
Una cronometro nel Chianti è un brindisi al ciclismo. Parola di Mauro Vegni, che battezza la tappa da Radda a Greve con il nettare di Sangiovese. Perché “tappe come queste sono un valore aggiunto dell’Italia, oltre che del Giro”. Vegni si guarda intorno, alla partenza della cronometro individuale, e cerca le parole per descrivere “la bellezza di questi borghi medievali, incastonati tra filari di vigne. Questa è un’alta peculiarità del nostro Paese. Senza nulla togliere ad altri, ci sarà pur un motivo per cui gli inglesi parlano di ‘Chianti shire’, quando si riferiscono a questa zona”. Una contea sospesa in un mondo di fiaba, che rinnova la tradizione che ha visto negli ultimi anni Giro e Bacco seduti alla stessa tavola. “In ogni Regione si potrebbe fare uno stage di questo tipo. Ed è nostra intenzione proseguire su questa strada. Barolo, Montalcino”, gli esempi si possono sprecare. Ma quel che conta è che rappresentano uno spot formidabile per la Corsa Rosa. “Per il Giro, certo, ma ancor prima per il ciclismo. Come la tappa di ieri. Abbiamo bisogno di promuovere questo sport, in un mondo globalizzato come il nostro”. Crono del vino sì, insomma, ma acqua no. Intesa come quella che rischia di compromettere la crono di oggi. “Spero non piova, spero che il maltempo non condizioni la tappa odierna”, continua Vegni. “Ci sono corridori come Fabian Cancellara che partono distanti dai primi e in quattro ore le condizioni possono cambiare, condizionando notevolmente il risultato”.
Stefano Arosio