Simoni attacca: il futuro del ciclismo è il fuoristrada

| 20/12/2006 | 00:00
Tutto esaurito e posti in piedi nella Sala Civica Comunale di Cavriana, grazioso centro delle Colline Moreniche del Garda, in provincia di Mantova, in occasione del convegno «Fuoristrada: presente e...futuro», organizzato dall’Amministrazione Comunale, svoltosi nella serata del 18 dicembre, a cui hanno preso parte l’olimpionica veronese Paola Pezzo, il campione trentino Gilberto Simoni, l’ex iridato ed attuale c.t. azzurro Hubert Pallhuber, gli ex professionisti Paolo Rosola e Roberto Bressan, l’ex tricolore marathon Marzio Deho, il vice campione del mondo Under 23 Tony Longo, Luca Gialanella, responsabile della redazione «ciclismo» de La Gazzetta dello Sport, Kurt Ploner, organizzatore della competizione marathon internazionale Dolomiti Superbike, il team manager e dirigente organizzativo Alex Obojes. Indiscusso mattatore della serata è stato Gibo Simoni, vincitore del campionato italiano marathon 2006 di mountain bike, che, fra l’altro, ha evidenziato la propria passione per il fuoristrada, precisando: «Il fuoristrada rappresenta il futuro del ciclismo. Senza nulla togliere al fascino agonistico dei grandi giri e delle classiche su strada, a causa del traffico sempre più caotico e delle strade sempre più intasate ritengo inevitabile un’exclation di successo per la mountain bike. Inoltre, essendo anche un padre, pur amando il ciclismo, non manderei mai i miei figli a pedalare su strada, bensì su un prato o su un viottolo di campagna, onde tutelare al massimo la loro sicurezza. Non solo, ma ritengo che sarebbe opportuno concentrare gli investimenti stanziati per la pista ed il ciclocross, due specialità ormai estinte, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, a favore del fuoristrada». Naturalmente, le dichiarazioni di Simoni hanno contribuito a vivacizzare il convegno. Infatti, l’ex professionista e pistard azzurro Roberto Bressan ha evidenziato la positività dell’attività su pista per affinare e completare il bagaglio tecnico-agonistico di un corridore, suggerendo proprio di prendere esempio dalla pista per il reclutamento e la specializzazione dei giovani, varando nelle varie province dei centri di avviamento al fuoristrada. E proprio una delle priorità settoriali individuate dai partecipanti al convegno è stata propria quella di varare al più presto un preciso e meticoloso programma giovanile, attraverso il coinvolgimento delle società di base, dei Comitati Provinciali e Regionali della Federazione Ciclistica Italiana, grazie anche ad un’ottimizzazione degli stanziamenti finanziari, diminuendo, per esempio, quelli a favore dei maestri di mountain bike. Inoltre, grazie al prezioso contribuito del giornalista Luca Gialanella,è emerso evidente che per poter acquisire spazi giornalisti e televisivi a favore della mountain bike è indispensabile avere campioni in grado di suscitare l’interesse mediatico, come ha fatto per lunghi anni l’olimpionica veronese Paola Pezzo. Non solo, ma il dibattito ha evidenziato la necessità d’incrementare le competizioni cross country, puntando alla valorizzazione delle manifestazioni off road, come avviene in Svizzera. I partecipanti al convegno si sono trovati tutti perfettamente d’accordo nel puntare sulla qualità degli avvenimenti off road, anzichè sulla quantità numerica delle manifestazioni attualmente programmate in Italia, molte delle quali, fra l’altro, hanno evidenziato gravi carenze organizzative e di pronto intervento e soccorso. Quindi, oltre alla valorizzazione delle manifestazioni, attraverso il contingentamento delle stesse, è indispensabile garantire la massima sicurezza ai partecipanti, annullando quelle competizioni che hanno palesato vistose carenze organizzative. Un convegno rivelatosi veramente costruttivo, e che, proprio per questo, ha catturato l’interesse del folto pubblico presente, contribuendo ad analizzare la situazione attuale del nostro settore fuoristrada, ma anche e, soprattutto, ad individuare una strategia operativa finalizzata al rilancio del movimento, grazie alla ricerca ed alla valorizzazione dei giovani, nonché alla riconquista di un ruolo di primaria importanza sulla scena agonistica internazionale, grazie anche ad una saggia ed oculata ripartizione delle risorse e degli investimenti.
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