
Con più di 2800 metri di dislivello in 219 chilometri e un primo Gran Premio della Montagna oltre quota 3400 metri d’altitudine, la Huzhu-Menyuan del Tour of Magnificent Qinghai era a tutti gli effetti la tappa regina della corsa e a farla sua, dopo oltre 5 ore e mezza di fatica, è stato…un velocista.
Ebbene sì perché ad alzare le braccia al cielo sul traguardo della dura frazione odierna è stato nientemeno che Alexander Salby, uno sprinter puro che però oggi, gestendosi al meglio in una giornata caratterizzata da freddo e pioggia oltre che dalle difficoltà altimetriche, non solo si è guadagnato con brillantezza la possibilità di prender parte alla volata decisiva ma l’ha anche vinta di prepotenza.
“Senza dubbio è una vittoria che ha un valore particolare e non solo perché si tratta della mia seconda vittoria .Pro in Cina ma anche perché questa è una gara molto importante per la squadra” ha dichiarato subito dopo il traguardo il corridore danese.
“Per i nostri sponsor, infatti, e per tutti coloro che sono presenti in loco era significativo portare a casa qualcosa qui quindi sono felice di essere riuscito a conquistare questo successo. Da un punto di vista personale, è bello poi arrotondare ancora di più il mio bottino di vittorie: spero di continuare su questa falsariga nella restante parte di stagione” ha affermato il portacolori della Li Ning Star prima nel racconto della sua giornata.
“È stata una giornata lunghissima ma nel finale stavo molto bene. La discesa dopo il primo GPM è stata parecchio caotica ma fortunatamente la corsa era sotto controllo da parte della Caja Rural che in quel tratto non è andata super forte e questo, dato che avevo perso contatto a 2 chilometri dalla cima, mi ha permesso di rientrare in gruppo. A quel punto, approfittando del fatto che il mio compagno di squadra Simon (Pellaud, ndr) era in fuga per la maglia a pois, ho cercato di recuperare e tenermi caldo il più possibile continuando a cambiare indumenti perché a stare in gruppo con la pioggia faceva molto freddo. Sulle ultime due salite poi, grazie al supporto di un mio compagno di squadra, ho trovato un'ottima posizione e questo mi ha aiutato, anche nel tratto in cui abbiamo trovato vento laterale, a risparmiare molte energie per lo sprint”.
Sprint in cui poi Salby si è imposto, questa l’impressione, anche facendo leva sulla voglia di rivalsa dopo alcune corse, disputate in Europa, non andate esattamente come voleva.
“Quelle sono state giornate piuttosto deludenti. Ero chiaramente molto contento di essere stato convocato per la Copenaghen Sprint ma purtroppo il giorno della gara mi sono ammalato e non è andata un granché bene. Era probabilmente l'obiettivo più importante della mia stagione e invece, purtroppo, quel giorno non ho ottenuto nulla. Mentalmente, dunque, è stato un periodo difficile per cui tornare a vincere oggi trovo sia molto positivo e importante anche per affrontare con il giusto mindset il resto della stagione”.
Stagione che, per ora, si è rivelata decisamente positiva per il corridore scandinavo il quale, fino ad ora, ha incamerato ben sei vittorie in gare 2.1 o superiori trovando quest’anno nella cinese Li Ning Star e nelle prove del calendario asiatico il contesto giusto per esprimere tutto il suo potenziale. Tale scelta, vedendo i riscontri da lui avuti, potrebbe essere presto imitata da altri corridori europei, uno scenario questo che Salby non si sente assolutamente di escludere.
“Prima di quest'anno non ero sicuro che ci fossero corridori danesi impegnati in Cina e invece ho visto che siamo in due più un altro ragazzo che milita nella Terrenganu. Tutti noi penso stiamo dimostrando che tastare la scena ciclistica qui in Asia sia uno dei tanti modi per approcciare e vivere il ciclismo. Ciò che stiamo facendo dunque forse può servire da ispirazione per alcuni giovani e convincerli che la scena ciclistica qui in Cina sia a tutti gli effetti buona e competitiva”.
Di ciò, come testimonia la firma con la compagine cinese in questo 2025, si era già convinto il suo attuale compagno Simon Pellaud, apparso decisamente sul pezzo e pimpante al Qinghai sia ieri che, soprattutto, nella frazione odierna.
“Simon è una macchina. Non so quanti corridori oggi si siano spesi in testa al gruppo per andare a riprenderlo e si siano finiti e allo stesso tempo quanti abbiano provato a prendergli la ruota e sono finiti staccati. È pazzesco quanto vada forte” ha chiosato Salby tessendo le lodi dell’elvetico.
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