Rapporti&Relazioni

I primi al mondo

di Gian Paolo Porreca

Dedicato alla grande personale tristezza giornalistica e non solo - la mia di me, sì - di aver capito quasi tutto “prima”, di averlo scritto anzi scribacchiato e comunque con poca forza esplicita e senza la cassa di ri­sonanza di qualche tempo pri­ma, e dunque di non sperare di essere considerato per la mia precocissima visione del ci­clismo del 2000. Da qui una sorta di mio grande atto di do­lore, nelle righe che seguono e che si allacciano ad altre mie righe, anche qui, più o meno sullo stesso tema.
Per ordine: il ciclismo adesso è assolutamente il primo sport al mondo come intensità di calendario (dodici mesi di ga­re l’anno), vastità di geografia (tutto il mondo), folla di praticanti diretti o indiretti, pedalanti o interessati alle gare e ai raduni, acquirenti di biciclette anche costosissime, e infine respiro forte, ecologico, sano, “sportivo” davvero da usare nel mondo dello sport prossimo venturo. Tutto già da me scritto ma assolutamente da ri­scrivere, qui e non solo, ora e non solo.

Scrivevo ai miei bei tem­pi che, quando fossero arrivati nel mondo della bicicletta gli atleti veri, al po­sto degli scorfani fachiristici, fossero arrivati i supernutriti e dunque supermuscolati, le co­se (e le corse) sarebbero state diverse. Passavo per pazzo, in­namorato assurdo nonché sce­mo di atletica e nuoto, i miei sport “di origine”, sport misurabili, chiari. Ero un bieco in­namorato della scienza applicata allo sport e dunque anche al ciclismo. Scrivevano ancora sui giornali i cantori facili, spesso più entusiasti che grammaticalmente a posto, del­la poesia, della fatica, in­somma della retorica che li ave­va ingrossati. Quelli della “palpitante incertezza” che ad ogni vigilia cercava di mascherare la loro ignoranza e la loro paura di esporsi in un pronostico.

È arrivato adesso in pieno il “mio” nuovo ciclismo. È sport semplice, vince chi spinge di più sui pedali, non importa come (Froome). Una volta c’erano i gregari che faticavano per il padrone sino alle fasi ul­time della gara, i rifornimenti privilegiati, magari un costoso doping segreto. Ora ci sono gli atleti veri e forti, dal mon­do tutto, spinti dalla scienza medica avanzata e non per questo a priori disonesta. Si guardino gli ordini d’arrivo del­le gare di oggi, grandi e pic­cole: prima c’erano, ai pri­mi dieci posti, tre italiani, tre francesi, tre belgi e uno fra spagnoli, olandesi, tedeschi, svizzeri, ogni tantissimo anche lussemburghesi e portoghesi e britannici. Tanta se non tutta Europa. Adessso ci sono au­stra­liani, inglesi anzi britannici, statunitensi, canadesi, co­lombiani, messicani, russi, esteuropei assortiti (Sagan è slovacco), sudafricani bianchi o neri, in attesa “sicura” di giapponesi, cinesi, magrebini, kenyoti proprio del Kenya (non bianchi come Froome), in­somma alla grande asiatici e africani.

Nessuno sport ha tanta universalità, anche perché in bicicletta vanno un po’ tutti. Già detto ma da ridire, da urlare. Già scritto ma da incidere sulla pietra, sul metallo. Le meglio biciclette costano quasi come auto utilitarie, ormai, eppure nessuno si arrabbia, in fondo sono anche strumenti di salute.
Questo ciclismo dà ragione al giornalista che, arrivato ad es­so nel 1959, anziché praticare l’onanismo facile della gloriosità storica italofrancobelga, disse e scrisse: il ciclismo è sport arretrato, limitato, sport di strapaese per una porzione piccola di mondo, e quando arriveranno gli americani del nord forti come sequoie, gli americani del centro resistenti come fachiri e non più sottonutriti, cambierà tutto. Fatto, e in pochi anni.
Scrivevo allora circondato e “tarpato” da vecchi cantori no­bilmente rincoglioniti e ab­barbicati alla loro lunga stagione di grande popolarità. Di­cevo e scrivevo che Merckx era più forte di Coppi (Fausto più grande, altra cosa), mi da­vano del pazzo blasfemo op­pure mi rubavano la definizione, manipolandosela.

