Mazzanti: chissà se la stampa si accorgerà di me...

| 05/03/2007 | 00:00
Soddisfatto certo, ma con un pizzico di polemica il vincitore del G.P. di Lugano, Luca Mazzanti. «Quando si parla della Ceramica Panaria Navigare, sembrano esistere soltanto Sella e Grillo – ha puntualizzato infatti il bolognese subito dopo il traguardo -. Tutti e due, tra l'altro, grandissimi amici, con i quali vivo un ottimo rapporto, ma i media però, molto spesso, si dimenticano del sottoscritto. È soprattutto a questi che mi permetto di rimuovere qualche critica perché con la squadra fila tutto alla perfezione. Mi sono trovato subito bene in quest’ambiente e, anche se quest’anno scade il mio contratto con il team dei Reverberi, penso che non ci saranno problemi a trovare un accordo per il futuro». Un ottimo rapporto che il corridore bolognese ha reso ben palese anche sul lungolago di Lugano quando, premiato sul podio, ha chiamato Roberto Reverberi a festeggiare con lui. Lo stesso tecnico che già sul traguardo di Chiasso non aveva nascosto la propria soddisfazione nel vedere Mazzanti piazzato alle spalle del vincitore Brutt e di Rebellin... «Mazzanti ha corso pochissimo sino ad oggi - erano state le sue parole - eppure, su un percorso difficile e in una gara combattuta come è stato il G.P. di Chiasso, ha fatto già vedere un ottima gamba. Sono molto fiducioso per domani (GP Lugano n.d.r.)». Luca Mazzanti non ha tradito le attese. In una gara abbastanza controllata, nella quale l’unica nota di rilievo da segnalare prima dell’ultimo giro, è stata soltanto un lungo tentativo di fuga da parte del corridore elvetico Pascal Hungerbühler del Team Volksbank. Sulle rampe dell’ultimo GPM poi, la svolta della corsa. è andato via un gruppetto di 18 corridori comprendente, tra i nomi di spicco, oltre al vincitore Mazzanti, anche Rebellin, Nocentini, Nibali e Lorenzetto. Dopo i primi tentativi di Nocentini prima e di Nibali poi, ha forzato il ritmo il colombiano della Barloworld, Mauricio Soler che transitava per primo sul GPM di Ciona, con un esiguo vantaggio sugli immediati inseguitori . È stato però sui brevi ed insidiosi strappi del lungolago che si è decisa poi la corsa. «Siamo andati via in nove - ha precisato Mazzanti -. Una prima scrematura c’era già stata sull’ultimo GPM ed ai meno 3 ci ha provato Bertagnolli. Ci siamo riportati sotto, ma circa  un chilometro e mezzo prima del traguardo, è partito Arreitunandia. Sentivo di star bene ed a quel punto potevo aspettare. Sono partito anch’io e ce l’ho fatto a riprendere il corridore basco. Ai 500 metri però, abbiamo rallentato per studiarci prima dello sprint. Petrov è così rientrato su di noi ripartendo subito di slancio, molto forte. Non potevo lasciarmi sfuggire quest’occasione e sono stato lesto nel riprenderlo. L'ho passato e così, è arrivata questa vittoria». Per quest’anno Mazzanti, non nasconde le sue ambizioni per il Giro, ma con una condizione così c’è poco da... aspettare ed è giusto pensare in grande a cominciare dalla Milano-Torino di sabato prossimo. Anche sulla San Remo poi, è stato chiaro: «Non posso avere velleità in uno sprint  a ranghi compatti con più di cento unità, ma se la corsa dovesse prendere una piega sui Capi o sulla Cipressa non potrò certo starmene tranquillo in mezzo al gruppo». Un ultimo pensiero alla famiglia ed al piccolo Matteo di cinque mesi: «È la mia prima vittoria da quando sono diventato papà. Quando seppi che la mia compagna Susy aspettava un bambino, non esitai al Giro del Trentino a dedicarle il successo. Adesso la dedica la estendo a tutta la famiglia, ma un particolare riguardo lo rivolgo a me stesso. Ho staccato soltanto, come mia consuetudine, nel mese di novembre. Poi, a tutta con la preparazione. Senza tabelle, senza cardio-frequenzimetro. Soltanto pedalate di circa sei ore al giorno, ascoltando le sensazioni. Vista questa condizione, penso di avere lavorato bene». Roberto Sardelli
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