Scripta manent
Pantani e la favola di Matignon
di Gian Paolo Porreca

L’aspettavamo al Tour, Marco Pantani. Dopo il Giro, per un’accoppiata decorosa. Per una presenza, per una firma: a bordo semmai di un’altra sigla, di un’ammiraglia con una decalcomania in più, l’Alessio, la Vini Caldirola-So.Di., se non quel Team Bianchi che fu già originariamente suo...
L’aspettavamo al Tour del Centenario: ed in bici, non solo in abito da mannequin come Bahamontes e Walkowiak, come Zoetemelk e Roche. La sua esistenza dolente di atleta e di ex-ragazzo, di questi primissimi giorni di estate, ce lo segnala invece ancora in difficoltà, al di là della estemporanea di un giornalismo arrembante a tutte l’ore, nuovamente claudicante su quella ascesa del riscatto che può essere impervia anche per un grimpeur blasonato. Ma via dalle parole in esubero, e via ancora più da un difficile esercizio di obiettività, il ricovero di Pantani in una clinica di Abano Terme comunque essa si chiami, in un centro termale o di recupero per depressi o per farmacodipendenti, è una vicenda che colpisce in profondità ed esula dall’aspetto, limitatamente sportivo per acquisire una dimensione innanzitutto sociale. (E già, come se poi conoscessimo davvero, al di là di un titolo di giornale e di una vetrina televisiva, lo spaccato sociale e la perversione e le frequentazioni serali dello sport - non solo del ciclismo - di oggi, fra contratti stratosferici, vertiginose sollecitazioni medianiche, ambienti promiscui e la volgare sovrastimazione dei fenomeni calcio e motori...)

E allora a Pantani, a quel Marco Pantani che vinse il Tour del ’98, in quella stessa estate in cui di contro proprio Gilberto Simoni, tanto atteso quest’anno al Tour, fu sospeso per ematocrito alto al Giro del Portogallo, con Alberati e Manzoni, Apollonio e Recinella, acqua passata che non macina forse più, noi sentiamo il dovere di dedicare solo un patrimonio immenso di buonaugurio.
E gli ricordiamo, per quell’orgoglio scontroso che riconosciamo in lui di ottimo Capricorno, una storia esemplare che viene proprio da un Tour: dal Tour del ’69, quello in cui Eddy Merckx seppe riscattare alla grande la sua squalifica per doping al precedente Giro d’Italia.

La corsa e la vita, caro Pantani, in quel Tour indimenticabile, corso quando lei non era ancora nato, non furono solo dei primi, lo ricordiamo bene. Furono anche degli ultimi, degli esclusi, dei perdenti per antonomasia, dei reietti per colpa o per destino della società, fosse pure questa solo una corsa di biciclette.
La corsa e la vita, caro Pantani, furono quella volta infatti anche di Pierre Matignon. Pierre Matignon, un modesto corridore francese della Frimatic-Viva-de Gribaldy, l’ultimo in classifica, la “lanterne rouge”, vittima destinata dei sarcasmi e delle facezie del plotone e dei giornalisti.

Bene, in un mondo che sembra privilegiare oggi ancor più che allora esclusivamente i vincenti, Pierre Matignon, con un incredibile e commovente attacco in solitario da lontano, il 18 luglio, riuscì a vincere la ambitissima Brive-Puy de Dome, la ambitissima frazione che arrivava appunto sul Puy de Dome, la Montagna del Signore. Alla faccia di tutti. Merckx, il cannibale, la maglia gialla, secondo al traguardo, gli avrebbe reso oltre un minuto: ed una stretta di mano impagabile, per quell’ultimo della classe assunto in cielo. Caro Pantani, il 18 luglio di Matignon, nella nostra visione ciclodipendente della vita, avrebbe in qualche modo ridotto ai minimi termini pure quello stesso enorme avvenimento storico che sarebbe avvenuto proprio un paio di giorni dopo, con lo sbarco sulla Luna degli astronauti americani.

E sì, perché la Luna la si può trovare anche quaggiù, anche senza andare nello spazio a disturbar le stelle. La possiamo conquistare anche con i piedi per terra, in cima al Puy de Dome o ad un giorno di lavoro quotidiano o dopo una settimana in clinica. Che sappia restituire ad un uomo, e semmai ad un ciclista, la sua umana trasparenza.
Ed il diritto sovrano ad una prima - prima di tante altre - notte di quiete.

Gian Paolo Porreca, napoletano, docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare, editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Lorena Wiebes (Team SD Worx - Protime) era la più attesa ed ha vinto la terza tappa del Giro d'Italia Women. Ma a decidere la Vezza d'Oglio / Trento, non è stata una volata di gruppo bensì uno sprint a...


Una bicicletta stilizzata, per ricordare un grande campione del ciclismo: è la scultura dedicata a Felice Gimondi che ha “trovato casa” nel cuore di ChorusLife, l’innovativo smart district di Bergamo.  L’opera è stata è stata svelata domenica, nel giorno inaugurale...


Si rafforza il legame tra ALÈ Cycling e il ciclismo internazionale: l’azienda veronese sarà partner ufficiale del Tour de Pologne Women 2025, firmando le maglie di classifica che verranno indossate dalle protagoniste della corsa a tappe femminile più prestigiosa della...


Settanta juniores hanno preso parte all’edizione n. 80 della Coppa Montenero nella località livornese, valevole anche per la 45^ Coppa Ilio Filippi e per il Campionato Provinciale. Il successo ha premiato il fiorentino Giulio Pavi Degl’Innocenti del Team Vangi Il...


Una festa rievocativa ha celebrato i 200 anni della Strada dello Stelvio, la “Regina delle Strade Alpine”. Il momento tenutosi lo scorso 5 e 6 luglio al Passo dello Stelvio, è stato un momento di indiscussa emozione. Qualche centinaia di...


Settantadue ore dopo il 3º posto ottenuto nella tappa inaugurale,  Alexander Salby trova il modo di mettere la sua impronta sul Tour of Magnificent Qinghai conquistando allo sprint la terza tappa della corsa cinese, la Huzhu-Menyuan di 219 chilometri. Il danese della Li Ning Star,...


Le polemiche riguardo le dichiarazioni rilasciate domenica mattina da Trine Marie Hansen, la moglie di Jonas Vingegaard, non si sono ancora placate perché indirettamente ha attaccato anche Wout van Aert. Il belga ha parlato ieri prima del via della tappa,...


Ieri al Tour sono stati assegnati diversi cartellini gialli in corsa e tra i sanzionati c’è il francese della Cofidis Bryan Coquard, che tutti hanno visto finire contro Philipsen prima del traguardo volante. Sbilanciandosi, il francese ha fatto finire rovinosamente...


Se la tappa numero due ricordava una classica, la quarta... ancora di più. Il finale della Amiens Metrpoole-Rouen (174, 2 i chilometri da percorrere) è davvero foriero di grandi promesse. La traversata della Piccardia propone ancora un serio rischio di...


Quella di ieri con arrivo a Dunkerque sembrava una corsa nel Far-West, con cadute a ripetizione e corridori a terra più o meno feriti. Grande lavoro anche per la giuria con cartellini gialli (e sanzione pecuniaria) assegnati a Coquard, Theuns,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024