UCI vs ASO, il braccio di ferro continua

POLITICA | 25/01/2016 | 07:33
Brian Cookson, presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale (UCI) è tornato a parlare durante il Tour Down Under e ha affrontato un fuoco di fila di domande sulla decisione presa da ASO di non iscrivere le proprie gare all’UCI World Tour nel 2017: di fatto Tour de France, Vuelta Espana, Parigi-Roubaix, Delfinato, Freccia e Parigi-Nizza resteranno fuori dal circuito.

«Non sono in guerra contro la ASO - ha detto Cookson -. L'UCI ha imboccato da tempo questa strada, abbiamo trascorso gli ultimi due anni a parlare intensamente con ASO e con tutte le parti interessate».

In realtà una guerra c’è, ed è una guerra di potere e diplomazia. Una guerra fredda che spacca il mondo del ciclismo e che preoccupa anche le squadre: qualcuno infatti rischia di non correre il Tour. Il fatto è che una corsa di Hors Categorie (HC) come saranno il prossimo anno quelle di Aso, potrà avere al via al massimo il 70% delle formazioni WorldTour, il che significa un massimo di 15 su 18.

Senza la partecipazione garantita alle gare ASO, i team World Tour si scoprono incerti sul loro programma di corse e temono di vedere indebolita la loro posizione nei confronti degli sponsor.

Cookson è comprensibilmente preoccupato dalla vicenda, perché l'UCI ha bisogno degli eventi ASO ed il World Tour è notevolmente indebolito senza quelle gare.
Lo scontro si concentra sulla proposta di licenza triennale bloccata per le squadre, che ad Aso non piace perché non lascia alcuno spazio aperto al valore sportivo dei team.

«Non mi pare un grosso problema, perché i team continueranno ad essere valutati su base annuale, secondo criteri economic, etici e anche sportivi. La nostra idea è quella di permettere alle squadre di avere una maggiore stabilità finanziaria: un solo anno  di licenza favorisce l'instabilità e la debolezza delle squadre». Ma questa scelta ad Aso continua a non piacere e da qui la frattura.

Quale sarà l’importanza dell'UCI World Tour senza le gare ASO?
«Non è possibile pensare al WorldTour senza eventi ASO - sostiene Cookson che continua a fare sfoggio di grande equilibrio - perché sono tra i più grandi e migliori eventi. Quindi noi vogliamo che rientrino».

James Raison
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