PROFESSIONISTI | 30/05/2016 | 09:15 Mikel Nieve si è meritato un posto tra i grandi del Giro d'Italia: ha vinto la tappa di Cividale del Friuli, è arrivato secondo a Risoul battuto solo da Nibali e alla fine della sua fatica ha conquistato la magia azzurra di re degli scalatori. «Quando sono arrivato in Italia non mi aspettavo di poter ottenere tutto questo e sono molto contento del lavoro che ho fatto. Vincere questa maglia è stata una sorpresa per me: solo venerdì, quando ho visto che non ero molto lontano in classifica da Cunego, ho cominciato a pensarci. Certo, Damiano l'ha portata per quasi tutto il Giro, ma le corse sono così, basta guardare quel che è successo a Kruijswijk».
E ancora: «La mia condizione è andata in crescendo e nel finale sono andato davvero bene. L'esperienza mi insegna che se mi preparo bene e la salute è con me, posso stare davanti con i grandi. E anche la squadra è stata contenta di come sono andato».
Eppure al Giro è arrivato all'ultimo momento: «È vero e non mi aspettavo di andare tanto bene. In aprile ho lavorato senza pressioni, trascorrendo anche qualche giorno senza pedalare. Così in Italia ho trovato la condizione tappa dopo tappa. L'obiettivo della Sky era vincere il Giro con Landa ed è stato un colpo per tutti, il suo ritiro. Ma anche dopo il suo addio abbiamo dimostrato che la squadra era forte e ci siamo fatti onore».
Le vittorie di Nieve arrivano tutte in montagna: «È vero, ho vinto a Cotobello alla Vuelta 2010, a Gardeccia al Giro 2011, a Courchevel nel Delfinato 2014 e ora a Cividale del Friuli. Poche vittorie, ma tutte di grande prestigio. Sono contento, ma non mi accontento. Ora mi aspetta qualche giorno di riposo, poi comincerò a prepararmi per il Tour: sono nella preselezione, mi piacerebbe andare in Francia per affiancare Froome».
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