: una corsa in Toscana cinque anni fa, dopo una fuga con Al­banese. Alla corsa rosa doveva de­but­tare nell’ottobre scorso, ma all’ultimo lo lasciarono a casa. Poteva succedere anche quest’anno, ma il Giro delle Astu­rie, corso da miglior italiano con un settimo posto nel tappone alle spalle di Quintana, ha convinto la Eolo Kometa a schierarlo al via da Torino: a volte, il destino.
For­­tu­nato, alla vigilia avevi detto di puntare a finir bene le tappe dure, invece è andato oltre: cosa ti ha detto questo Giro?
«Che recupero bene tutti i giorni, che se non sbaglio ad alimentarmi e a bere assorbo bene le tappe. E che più la salita è dura più vado bene, più è lunga più sono a mio agio».
Dove devi migliorare?
«Nella posizione in gruppo: corro abbastanza indietro e lo pago so­prattutto alla fine delle discese: se im­parerò a stare più avanti, consumerò meno energie».
Cosa resta dentro dopo lo Zoncolan?
«È stata la ciliegina sul mio Giro. Ero già felice perché fin lì ero rimasto con i migliori su tutte le salite. Non a caso, senza mai guardare la classifica, sono arrivato piuttosto in alto».
Mai guardata la classifica?
«Fino alla vigilia dell’ultimo weekend, mai».
Sullo Zoncolan c’è stato un momento in cui ha pensato di non farcela?
«No, perché non ho mai pensato di vincere, almeno fino a quando non ho visto il traguardo. Non mi sono creato aspettative».
Che effetto fa avere fra i fans un mito co­me Alberto Tomba?
«Dà un bel po’ di morale. E ti toglie un po’ di pressione: in fondo, Castel de’ Britti un campione ce l’ha già…».
Vi siete sentiti?
«Subito dopo la vittoria: dopo il Giro andremo a cena insieme».
Il messaggio più bello che ha ricevuto?
«Dai miei genitori in giù, ce ne sono stati tantissimi. Ne ho avuti più di mil­le, mi si è bloccato il telefono: non ho fatto una classifica, ho avuto anche po­co tempo per leggerli tutti».
Ti avessero chiesto prima del Giro che corridore è Fortunato, cosa avresti risposto?
«Un corridore medio, che non conosceva i propri limiti: un conto è andar forte nelle Asturie, un altro in una gran­de corsa come il Giro».
E adesso chi è Fortunato.
«Un corridore medio alto».
Eppure il Giro hai rischiato di saltarlo ancora…
«Vero: alla Coppi e Bartali non ero an­dato bene come speravo. Poi, in Spa­gna, sono cresciuto».
Cosa hai imparato finora tra i professionisti?
«Che non si smette mai di imparare. E che per andar forte bisogna curare anche le virgole. Mi sono presentato al Giro fiducioso perché avevo lavorato su potenza e peso, i frutti si sono visti».
Quando ti sei accorto di essere un corridore cambiato.
«Al Giro. Prima non è che ho corso tanto, lo scorso anno praticamente mai. A Campo Felice e anche pri­ma a Ascoli mi sono accorto che fino a due chilometri dall’arrivo stavo lì davanti con facilità: lì ho capito che potevo mi­gliorare, an­che se dentro di me pen­savo che prima poi sarei saltato».
Motivo?
«Mai fatta una corsa di tre settimane, non avevo parametri».
Hai accanto due signori come Contador e Basso: che spinta danno?
 «Alberto mi ha chiamato dopo lo Zon­colan: sentirlo ti dà forza. Ivan, invece, tutti i giorni è sulla prima ammiraglia: un bel vantaggio. Per non dire degli al­tri tecnici: tutta gente che ha fatto la storia del ciclismo».
Ti hanno fatto anche una bici speciale per il gran finale del Giro.
«L’ho usata nell’ultima tappa di montagna, a Alpe Motta: nei momenti difficili, guardavo il telaio con la scritta Cit­ta­della-Monte Zoncolan e mi dicevo “Lo­renzo, tu hai vinto quella tappa: non puoi staccarti a Medesimo”».
Sei spesso a Erba: a San Lazzaro quando ti vedono?
«Meglio dire che sono spesso in ritiro: prima del Giro, ho fatto 65 giorni con la squadra ad allenarmi. Mi alterno: su tre settimane, una la passo a casa dai genitori. A San Lazzaro ho i miei riferimenti e il papà che mi fa dietro moto. Diciamo che Erba è l’ideale per le salite lunghe come Ghisallo e Sormano, casa per quelle che conosco meglio».
Hai detto che il tuo piatto preferito sono i pizzoccheri: da emiliano non ti vergogni?
«Quando mi fanno questa domanda, di solito rispondo con l’ultimo piatto che ho mangiato. Amo la pasta, potendo scegliere lasagne e tortellini, anche se me li posso concedere una volta all’anno: sono uno da primi…».
Prossime puntate?
«Adriatica Ionica e campionato italiano. Poi mi metterò a pensare alla se­con­da parte di stagione, con Emilia, Lombardia e Sicilia».
Quale rospo hai sputato con questo Giro?
«Nessuno: ero in pace col mondo pri­ma, lo sono anche adesso. Non avevo nulla da riscattare, semmai sono stato bravo a sorprendermi».
Che futuro ti aspetti?
«C’è margine per migliorare nelle corse a tappe. Non guardando la classifica, ho accumulato ritardo anche solo per aver tirato il fiato prima della fine della tappa. Ho perso tempo in pianura, sul­lo sterrato non ne parliamo, ma non ho rimpianti: facendo così, però, alla fine mi sono ritrovato energie preziose in montagna».
Che regalo ti sei fatto.
«Non ho ancora deciso. Di sicuro lo farò a Mazzanti, il mio procuratore: un telefono nuovo, dice che per colpa mia ha fuso il suo».
Mazzanti ultimo bolognese a vincere una tappa al Giro prima di lei…
«Ora siamo pari, anche se lui ha vinto più corse. È la persona che mi sta più vicino, ogni giorno sento più lui della mia fidanzata…».

