ARGENTIN. «Ciclismo italiano in crisi, occorre agire»

PROFESSIONISTI | 06/05/2016 | 07:35
Una volta che comprendi cosa significhi vincere un oro mondiale, come è successo per lui nel 1986 a Colorado Springs, capisci anche che mettere piede lassù ti dà l'onore ma anche l'obbligo di guardare le cose da prospettive diverse.

Per Moreno Argentin è sempre stato così. Lui che vanta anche un secondo e un terzo posto iridato, oltre che un Lombardia e un Fiandre e quattro Liegi. Argentin non è mai banale, né vuole permettersi di esserlo. E guarda verso il Giro d'Italia in culla con lo sguardo attento di chi, della corsa rosa, vorrebbe solo il meglio. "Eppure stupisce che sui 198 partenti, solo 53 siano italiani. Sono numeri che fanno impressione, perché spiace vedere il patrimonio italiano che non viene esaltato a dovere. Ma l'impossibilità di valorizzare il ciclismo tricolore evidenzia un problema politico-gestionale più ampio. In Italia spesso ci rendiamo conto di un problema solo quando ormai ne siamo sommersi, prima stentiamo quasi ad accorgercene".

Argentin non risparmia stoccate, ma si tiene lontano dalla polemica. "Del resto il contesto economico ha ricadute anche sul mondo dello sport, come è evidente E in questo mondo globalizzato ci si deve confrontare con multinazionali e sponsor internazionali. Significativo è anche il fatto che ci sia solo un top team italiano", continua Argentin, riferendosi alla Lampre. "Ma anche loro, per stare su un mercato come quello di oggi, si devono aprire a nuove frontiere ed esplorare nuovi orizzonti alla ricerca di atleti. Resta il fatto che in Italia la crisi è di vivaio ed è indubbio che abbiamo fatto un passo indietro, rispetto a quel che eravamo abituati a vedere qualche anno fa".

La cura per la guarigione, secondo Argentin, può arrivare solo dai "tanti soggetti importanti che possono tirare le fila. La Federazione, certo, ma anche Rcs. Dal Giro in giù si deve essere in grado di dare la direzione da seguire per uscire da queste difficoltà, ben consapevoli che anche il ciclismo soffre le difficoltà generali dell'economia. Non si tratta di dare colpe, ma di affidare responsabilità".

Stefano Arosio
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