Basso: ripartirò con gli obiettivi di sempre, Giro e Tour

| 02/12/2006 | 00:00
È un Ivan Basso nuovo quello che oggi è tornato a parlare dopo un lungo silenzo. È un Basso nuovo nella maglia (quella della Discovery Channel) e nelle motivazioni, ma classico negli obiettivi, che restano Giro d’Italia e Tour de France. «Mi sento finalmente tranquillo, dopo un mese di novembre che mi ha ridato certezze. Dopo aver firmato il mio nuovo contrattoo, ho potuto godermi qualche giorno di vacanza con la mia famiglia. Ho già ripreso ad allenarmi e domani volerò ad Austin, in Texas, per il primo raduno con la nuova squadra, un raduno durante il quale stileremo i programmi per il 2007. I miei obietttivi comunque resteranno quelli: rivincere il Giro d’Italia e conquistare il Tour de France». Com’è nato l’accordo con la Discovery? «Da tempo loro si erano interessati poi, dopo l’archiviazione del mio caso, ho rescisso il rapporto con la CSC e ho incontrato Bruyneel. Per le mie ambizioni, lavorare con Johan e con Armstrong è davvero quello che ci voleva». È vero, come ha detto Riis, che se avessi dato anche a lui la disponibilità a sottoporti all’esame del DNA forse sareste ancora insieme? «Io la disponibilità l’ho data alla Procura del Coni sin dal primo interrogatorio, non è questo il problema: Bjarne sa come sono andate davvero le cose e il DNA non c’entra. Vi chiedo: perché, dopo aver dato la disponibilità a sottopormi all’esame del DNA, avrei dovuto essere io a chiederlo ben sapendo che gli inquirenti spagnoli non lo avrebbero mai accettato. Anche su questo aspetto sono state scritte molte inesattezze». Oggi lasceresti il Tour come hai fatto il 30 giugno? «Probabilmente quel giorno non abbiamo fatto la cosa giusta, ma è stata una doccia fredda, c’è stato poco tempo per riflettere e alla fine ho fatto quello che mi ha suggerito il mio datore di lavoro». Questa vicenda ha leso la tua immagine? «Non credo, visto che sin dal primo giorno ho risposto a tutte le domande a testa alta, gridando a gran voce la mia innocenza. Ricordo che in quei giorni ci dicevano che in breve tempo avremmo avuto notizie del famoso dossier, in realtà i tempi si sono dilatati in maniera inaccettabile. E poi vi ricordo che sono staato piienameente assolto da due organi di giudizio che hanno indagato a fondo per più di due mesi». E i tifosi? «Corro da quando avevo sei anni, ho sempre vinto in ogni categoria, anche tra i professionisti sono cresciuto piano piano e con me è cresciuta la stima della gente nei miei confronti. Ne ho avuto prova in questi quattro mesi, quando uscivo ad allenarmi e potevo sentire la solidarietà di tutti coloro che incontravo, ciclisti e non». Il Giro di Germania dice di non volerti... «Me lo dicano in faccia, non su qualche sito...». E Bruyneel aggiunge: «Ci sono delle regole che tutti devono rispettare. Noi siamo nel ProTour come il Giro di Germania: sarà Basso a decidere se fare quella corsa o meno, non il Giro a decidere se vuole Basso». Ivan, come spieghi la presenza del tuo nome in alcuni documenti di Fuentes? «Innanzitutto il mio nome appare solo scritto a penna su un fax che non si sa nemmeno se sia stato inviato, poi di me si parla in terza persona. Per il resto fatico a darmi una spiegazione, perché in realtà una spiegazione non c’è, visto che non sono coinvolto in questa vicenda».
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