
Rivoluzionaria. Ha raddoppiato l’età di chi poteva pedalare, ha triplicato il numero di persone di chi pedala, ha moltiplicato il mercato delle biciclette. Perché ha accorciato le distanze e ha ridotto i dislivelli. E così ha sconfitto anche pregiudizi e preconcetti. L’ebike è una scommessa vinta.
Paolo Volpato ha scritto la “Guida alla bici elettrica” (Ediciclo, 96 pagine, 12 euro), che risale al 2015, ma che continua a dettare regole, dispensare consigli, chiarire dubbi. In un negozio si arriva confusi, in un noleggio impreparati. Un paio di nozioni e via, il resto lo si imparerà strada facendo. Rischiando.
Invece Volpato comincia a radiografare le parti che compongono una bici elettrica: sensore di pedalata, motore, batteria, display e pulsantiera, leve freno con sensore e acceleratore. Soltanto a questo punto spinge a scegliere il modello più adatto in base alle necessità, e lo fa a seconda delle fasce di prezzo, con attenzione alla garanzia, con speciali avvertenze in caso di acquisto usato.
Le bici elettriche a pedalata assistita possono essere da città o da trekking o da montagna, pieghevoli o cargo o addirittura fat. Ma per tutte, le regole sono identiche: prima di montare in sella, durante le prime pedalate, la manutenzione regolare, soprattutto come gestire al meglio le batterie. E in caso di problemi? Prima di andare da un meccanico, qualche tentativo si può fare, almeno per capire quale sia il guaio. Infine Volpato analizza i diversi sistemi per bici elettriche, da Bosch a Yamaha, da Bafang agli altri, fino ai kit di conversione.
A essere pignoli, manca qualche dritta antifurto. Forse perché la più importante sarebbe scontata. Mai lasciarla, di notte, sulla strada.
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