SOFFI AL CUORE. Il ricordo di Bergamo e di Jo Velly

STORIA | 02/10/2016 | 15:16
A Bergamo finiva, con l'amore dell'arrivederci al prossimo anno, la stagione del ciclismo. E lo era spesso in scia all'emozione di un arrivo del Lombardia, con il pomeriggio che sfioriva nel tramonto, anche per chi - pure napoletano - avrebbe apprezzato bene quasi fosse Posillipo sul mare la magia nella foschia di Bergamo Alta, ed il suo leggiadro decoro. Finiva, per ricominciare certo, nel dono della memoria, innanzitutto con le immagini di quel Trofeo Baracchi, la cronocoppie dal sontuoso albo d' oro, che fino al '91  rappresentò una festa di commiato, l' autunno era inoltrato, della stagione ciclistica.

E lo rammentiamo, a maggior ragione, oggi che abbiamo appreso della scomparsa di quel brillante cronoman francese, Jo Velly, che il 'Baracchi' lo vinse due volte, nel '61 e nel '63. La prima volta, con Ercole Baldini, battendo il compianto Fornoni e Babini... Due anni dopo, invece,  davvero superandosi, con al mozzo uno spagnolo naturalizzato francese, Joseph Novales, precedendo addirittura a sorpresa Anquetil - Poulidor, che era il tandem favorito della vigilia.


Velly, quell'anno davvero portò in carrozza il poco noto Novales, fino ad un successo che sarebbe stato l'ultimo importante di una breve carriera. Si ritirò difatti nel '67, a soli 28 anni. Lui, un inseguitore passato alla strada, fu quell'anno un perfetto taxi-driver per Novales... E non è un caso, o forse è solo la coincidenza del destino, che nella esistenza 'da grande' avrebbe fatto lo chaffeur in livrea. Con l'eleganza del gesto che solo un pistard poteva esibire in naturale dote.


Gian Paolo PORRECA

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