CHIABOTTO. «Bici, amore mio»

TUTTOBICI | 27/12/2015 | 08:20
Stella delle stelle nella Notte degli Oscar tut­toBI­CI è stata Cristi­na Chiabotto, donna di spettacolo che ormai conosce molto bene il mondo del ciclismo, anche per essere stata quest’anno ma­drina del Giro d’Italia.

«Ho avuto la possibilità di avvicinarmi al mondo del ciclismo agonistico proprio grazie alla corsa rosa. Nel 2014 ho assisitito ad alcune tappe come testimonial di Oxfam, charity partner dell’evento impegnato in oltre 90 Paesi del mondo, che durante le tre settimane di gara ha promosso un’importante campagna dal titolo “Con le donne per vincere la fame”. Per l’edizione 2015 so­no stata felicissima di essere la ma­drina del Giro e all’inizio del mese di ottobre è stato davvero un onore per me presentare l’annuncio del percorso 2016 in una cornice unica come Expo Milano con il direttore de La Gazzetta dello Sport Andrea Monti» racconta Miss Italia 2004, seduta al tavolo con i grandi del ciclismo di ieri e di oggi.

Piemontese, classe ’86, bella e sempre sorridente, Cristina rivela che il suo legame con le due ruote parte da lontano.
«Da bambina ricordo solo che ci ho messo un po’ a trovare il giusto equilibro per andare in bici senza rotelle, sarà forse perché sono molto alta ma facevo davvero fatica; crescendo per fortuna sono migliorata (ride, ndr). Io pedalo soprattutto nel tempo libero. Nella vita sono un po’ una zingara, non sto mai ferma più di tre giorni nello stesso posto, ma rubo del tempo per me stessa e per i miei interessi. Andare in bici è un’attività che consiglio a tutti, permette di mantenersi in forma e scoprire nuovi paesaggi, pedalando  con il proprio ritmo e in modo unico. A me, pedalare fa sentire libera. Ora che il grande Ernesto Colnago mi ha regalato una bellissima city bike prodotta nelle sue officine, trascorrerò ancora più volentieri il tempo in sella».

E aggiunge: «Le due mie esperienze al Giro so­no state diverse: nella prima ero presente per uno scopo benefico mentre nella seconda sono stata coinvolta in veste più ufficiale, ma di entrambe custodisco bellissimi ricordi».
Grande appassionata di calcio e juventina sfegatata, ha scoperto nel ciclismo un nuovo amore. Non le resta quindi che continuare a pedalare.

«Lo definirei un amore in crescita per tutto l’ambiente. I corridori sono di­sponibilissimi, molto più di atleti che praticano altri sport, e il pubblico è davvero caloroso. Mi ha colpito l’umiltà dei grandi campioni, penso per esempio a Fa­bio Aru che è stato premiato con l’Oscar nel corso della vo­stra festa, così come l’affetto della gen­te nei loro confronti e di tutta la carovana. Questo rapporto stretto è una pe­cu­liarità di questo sport, accessibile a tutti e che va in scena sulle strade a stretto contatto con i tifosi. Durante l’ultimo Giro, vivendo le tappe (a mo­do mio), ho davvero avvertito l’impagabile sensazione di far parte di una nuo­va famiglia».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di dicembre

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