GIRO D'ITALIA. Baldini nella Hall of Fame. GALLERY

STORIA | 06/04/2016 | 11:37
Ercole Baldini entra oggi nella Hall of Fame del Giro d'Italia. Una cerimonia ufficiale, questa mattina a Milano, ha sancito il riconoscimento assegnato al grande campione di Forlì.
Ad accogliere gli ospiti intervenuti è stato il direttore de La Gazzetta dello Sport Andrea Monti che ha ricordato i 120 anni del giornale, celebrati proprio domenica con un'edizione speciale di colore verde: «Prima di Ercole nella Hall of Fame del Giro sono entrati Merckx, Gimondi, Moser e Roche: direi che Baldini si trova davvero in bella compagnia...».

Dopo il video dedicato, il conduttore dell'evento Andrea Berton ha dato la parola proprioa Baldini: «Ricordo quando andavo a scuola in bicicletta e incontravo Ronconi, Ortelli e Minardi che si allenavano. Cervavano di staccarmi ma non ci riuscivano e allora mi dissero "perché non corri?". Io tra la scuola e la bici scelsi quest'ultima. E alla fine penso di aver fatto qualcosa di buono».

Pier Bergonzi, vice direttore de La Gazzetta, ha spiegato poi l'unicità di Baldini nella storia del ciclismo: «Nessuno finora è mai riuscito a vinecre un oro olimpico, un mondiale e un grande giro. Bettini e Kuiper hanno vinto Olimpiade e Mondiale, solo Baldini ha vinto la maglia iridata, i Giochi e il Giro. E vi dico che se Baldini in quel favoloso 1958 avesse corso anche il Tour, forse l'avrebbe vinto...».

E il campione spiega: «È un dubbio che mi rimane. È il mio cruccio, soprattutto perché so cosa significa correre e vincere in Francia. All'epoca pensai: se non lo corro quest'anno, lo vincerò l'anno prossimo. Non è stato così e mi sono dovuto accontentare di essere l'ex vincitore di un Giro, l'ex vincitore di un oro olimpico, l'ex vincitore di un mondiale...».

L'intervento di Marino Bartoletti è permeato di forlivesità: «Baldini è stato il mio secondo step nel ciclismo dopo Bartali e Coppi. Ricordo alla perfezione il 1956 perché è stato l'anno di svolta della mia vita. Nel settembre di quell'anno, quando lo vidi apparire in maglia iridata su una cabriolet che ha fatto il giro della città, ho capito cosa significa essere la gloria di un Paese. Ero sotto il balcone di Piazza Saffi quando uscì Ercole accolto dal boato della folla: l'ultimo a farlo era stato Benito Mussolini. Capii chiaramente in quel momento che l'Italia era davvero cambiata».

Curioso l'episodio raccontato da Vittorio Adorni: «Quando vinsi il Mondiale, venni invitato per una serie di circuiti in Francia. Ma la maglia di campione del mondo non ha le tasche e al maglificio della mia squadra serviva qualche giorno per produrre le maglie. "Ci penso io" mi disse Ercole. E mi diede le sue maglie iridate, così io ho potuto correre i circuiti senza problemi».

Ad accompagnare Baldini, un pullman organizzato da Raffaele Babini, colonna portante delle corse RCS e forlivese di nascita: della comitiva hanno fatto parte tra gli altri, oltre ai familiari di Baldini, il sindaco di Forlì Davide Drei e l'assessore allo sport Sara Samori, il sindaco di Massalombarda Daniele Bassi e tanti ex corridori come Guido Neri, Franco Magnani, Vittorio Chiarini, Gino Maioli, Giovanni Cavalcanti, Gilberto Vendemmiati, Renato Laghi, Domenico Muccioli, Giovanni Fabbri, Walter Gorini, Ercole Gualazzini, Luciano Armani ed Emilio Casalini.

a cura della redazione di tuttobiciweb
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COMMENTI
Adesso vorrei
6 aprile 2016 18:56 canepari
farvi capire in due parole chi è Ercole Baldini: è un “signore” un “galantuomo”. E tra i tanti interventi che ci sono stati, da come ho potuto leggere, nessuno ha sottolineato questo aspetto. Chi ha parlato di “forlesività”…e Mussolini, chi ha prodotto il palmarès e la “triplete”, chi ha organizzato gli spostamenti. Nessuno ha parlato dell’uomo-Baldini…. E della sua sensibilità. Per dirvi: una “nullità ciclistica”, come posso essere io, è andato a trovarlo 4 anni fa nella sua villa. Ercole dopo due minuti e dopo aver capito la passione che mi animava, ha aperto le porte del museo personale ma soprattutto le porte della sua anima e dei suoi ricordi e si è intrattenuto con me, perfetto sconosciuto, per oltre due ore. A ‘sto punto direi che sono Merckx, Gimondi, Moser e Roche a trovarsi in buona compagnia con un UOMO così…..

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