Bike Economy, Italia let's go

di Giulia De Maio

Se progettiamo le città per le auto e il traffico, avremo come risultato auto e traffico; se progettiamo per le persone e gli spazi pubblici, avremo persone e spazi pubblici. Dalla citazione di Fred Kent, fondatore e presidente dell’organizzazione no profit Project for Public Spa­ces, è nata la sinergia tra l’Amba­sciata del Regno dei Paesi Bassi e l’Osser­va­torio per la Bikeconomy in Italia che il mese scorso ci ha invitato a seguire il webinar di presentazione dell’interessante lavoro svolto in collaborazione con Decisio.
«CoVivere. La mobilità oltre il COVID 19: costruire resilienza, mantenere di­stanza, garantire vicinanza» è il documento che ha raccolto dai Paesi Bassi le migliori pratiche applicate in Italia e nel mondo sulla mobilità sostenibile e la vivibilità urbana ai tempi del coronavirus con un orizzonte ai prossimi tre anni.
L’ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi in Italia H. E. Joost Flamand ha dato il benvenuto agli oltre 150 uditori radunati in videoconferenza spiegando l’obiettivo del progetto: fornire ai decisori politici e agli amministratori locali un riferimento tecnico ma di facile utilizzo per pianificare, realizzare e comunicare i benefici economici e sociali di un sistema di mobilità sostenibile e re­siliente.
«In questi giorni di lento ritorno alla normalità ci rendiamo conto che i mesi di lockdown ci hanno insegnato quanto è preziosa la libertà, che la scuola e il lavoro a distanza sono possibili, che dobbiamo ripensare le nostre città in vista di un possibile ritorno dell’emergenza in autunno. In questo senso la mobilità attuale non è più sostenibile, anche per motivi ecologici. L’obbligo del distanziamento sociale ci costringe a ripensare i nostri spostamenti. Ci au­guriamo questo documento sia utile per questa sfida» ha esordito Flamand.
Nicole Hablé, Sr. Economic Advisor e responsabile del progetto mobilità so­stenibile, ha aggiunto: «Purtroppo, a causa della pandemia abbiamo dovuto annullare tanti viaggi verso l’Olanda e non abbiamo potuto mostrare dal vivo i numerosi progetti locali dedicati alla ciclabilità, proprio quando stava crescendo l’esigenza di investire sulle due ruote, ma sono convinta che il ricco do­cumento realizzato risponda alle specifiche esigenze della mobilità italiana e alle necessità attuali. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli amministratori, i tecnici e le società che ci han­no supportato nella sua realizzazione. Grazie a Torino, Cuneo, Roma, Na­po­li, Bologna, Narni, Taranto e alle tante città olandesi che hanno dato il loro contributo».
Gianluca Santilli, presidente dell’Os­ser­­vatorio della Bikeconomy, ha ringraziato l’ambasciata olandese per aver permesso di realizzare questo studio. «Dal primo convegno organizzato a Ro­ma nel 2016 dedicato a questo argomento sembra passata un’era geologica, allora i nostri discorsi ai più parevano visionari, oggi le politiche europee e mondiali dimostrano l’urgenza di ri­pensare le nostre città.  Amsterdam non è nata con le bici, ma ne è diventata la caput mundi dopo l’austerity conseguente alla crisi petrolifera del 1973. Da questo altro shock dobbiamo cercare di trarre qualcosa di positivo, prendendo esempio dai Paesi Bassi» ha commentato l’avvocato romano.
Per i relatori intervenuti la mobilità è la chiave di questa rigenerazione. Mat­teo Jarre è uno dei professionisti italiani del Team Decisio, società di consulenza economica con sede ad Am­ster­dam, che ha lavorato al prezioso documento di buone pratiche per la mobilità e analisi costi-benefici sociali, e che da buon “cervello in fuga” vuole mettere a disposizione le sue competenze ed esperienze per il Paese natale.
«La necessità di mantenere il distanziamento sociale può rappresentare un grande problema. Se gli utenti della strada scegliessero in massa l’automobile, il danno socio-economico stimato sarebbe tra i 10 e 20 miliardi di euro. Per fortuna non è una situazione inevitabile. Lo spazio occupato dal trasporto pubblico deve essere ottimizzato, in questo senso ci sono mezzi molto efficaci e la bici è chiaramente uno di questi. Se incentiviamo la mobilità attiva, i benefici per la società, in primis sanitari, ribalterebbero i costi. Bisogna agire subito, senza limitarsi agli interventi a breve termine ma costruendo un sistema che resista a lungo termine, a un’eventuale seconda ondata di contagi in autunno, agli anni che ci vorranno per trovare un vaccino e ad eventuali altre pandemie future» spiega Jarre che ha realizzato questo studio in squadra con Paolo Ruffino, Paolo Destilo e Ales­sio Grimaldi.
Come detto, i Paesi Bassi non sono sempre stati la Nazione delle bici, le immagini scattate ad Amsterdam cinquant’anni fa ricordano le nostre città di oggi in cui si sta iniziando a ritagliare dello spazio per mezzi alternativi a quelli a motore. Copiando e contestualizzando esempi virtuosi possiamo ac­ce­lerare il processo usando semplici strategie.
Il team di Decisio ne ha individuate tre:
EVITARE SPOSTAMENTI NON NECESSARI Solo decongestionando la rete, da qualunque tipo di mezzo, la si può ristrutturare. Per raggiungere questo primo traguardo dobbiamo sfruttare le tecnologie di informazione e comunicazione digitale che favoriscono il telelavoro e riducono le “ore di punta”.

