ADISPRO. «UCI, VOGLIAMO DARE UN APPORTO CONCRETO»

TUTTOBICI | 29/01/2017 | 07:53
Raggiungiamo Mario Chiesa, direttore sportivo bresciano classe 1966, al volante dell’ammiraglia mentre rientra dalla Croazia dove il neonato Team Bahrain Merida ha svolto un paio di settimane di ritiro. L’argomento naturalmente è la situazione in casa della ADISPRO, fresca reduce dal convegno annuale di fine novembre dove è sta­to rieletto presidente Davide Goetz ed è stato annunciato l’ingresso nel consiglio direttivo del grande ex campione in sella, ma anche commissario tecnico della Nazionale, Paolo Bettini.

Eravate quasi tutti presenti: che aria tirava a Salso­mag­giore Terme?
«Eravamo quasi un centinaioo, poiché era obbligatoria la presenza al convegno - spiega Chiesa che è stato rieletto nel consiglio direttivo e manterrà il ruolo di segretario -: a mio modo di vedere è stato un bel momento, una giornata intensa ma veramente interessante. Tra le al­tre cose vorrei sottolineare che si è parlato anche della nostra situazione a livello pensionistico. Tutti noi fino al dicembre del 2011 facevamo parte dell’ENPALS (En­te Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Lavoratori del­lo Spettacolo, ndr), poi per legge tutto è stato trasferito all’INPS (Istituto Na­zio­nale della Previdenza So­cia­le, ndr) e di conseguenza ci sono state delle modifiche, delle novità, dei cambiamenti, che in realtà ancora non so­no del tutto chiari. Du­rante il nostro convegno c’’è stato l’intervento di un esperto dell’INPS che ci ha spiegato e illustrato diverse cose. Di sicuro ognuno di noi dovrà andare avanti a pa­gare la sua quota, ma bisogna allo stesso tempo definire bene il nostro ruolo anche perché nel ciclismo, ad esempio, avviene la cosa opposta del calcio: atleti, tecnici e operatori in questi an­ni praticamente professano il proprio ruolo e mestiere nel­la maggior parte dei casi in team stranieri e non in Italia, cose che invece è predominante nell’ambito calcistico. Quindi c’è una grossa differenza e bisognerà lavorare e trovare una giusta soluzione a questo riguardo. D’altra parte ben vengano le squadre straniere, ben vengano team che pescano tra gli italiani sia a livello di corridori che per lo staff tecnico. Così tanti di noi vanno avanti e non restano a spasso: io lo posso dire sulla mia pelle visto che, dopo la Liquigas sono salito sull’ammiraglia di Katusha, IAM Cycling e Team Bahrain Merida».

Tra le novità, l’ingresso nel consiglio direttivo di Pao­lino Bettini. Indubbia­mente un nome forte nel mondo del ciclismo...

«Sicuramente può darci quel qualcosa in più che ora manca all’ADISPRO. Bettini è persona molto intelligente e ha maturato tanta esperienza sia correndo che a carriera conclusa ed è chiaro che può portarci dei benefici e che può dare molto alla nostra causa. Però non pen­so che possa fare aumentare il “peso” della nostra associazione nei confronti della UCI e degli organizzatori delle grandi corse. In alcune decisioni importanti noi sia­mo presenti, c’è un nostro rappresentante al tavolo, ma è chiaro che sarebbe buona cosa poter dare un apporto diverso, più concreto soprattutto quando si discute di cose importanti come i regolamenti e via dicendo».

Avete all’unanimità rieletto presidente l’avvocato Davi­de Goetz. È implicito che siete soddisfatti del lavoro svolto nel suo mandato.

«Tutti abbiamo giudicato po­sitivamente l’attività svolta dall’avvocato che come presidente si è ben comportato. L’ADISPRO, ai tempi della sua prima elezione, era stata chiara: avevamo bisogno di una figura che non avesse niente a che fare con il mon­do del ciclismo inteso come elemento impegnato in qualche team o altri ruoli affini. Goetz è la persona più in­dicata per poter svolgere l’impegnativo compito e può portare avanti gli interessi di noi direttori sportivi in tutta serenità in quanto non legato a nessun team».

Vi siete rivisti per il convegno e, ben sapendo che le possibilità di altri faccia a faccia sono pochissime du­rante la stagione, avete già deciso quando vi ritroverete?
«Sì, noi del consiglio direttivo ci siamo lasciati con l’intento di trovare una giornata utile da passare insieme per discutere delle nostre prossime mosse e iniziative, nel mese di febbraio o al massimo marzo, in pratica prima della Milano-San­remo. Sarà un’occasione importante per fare il punto».


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