MARECZKO, VOLATA PAPALE

PROFESSIONISTI | 26/03/2016 | 17:34
CREVALCORE (BO) Habemus papam. Con una volata papale, Jakub Mareczko, Kuba per gli amici, ha conquistato la sua prima vittoria italiana dopo 15 all’estero (quattro in Venezuela e nove in Cina nel 2015, una in Argentina e una in Malesia nel 2016) grazie a 200 metri strapotenti ed esplosivi sullo stretto rettilineo di via del Papa, omaggio stradale all’antico legato pontificio. Protetto alla ruota dal compagno Manuel Belletti, il supercompatto velocista polacco-italiano (è nato in Polonia, a quattro anni è venuto con i genitori in Italia, e non ha dubbi: se convocato nell’Under 23 correrebbe con la maglia azzurra anche al Mondiale) è risultato irraggiungibile anche per Mattia Gavazzi e per il greco Ioannis Tamouridis, secondo e terzo.

Tappa solare, fuga prevista (a sette), gruppo compatto all’ultimo giro dei 10 giri del circuito cittadino (il recupero finale, irresistibile, è stato quello del campione del mondo dell’inseguimento Filippo Ganna), poi l’assolo del piccolo grande Mareczko.

Sulla corsa: “L’abbiamo fatta tutta davanti, controllando e gestendo. Fin dalla riunione di stamattina si era d’accordo che io avrei fatto la volata e Belletti mi avrebbe aiutato. Conoscevo l’arrivo e sapevo che sarebbe stato adatto a me. All’ultimo chilometro mi sono portato davanti, Manuel si è messo alla mia ruota per proteggermi, e sono partito ai 200”. Sugli avversari: “Temevo Pelucchi e la Nazionale a sua disposizione. Poi Chicchi, Gavazzi e Palini, con cui ho ingaggiato tante volate all’estero”. Sugli altri avversari: “Tanti e forti, da Kittel a Gaviria”. Sulla vittoria: “Solo adesso penso che è la prima in Italia. Me la chiedevano in tanti, come se le altre valessero meno. La dedico alla squadra e alla mia famiglia, che qui è venuta in massa: il papà e la mamma, i nonni, anzi, è la prima volta che il nonno Nino, 92, mi viene a vedere tra i professionisti, anche la famiglia della mia ragazza”. Su di sé: “Lo scorso anno ho lavorato - anche 18 tappe fra due corse in Cina – per poter affrontare un grande giro. Perché l’importante, almeno per me, non è migliorare in volata, ma migliorare in salita per poter disputare le volate”. Sul programma: “La Tre Giorni di La Panne, poi Scheldeprijs, quindi ci sarebbe il Giro di Turchia, ma forse le cose cambieranno”. Sugli obiettivi: “Il Giro d’Italia, a cominciare dalle prime tappe, quelle olandesi, piatte. Ho altri 40 giorni per crescere ancora, anche se là il livello sarà più alto”. Sui suoi eroi: “Più che i velocisti, un corridore da classiche come Fabian Cancellara”.

Domani quarta e ultima tappa della Settimana internazionale Coppi e Bartali, da Pavullo a Pavullo (la patria di Meo Venturelli), 170 chilometri e tre gran premi della montagna, e una classifica generale (in cima il russo Sergey Firsanov) ancora da giocare. Se il papa – Mareczko – c’è, il re della corsa dev’essere ancora trovato.

Marco Pastonesi


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