PROFESSIONISTI | 23/02/2017 | 07:38 Il mese scorso RCS Sport ha ufficializzato le scelte delle wild card di quattro delle cinque corse UCI World Tour da lei organizzate: Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e Giro d’Italia. La notizia che ha fatto più discutere è che dall’edizione numero 100 della corsa rosa restano fuori due team italiani, a casa Androni Giocattoli per il secondo anno di fila e Nippo Vini Fantini De Rosa. Al via la Bardiani Csf, che con la conquista della Coppa Italia si era messa al sicuro già dalla fine della stagione scorsa, e la Wilier Selle Italia invitata insieme ai polacchi della CCC Sprandi Polkowice e ai russi della Gazprom Rusvelo. Dispiace che le squadre italiane non abbiano avuto un occhio di riguardo, proprio quest’anno che il cast di partecipazione sembrava già a priori essere davvero stellare, con la sfida tra i nostri Vincenzo Nibali e Fabio Aru e una truppa forestiera di prima grandezza che va da Nairo Quintana a Geraint Thomas, da Bauke Mollema a Mikel Landa, passando per Steven Kruijswijk e via elencando.
Un anno fa dietro la lavagna era finita l’Androni Giocattoli, quest’anno una nuova bocciatura rischia di esserle fatale. Mario Androni ha dichiarato che lascerà il ciclismo, così come Valentino Sciotti della Vini Fantini si è dichiarato molto deluso dalle scelte fatte da RCS Sport.
«In un periodo difficile per il nostro movimento, per la nostra economia, sarebbe stato meglio che il Giro si mettesse la mano sul cuore come per anni ha fatto. La decisione immaginiamo non sia stata né semplice né tantomeno scontata, ne va del futuro del nostro movimento già in difficoltà ma è giusto e comprensibile che ognuno a casa sua pensi ai propri interessi. Il Tour de France invita regolarmente i team francesi, anche noi dovremmo essere più nazionalisti, ma non possiamo dare colpe a un’azienda che deve fare business. Forse con la Federazione avremmo dovuto intervenire prima per trovare un accordo, ma già garantire che la squadra vincitrice della Coppa Italia sia invitata di diritto è una conquista e una garanzia non scontata per le nostre formazioni. Ringraziamo la più grande struttura organizzativa in Italia per aver comunque dato spazio ai team esclusi della corsa rosa nelle sue altre competizioni» commenta Cristian Salvato, presidente dell’Associazione Corridori Ciclisti Porfessionisti Italiani.
«La nostra categoria sta affrontando un momento difficile. Non abbiamo più team di World Tour, ci restano quattro squadre di seconda divisione, ma le due che resteranno a casa dalla corsa rosa, rischiano concretamente di cessare la propria attività. Non è giusto che il Giro abbia sulle proprie spalle questo tipo di responsabilità, prendiamo se mai questa decisione come un ulteriore stimolo per fare meglio e proporre progetti sempre più solidi. Tutte le componenti del nostro movimento devono impegnarsi in questo senso, se continuano a chiudere squadre italiane rischiamo che anche i corridori e il personale impegnato nel ciclismo di prima fascia diminuisca».
Detto questo bisogna pensare positivo e cercare di darsi da fare per stimolare nuovi sponsor ad avvicinarsi a uno sport che offre una visibilità e un contatto con il pubblico unici e realizzare progetti di livello. In questo ciclismo sempre più internazionale, in cui i soldi degli emiri la fanno da padrone, il nostro paese resta un riferimento e una garanzia e questo non va dimenticato.
«Se è vero che con l’addio della Lampre al ciclismo abbiamo perso uno sponsor storico delle due ruote tricolori e l’unico team World Tour italiano che ci era rimasto, restiamo i primi della classe nel ciclismo che conta con ben 62 corridori nelle formazioni ufficiali della massima categoria e altri 55 nella categoria Professional. Siamo i più numerosi in gruppo. Altra cosa piacevole da commentare è che in tutto il movimento c’è tanta Italia tra direttori sportivi, meccanici, massaggiatori, medici, addetti stampa e via elencando. Con questa consapevolezza e l’esperienza che solo un paese dalla grande tradizione come il nostro può vantare dobbiamo ripartire per una stagione in cui i nostri ragazzi troveranno il modo per essere protagonisti in ogni corsa in cui saranno al via e tenere alto il nome del ciclismo italiano».
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