E’ passato un anno da quando Eddy Merckx è caduto durante una passeggiata in bici e in questo 2025, che lo ha visto festeggiare i suoi 80 anni, sono stati molti i momenti di difficoltà. Tra alti e bassi il cannibale si sta lasciando alle spalle un anno complicato e a pochi giorni dal Natale a casa Merckx è arrivato un ospite speciale: è il cantautore italo-belga Salvatore Adamo, considerato uno degli amici più cari di Eddy.
Adamo ha approfittato dell'uscita del suo nuovo album per far visita al suo caro amico Eddy Merckx. Un incontro tra due giganti, iniziato con un grande braccio, ripreso dal quotidiano belga DH e trasmesso anche in televisione. Adamo è considerato il cantante belga più famoso nel mondo, ma lui nato a Comiso in Sicilia nel 1947, non ha mai voluto abbandonare le sue origini e solo di recente, quando la legge belga lo ha consentito, ha preso la doppia nazionalità, senza però lasciare quella italiana.
L'intervista incrociata si è svolta a Meise, a casa di Eddy Merckx, che si sta lentamente riprendendo dal suo sesto intervento chirurgico all'anca, una frattura riportata un anno fa in un incidente in bicicletta. In seguito alla caduta Merckx ha dovuto affrontare numerose complicazioni, tra cui l'impianto di una seconda protesi temporanea, prima che la terza, definitiva, venisse finalmente inserita a fine agosto.
«Cammino sul tapis roulant e uso una cyclette. Desidero con tutto il cuore poter tornare a pedalare un giorno e lavoro molto per riuscire a farlo».
Salvatore Adamo ha ascoltato le parole dell’amico con ammirazione ed è convinto che Eddy raggiungerà il suo obiettivo. «È un campione straordinario che ha entusiasmato tutto il Belgio, ma anche gli appassionati di ciclismo di tutto il mondo – ha detto Salvatore ricordando il primo incontro con Eddy -: la prima volta che sentii parlare di Eddy Merckx fu a una presentazione di libri a Woluwe. Sentii la gente gridare che Eddy aveva vinto. Mi chiesi di quale Eddy stessero parlando. Era lui. Aveva appena vinto il campionato del mondo dilettanti a Sallanches nel 1964».
Diverse volte durante l'intervista, Eddy Merckx e Salvatore Adamo, seduti uno accanto all'altro, si sono tenuti per mano, a dimostrazione di quell’affetto sincero, che non è mai mutato negli anni. La loro amicizia è sempre stata autentica, così come l'immenso piacere di rivedersi. Adamo ha portato la sua chitarra e ha voluto cantare per il suo amico Eddy, che a bassa voce ripeteva i versi delle sue canzoni. Il Cannibale ha raccontato anche di se stesso e di come era il ciclismo dei suoi anni. «All’inizio della mia carriera ho anche affrontato rivali che mi guardavano dall'alto in basso. Potevo odiare un avversario e l’ho fatto, ma l'ho sempre rispettato. Oggi però tutto è cambiato e tutto è diverso e non mi piace fare confronti».
Salvatore Adamo è nato in Sicilia e in Belgio è arrivato perché suo padre faceva il minatore. Merckx ha voluto ricordare il suo rapporto con l’Italia e di come, la terra natale dell’amico, abbia contribuito a farlo diventare il più grande di tutti.
«Non posso dimenticare che ho ottenuto le mie prime grandi vittorie in Italia. Che si trattasse della Milano-Sanremo, del Giro di Sardegna o del Giro d'Italia, questi successi mi hanno reso molto popolare in Italia. All'inizio della mia carriera non pensavo che sarei diventato un grande campione; volevo solo vivere di ciclismo. Anche quando ho vinto il titolo mondiale dilettanti nel 1964, ero ancora in ansia perché i miei due predecessori non avevano fatto nulla dopo i rispettivi titoli. Non ho mai smesso di mettermi in discussione e penso che questo mi abbia aiutato. Quando ho ottenuto il mio primo successo, l'ho considerato un miracolo».
Anche Salvatore Adamo ha voluto raccontare dell’Italia e di quel legame indissolubile che non si può spezzare e che ancora oggi si rinnova.
«Ho acquisito la doppia cittadinanza tre anni fa perché prima non era possibile. Sono belga per cultura ed educazione, ma quando sono in Italia provo un senso di appartenenza, un attaccamento speciale alla mia terra natale, alla terra dei miei genitori. Direi che sono entrambe le cose. Poi sono diventato ambasciatore dell’UNICEF e questo ti allarga le vedute. Ho potuto scoprire realtà molto diverse da quella che vivo qui, come l’Afghanistan e il Kosovo ad esempio, ho visto persone camminare a piedi nudi sotto la pioggia e ho capito che in questo mondo noi non siamo i meno fortunati. Ho imparato molto da mio padre, che lavorava in miniera. Quando suonava la campana a martello che annunciava la morte di un minatore, tutto si fermava e ci chiedevamo chi fosse stato colpito dalla tragedia. Questo crea un rapporto umile ma potente con la vita».
Merckx sorridendo ricorda quella prima volta che venne chiamato Cannibale. Era una ragazzina di 12 anni che aveva il padre che correva con lui e che lo rimprovera di essere un Cannibale e di non lasciare mai nulla agli altri della squadra e tra questi anche a suo padre. A fine anno Salvatore Adamo ed Eddy Merckx riceveranno un premio per ciò che hanno rappresentato per il Belgio. Per loro sarà un grande onore ricevere questo riconoscimento, ma oggi, mentre sono seduti sul divano, vogliono ricordare la loro amicizia che dura da oltre 50 anni e che negli anni ha continuato a crescere.
«Sono soprattutto consapevole che la gente è orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato. In questo momento sto attraversando un periodo difficile, ma sono molto felice di vedere i miei figli e nipoti crescere e sono orgoglioso di questa amicizia, perché Salvatore per me è il belga più famoso del mondo».
Adamo con gli occhi lucidi ha guardato l’amico, ricordando di aver modificato la sua famosa canzone, “C'est ma vie” per la festa degli 80 anni di Eddy. Mai prima aveva toccato il testo di una delle sue canzoni, ma Merckx è il suo amico speciale e certe cose si possono fare con piacere.
«Sapevo esattamente quale testo volevo cantare per Eddy. Mi è venuto ancora più facile perché l'ho sempre ammirato. Sentivo che "C'est ma vie" rifletteva bene la vita di Eddy. Quindi, mi è sembrato facile cambiare qualche parola per adattarla alla sua personalità».
Insieme hanno cantato per concludere una giornata così speciale e il Cannibale, ha raccontato di come quella canzone lo avesse emozionato. «Mi sono davvero commosso quel giorno. Il testo di Salvatore mi ha aveva profondamente toccato e ho capito che l’unica cosa che oggi voglio, è stare il più possibile con i miei cari».
foto - fermo immagine da youtube
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