MODIFICARE SPAZI E ABITUDINI
La qualità di una strada influenza le scelte delle persone, allo stesso tempo la mobilità attiva garantisce l’efficienza degli spazi. L’obiettivo è passare da uno spazio monofunzione a spazi di relazione, condivisione, circolazione, interazione e interscambio ottimizzando gli spazi esistenti, sperimentando nuove soluzioni di “urbanismo tattico” e monitorando i risultati. Il bonus bici, un bike sharing gestito e ben integrato con il trasporto pubblico, gli incentivi per il Bike to work sono ottime soluzioni, ma la priorità deve essere l’educazione. La chiave di volta è insegnare ai bambini ad usare la bici promuovendone un uso responsabile e quotidiano. Nei Paesi Bassi il 73% degli studenti delle elementari va a scuola a piedi o in bici, in Italia solo il 27% lo fa e tra questi solo una minima parte sceglie le due ruote.

MIGLIORARE SERVIZI,
POLITICHE, INFRASTRUTTURE.
L’intermodabilità bici+treno è una soluzione davvero efficace per il trasporto pubblico locale che da noi purtroppo ancora compete con la mobilità ciclopedonale mentre nei Paesi Bassi si completa ad essa.
Gli esperti ribadiscono che le politiche di pianificazione e sviluppo urbano integrato basato sul Transit-Oriented Development (TOD) o Sviluppo Orientato ai Trasporti sono di lungo ter­mine ma questa è l’unica prospettiva che conta. Per vincere questa sfida anche il ruolo della comunicazione è fondamentale. Il beneficio per la società a livello personale e collettivo deve essere chiaro: se le città sono vivibili e smart staremo tutti meglio e ne guadagneremo effettivamente.
Il Co­vid-19 può rappresentare davvero lo shock che ci permetterà di ridisegnare il nostro Paese. Cogliamo questa “bicimania” post lockdown per riavvicinarci ad Amsterdam, Londra, New York, Parigi e tante altre città che in tema di mobilità sostenibile hanno compiuto scelte importanti nel tempo e ormai ci hanno lasciato indietro e nettamente staccato. Ma come se stessimo partecipando a una corsa a tappe che ci vede partire sfavoriti, possiamo iniziare la nostra ri­monta. Per poter tornare in testa alla classifica dobbiamo agire ora.

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