PROFESSIONISTI | 20/02/2017 | 09:08 La prima gara dell'anno ha dato a Rigoberto Urán le risposte che cercava: ottavo posto in Andalucia dopo un lungo inverno di lavoro in Colombia. Sarà un anno importante, questo, per il trentenne colombiano della Cannondale-Drapac che ha scelto di disputare il Tour de France e non il Giro d'Italia e di mettere nel mirino le classiche delle Ardenne come primo grande obiettivo del suo 2017.
«Il bilancio del debutto è abbastanza buono. Sono contento perché sono al punto giusto di preparazione, ho lavorato bene e sto ritrovando il ritmo di gara. E non è facile, perché è cambiato il modo di affrontare anche queste corse di inizio stagione: prima si lasciava spazio alla fuga e si pedalava un po' tranquilli, ora invece si va sempre a tutta, il livello si è alzato e corse facili non ce ne sono più».
Lei ha previsto tanti cambiamenti, per questa stagione… «Sì, credo che cambiare sia importante e quest'anno ci proviamo. Non andrò al Giro dopo molti anni per concentrarmi sulle classiche. Non è stata una scelta facile, visto che in Italia ho molto tifosi e ho sempre ottenuto buoni risultati».
Il prossimo passo sulla strada delle Ardenne? «Vorrei disputare una bella Tirreno, per questo potrò contare su una squadra forte. L'Andalucia mi ha fatto capire a che punto sono, permettendomi il confronto con corridori del calibro di Valverde, Contador e Pinot. E soprattutto mi ha dato fiducia».
Quale sarà il suo calendario? «Strade-Bianche, GP Industria & Artigianato Larciano, Tirreno-Adriatico, San Remo, Vuelta al País Vasco, Ardenne e Romandia. Dopodiché andrò in altura per recuperare e preparare il Tour».
Con quale obiettivo torna alla Grande Boucle? «Con tutti. Vincere una tappa, aiutare la squadra, curare la classifica… Quest'anno il Tour è diverso, non ci saranno la cronosquadre o una lunga cronometro che definiscono la classifica, sarà una corsa esplosiva, molto aperta, con le prime tappe che assomigliano alle classiche. Sarà importante arrivare ben preparati».
Dopo tanti podi, è tempo di tornare alla vittoria… «È la cosa più importante di tutte, ma ho sempre pensato che per ognuno di noi ci sia il momento giusto, anche se non è facile avere la pazienza di aspettarlo quando alle spalle si ha una squadra che ti paga perché tu vinca. Ma io sto lavorando bene, come al solito e forse ancora meglio. Come vi dicevo, il livello è cresciuto molto, guardate come è stato in Andalusia, ma con pazienza e lavoro si può andare davvero lontano».
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