Adesso i figli e nipoti giornalistici di quei cantori parlano di crisi del ciclismo, tanta tivù e anzi troppa tivù che lo volgarizza, lo smitizza, pochi inviati al seguito delle corse, basta ed avanza appunto la tivù, e fra l’altro sono minori occasioni di abbuffate spesate, con an­che note spese dilatate. En­fa­tiz­zano i campioni del tempo dei nonni e dei padri, e cercano di dimensionare quelli di adesso, anche se sono assai più forti e hanno il merito di saper pure loro soffrire pedalando, quando avrebbero altre op­por­tunità di successo economico nella vita, magari sempre in bicicletta ma con altre for­me di ciclismo estremo o sofisticato. Mentre i campioni di una volta pedalavano e pedalavano e ciao.
Nel 2019 si celebrano i cento anni dalla nascita di Fausto Coppi. Se non sarò morto e se mi prenderanno ancora sul se­rio proverò a dire queste cose: che Castellania, alla faccia di chi mi dirà che Fausto è il mas­simo dei massimi di ogni tempo, anche del tempo futuro (sentenza sentenziosissima che avrebbe fatto inorridire Coppi, grande laico della sua religione, grande loico del ra­gionamento).

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Nuovo arrivo in casa del Team Picnic PostNL: il giovane francese Alexy Faure-Prost ha infatti firmato un contratto annuale per correre nella formazione olandese. Faure-Prost è approdato alla categoria Under 23 nel 2023, disputando una stagione eccezionale. A suo agio...


La NSN Cycling Team ha presentato la maglia che i suoi corridori indosseranno nella prossima stagione. Si tratta, si legge nel messaggio social che accompagna il filmato che vi proponiamo, di una maglia ispirata alla città natale di NSN, Barcellona....


Per la prima volta nella storia, donne e uomini affronteranno la Parigi-Roubaix nella stessa giornata: l'appuntamento è fissato per domenica 12 aprile 2026. E saranno gli uomini a gareggiare per primi seguiti dalle donne, come già accade per esempio al...


Lo sappiamo bene, il freddo può diventare insopportabile ma pedalare all’aperto offre ancora troppi benefici! Se cercate qualcosa di veramente clamoroso per trovare un prezioso equilibrio termico quando le temperature precipitano sono certo che l’intimo Bullet Proof di Q36.5 possa decisamente farvi svoltare. ...


Il territorio della provincia campana di Caserta, in tema ciclistico, è terra di viva passione per le due ruote che, nel tempo, si manifesta in molteplici forme. E, in questo quadro, s’inserisce, in primo piano, la città di Maddaloni dove...


L’economia del ciclismo sta cambiando rapidamente e a farne le spese sono le squadre, che sempre più spesso si trovano in difficoltà a causa della mancanza di sponsor. Tom Van Damme, presidente della Federazione Ciclistica belga,  in una conferenza stampa...


È un appuntamento con la tradizione, con la voglia di far festa e soprattutto con il desiderio di fare del bene: la Pedalata dei Babbi Natale 2025 si svolgerà a Roma domenica 21 dicembre 2025, partendo alle 9 dal Colosseo per un...


Un bel sole e una temperatura gradevole per il periodo hanno accolto i più di 300 ciclocrossisti provenienti da tutta Italia (Sardegna inclusa) impegnati nella 4ª edizione del Ciclocross del Tergola, organizzato dalla Sc Vigonza Barbariga a Cadoneghe (PD), tappa...


Il Trofeo Cittadella dello Sport organizzato dalla Asd Montignoso Ciclismo ha festeggiato il decennale con un’edizione che ha visto impegnati circa 90 concorrenti. Tre le partenze della manifestazione con successi assoluti nella prima gara dello junior Fabrizio Matacera, dell’under...


La data di nascita è quella del 1894 quindi il prossimo anno saranno 132 anni di vita e di attività per la Ciclisti Mobilieri Ponsacco che nonostante anche alcuni momenti non facili non molla. Merito del suo presidente Franco Fagnani...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024