IL PASTO IN RWANDA. LA PIÙ BELLA, LA PIÙ DURA

PROFESSIONISTI | 13/11/2016 | 07:51
Un anno fa, nel prologo, il protagonista fu un italiano. Non Umberto Poli, l’unico nostro corridore al pronti-via, ma Mirco Monti, presidente della giuria internazionale. Il penultimo dell’ordine di partenza, Meron Teshome Hagos, 23 anni, eritreo, si era presentato senza bici e senza casco: la bici, perché l’aveva prestata a un compagno che, catturato all’arrivo dagli “chaperon” dell’antidoping, non aveva potuto restituirgliela in tempo; e il casco, perché se l’era dimenticato. Recuperato il materiale, scattato in ritardo, sfiduciato dai contrattempi, Teshome era arrivato fuori tempo massimo. Ma fu salvato da Monti: “scoprendo” che l’eritreo era caduto – e la caduta in un prologo è l’unica possibilità concessa dal regolamento –, poté riammetterlo in gara, anche se con il tempo dell’ultimo.

Torna il Tour of Rwanda, da oggi fino a domenica 20, con prologo e sette tappe, da un minimo di 96,4 chilometri (la prima) a un massimo di 140,7 (la quarta), totale 818,7 chilometri e altimetrie da elettrocardiogramma sotto sforzo, 15 squadre e 74 corridori, non solo africani ma anche tedeschi, canadesi, statunitensi, neozelandesi, israeliani, svizzeri, sloveni, francesi, filippini (e stavolta nessun italiano).

E’ la corsa a tappe africana più dura per il percorso, più bella per i paesaggi, più ricca di spettatori, più affascinante per le storie. Le prime edizioni furono avventurose e misteriose, quelle degli ultimi anni, gestite dal gruppo francese di Olivier Grandjean, più solide e organizzate. Il Team Rwanda – qui dispone di tre squadre, finora alleate – è il sogno di un costruttore americano di biciclette, Tom Ritchey, è il lavoro di un corridore americano, Jock Boyer, è l’opportunità di ragazzini scoperti spesso mentre facevano i tassisti a pedali, educati, allenati e lanciati, è il risultato di un progetto che adesso si sta aprendo anche alle donne.

Il campione uscente è Jean-Bosco Nsengimana
, ruandese, ingaggiato dalla squadra tedesca Bike Aid, livello Continental, la cui missione è proprio quella di aiutare i giovani talenti africani. Lo sfidante numero 1 è il ruandese Valens Ndayisenga, 22 anni, vincitore dell’edizione 2014, che corre per la Dimension Data for Qhubeka; il più giovane è il ruandese Samuel Mugisha, che non ha ancora compiuto 19 anni; il meno giovane è il ruandese Abraham Ruhumuriza, 37 anni e quattro mesi; il più dotato sembra l’eritreo Emanuel Ghebreigzabhier, 22 anni, quarto al Recioto 2016, già in luce in altre corse anche del calendario italiano professionistico. Maglie previste non solo per il primo nella generale (gialla), per il migliore scalatore e per il migliore giovane, ma anche per il migliore africano e il migliore ruandese.

Il Tour of Rwanda è poi il ritorno, e un inno, alla vita
dopo il genocidio del 1994, 100 giorni e un milione di vittime: i corridori pedalano per la salvezza, per la pace, per il rispetto. Il ciclismo ha anche questa forza.

Marco Pastonesi


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Tutte le tessere sono state messe al loro posto e la UAE Emirates XRG ha annunciato oggi i programmi dei suoi leader per la prossima stagione. Le novità più eclatanti sono l’esordio di Isaac Del Toro al Tour de France al fianco...


Il team LABORAL Kutxa-Euskadi gareggerà con biciclette XDS nella stagione 2026: l'ufficializzazione dell'accordo è avvenuta durante un evento  tenutosi nella sede del marchio asiatico a Shenzhen (Cina) questo sabato. Il manager della LABORAL Kutxa-Euskadi, Aitor Galdós, la ciclista Usoa Ostolaza...


In questo 2025 che si sta chiudendo sono stati tanti gli spostamenti dei corridori da una squadra all’altra e tra questi i più importanti sono certamente quelli quello di Remco Evenepoel dalla Soudal Quick-Step alla Red Bull-BORA-hansgrohe e di Juan...


Mentre i suoi compagni di squadra pedalano al caldo in terra spagnola, Nairo Quintana è alle prese con il freddo e la neve di Chicago. La sua assenza alla presentazione della Movistar Team per la prossima stagione non è certo...


Il ciclocross alle Olimpiadi invernali del 2030? La scelta delle cosiddette discipline opzionali avverrà nel giugno del 2026 e non subito dopo Milano Cortina. È quanto riporta Le Dauphiné libéré,  dando conto di quanto annunciato il 10 dicembre dalla nuova presidente...


Vittoria della classifica a squadre nella Coppa Italia delle Regioni e secondo posto nel ranking mondiale delle formazioni Continental femminili: basterebbero questi due dati per comprendere che per la BePink - Imatra – Bongioanni il 2025 è stato un buon...


Ormai sotto l’Albero, una domenica di metà dicembre (il 14) propone sul teleschermo un’ora e mezza di tuffo nel recente passato: il documentario Cycling Africa, trasmesso su HBO Max ed Eurosport è viaggio a ritroso alla settimana iridata di Kigali 2025, una realizzazione filmica...


A meno di un mese dalla quinta edizione, BEKING continua a pedalare oltre l’evento, portando avanti la propria missione sociale. Il progetto – premiato quest’anno insieme al suo fondatore Matteo Trentin con il Gino Mäder Prize per l’impegno a favore...


Mancano poche ore alla grande festa sportiva di Borgo Barattin di Faè di Oderzo. Come ogni anno questa piccola località della Marca Trevigiana per un giorno si trasformerà nella capitale italiana del ciclocross. Domani il 23° Ciclocross del Ponte richiamerà...


La macchina organizzatrice della 102a edizione della Coppa San Geo - Caduti Soprazocco - Memorial Attilio Necchini - Giancarlo Otelli - M.O. Tatiana Gozza gira già a pieno regime. Per metterla in cantiere e portarla felicemente in porto, il presidente...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024