
Davanti alle Petronas Towers Aaron Gate è sfrecciato come un fulmine rompendo ancora una volta le regole del Tour de Langkawi che per il secondo giorno consecutivo non ha visto disputarsi una volata. Un fatto raro, praticamente impossibile, ma che ci fa capire più che mai come a corsa la facciano sempre i corridori e non solo i semplici tracciati, L’atleta neozelandese ha regalato alla Xds Astana il quarto successo su otto tappe a disposizione, segnando un vero e proprio dominio.
«E’ stata una tappa durissima e sinceramente non mi aspettavo che il gruppo si riducesse in questo modo. Sull’ultima salita siamo rimasti una quindicina, eravamo io e Nicolas Vinokurov e il piano era quello di riuscire ad acchiappare la prima posizione nella generale. A circa 8 km dal traguardo ci siamo parlati, lui non stava benissimo e mi ha chiesto di giocarmi le mie carte.- ha spiegato Aaron Gate a tuttobiciweb – avrei potuto giocarmi la vittoria allo sprint ma non volevo correre il rischio e così ho provato ad uscire al gruppo. Mancavano circa 4 km e un ragazzo del Team Tudor mi ha seguito, io sono andato avanti a tutta, a testa bassa, ho immaginato di essere in pista, nel mio terreno ideale, rispondendo così ad ogni attacco e pensando solo di arrivare al traguardo.»
Al Tour de Langkawi Aaron Gate ha voluto mettersi in gioco, testare che tipo di corridore fosse e se potesse provare a competere nella generale. Nelle prime tappe l’abbiamo visto lottare per i gli abbuoni dei traguardi volanti con tanto di volata messa insieme dalla sua squadra, poi però qualcosa è cambiato. «E’ stata la mia prima volta in Malesia e volevo mettermi alla prova, con una sola tappa dura nel mezzo speravo di difendermi bene e di provare a puntare anche alla classifica generale. Non voglio trovare scuse ma nei giorni scorsi ho avuto dei problemi allo stomaco che mi hanno indebolito. Faccio fatica a definirmi come corridore, sono veloce ma non abbastanza e non tengo sulle grandi salite. Nell’ultima tappa in Malesia sono rimasto in un piccolo gruppo di una quindicina di unità e questo mi ha fatto capire che potrei lavorare in questa direzione. Il Tour de Langkawi è stata una corsa molto veloce, bisognava pensare e agire in fretta e sicuramente la perdita del nostro velocista non ha aiutato. Fortunatamente in ammiraglia avevamo Mark Renshaw che ci ha guidato alla perfezione» ci spiega Aaron che da talento assoluto della pista (è stato campione del mondo dell’omnium e nella corsa a punti) sta trovando il suo posto anche in strada. Sicuramente lo spunto veloce non gli manca, eppure come ammette lui non è sufficiente per fare la differenza nei gruppi numerosi. Predilige i percorsi mossi, dei tracciati come quello di ieri in cui c’è il terreno giusto per far saltare il banco a tutta la compagnia. E infatti non è un caso che ad aprile ad Hainan abbia vinto una tappa praticamente nello stesso modo.
Nemmeno il tempo di rimettere insieme i pezzi della Malesia che Aaron Gate è già in volo verso la Cina dove dal 9 al 12 sarà impegnato nel Tour of Taihu Lake. L’obiettivo della squadra è vincere le volate con Matteo Malucelli che si sta ben riprendendo dopo la caduta e il neozelandese è una pedina fondamentale per lanciare il treno dell’atleta italiano. Quella in Cina però potrebbe essere anche l’ultima gara dalla carriera, il team XDS Astana non gli ha rinnovato il contratto e nessuno ha ancora bussato alla sua porta. Chissà, forse la vittoria di ieri in Malesia potrebbe cambiare davvero le cose.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.