Rebellin e i sogni di Coppa

| 07/10/2004 | 00:00
“Domenica sulle Torricelle avrei attaccato a due o tre giri dal termine. Uno scatto secco ad inizio salita, magari come ho fatto alla Liegi questa primavera, per rompere i piani di italiani e spagnoli. Forse non sarebbe servito a vincere il Mondiale ma, almeno ci avrei provato”. A parlare è l’ormai argentino Davide Rebellin che però domenica la corsa iridata l’ha seguita dalla poltrona della sua casa di Galliera Veneta perché il passaporto dal Paese sudamericano non è arrivato in tempo utile. “Ho dato mandato ai legali dello studio Huckmar di Buenos Aires di farmi avere al più presto il documento anche se ormai il Mondiale è passato. Finirò la stagione da italiano ma dal 2005, state pur tranquilli, mi vedrete con i colori dell’Argentina”. Rebellin è leader di Coppa del Mondo con sei punti di vantaggio su Paolo Bettini e domenica sarà al via della Parigi-Tours, penultimo impegno di Coppa (16 ottobre il gran finale con il giro di Lombardia). Considerando i punti già accumulati nella classifica Uci a cui andrebbero sommati quelli ottenuti in questo finale di stagione il vicentino porterebbe una buona dote al suo Paese adottivo. “Con il mio punteggio Uci al prossimo mondiale l’Argentina potrà schierare almeno cinque elementi e se altri seguiranno la mia strada potremo essere di ancora di più”. Gilberto Simoni, anche lui in aperta polemica con il ct Ballerini, ha già annunciato di volere cambiare cittadinanza. “Ho parlato con Gilberto alla vigilia del Mondiale. Anche lui è amareggiato dall’esclusione e mia ha chiesto consiglio su come fare per cambiare cittadinanza. C’è posto anche per lui nell’Argentina. Saremo una squadra veramente forte”. Dalle parole del “gaucho” Rebellin si capisce che non c’è più spazio per ricucire la rottura con Ballerini e l’ambiente azzurro. “Con Franco potremo andare a bere un caffè ma nulla più. L’ho cercato più volte ma si è sempre negato. Ormai ho fatto la mia scelta e non torno indietro. È stato doloroso dover rinunciare alla maglia azzurra che ho sempre onorato ma ora sono argentino”. Nel grande paese sudamericano Rebellin si sente comunque già come a casa. “Sono stato a Buenos Aires per una settimana e mi hanno accolto con grande affetto e simpatia. Ci sono molti italiani e in particolare molti veneti che mi sostengono e mi fanno sentire come a casa. Questo inverno, quando qui in Italia farà freddo, andrò in Argentina ad allenarmi al caldo dell’emisfero sud. Mi sento un po’ come quei milioni di italiani che sono emigrati in Argentina a cercare fortuna”. Non parte con i vecchi e arrugginiti transatlantici di inizio ‘900 ma con un volo top class e i privilegi che spettano ad un atleta del suo calibro ma è mosso dallo stesso spirito di avventura e desiderio di riscatto che ha animato e condotto milioni di veneti in tutto il mondo. Alessandro Tomaselli (da il Corriere Veneto del 6 ottobre)
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