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Circa 40 milioni di euro di impatto economico generati con soli 6, 7 milioni di investimento pubblico: si condensa in questi ed altri dati significativi la ricaduta generata in Piemonte dalla Vuelta Espana 2025. Lo studio riguardante l’impatto economico in...


La Bahrain Victorious è lieta di confermare di aver stretto una partnership con Bianchi a partire dalla stagione 2026. Uno dei marchi di biciclette più leggendari a livello italiano e internazionale, con una storia di successo e innovazione iniziata nel...


Brugherio (MB) è pronta ad accogliere il 10 e 11 gennaio 2026 i Campionati italiani di ciclocross presso il parco Increa. L'evento è stato presentato oggi a palazzo Lombardia, alla presenza di Stefano Pedrinazzi, presidente comitato regionale Lombardia FCI, del...


Che Giro d’Italia sarà quello 2026? Verrà Jonas Vingegaard? Giulio Pellizzari sarà capitano della Red Bull Bora Hansgrohe? E poi le gare di Flamanville, Francia, seconda tappa di Coppa del Mondo di ciclocross, con Filippo Grigolini, vincitore della prova Juniores,...


La fiamma olimpica torna in Italia. Venti anni dopo Torino 2006, il simbolo a cinque cerchi illumina il nostro Paese con il significato universale che lo ammanta, segnando un passaggio fondamentale nel countdown verso Milano Cortina 2026. La cerimonia di...


La Red Bull – BORA – hansgrohe ha completato la pianificazione della formazione per il 2026 e inizierà la nuova stagione con 30 corridori. A completare l'organico è Arne Marit, che rafforza il gruppo di velocisti e specialisti delle corse...


La VF Group Bardiani-CSF Faizanè si riunirà il 5 e 6 dicembre presso i Poliambulatori San Gaetano per le visite mediche di inizio stagione. La struttura sanitaria con sedi a Thiene e Schio accompagna il team per il terzo...


Nel 2026,  la UAE Team Emirates XRG correrà nuovamente con due modelli Colnago da strada: la V5R e la Y1R. La livrea della V5R per la stagione 2026 cambierà: si abbandonerà la classica colorazione a strisce bianche e nere del 2025 per...


Paul Seixas va veloce ed è praticamente il primo corridore ad annunciare i suoi programmi per la prima parte della stagione 2026. Programmi ambiziosi... «Abbiamo costruito il mio inizio di stagione attorno a gare in cui posso davvero esprimermi e...


L'australiano Hamish McKenzie approda al WorldTour nel 2026 dopo aver firmato un nuovo contratto biennale con il Team Jayco AlUla. Il ventunenne aveva inizialmente firmato un accordo con GreenEDGE Cycling prima della stagione 2024, dopo un'eccellente esperienza come stagista. Il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024