PROFESSIONISTI | 12/12/2015 | 20:23 La notizia era nell'aria e non è per niente piacevole. Non c'è certamente né da festeggiare né tantomeno da stappare bottiglie di champagne. Alla fine del 2016 la Tinkoff lascerà il ciclismo. Non è una indiscrezione e nemmeno un rumors, ma è quanto il numero uno del team, Oleg Tinkov ha dichiarato a cyclingnews
Prima dell'intervista il banchiere russo ha comunicato la sua decisione al team. L'amministratore delegato della Tinkoff, Stefano Feltrin, è al lavoro per trovare nuovi sponsor e un nuovo proprietario. Tutti i contratti dei corridori scadono alla fine del 2016 ad esclusione di quelli di Peter Sagan e Rafal Majka che terminano nel 2017.
«Il 2016 sarà l'ultima stagione nel ciclismo per me e per la banca Tinkoff - ha spiegato Tinkov -. Ci sono due ragioni per le quali lascio: la prima è che la banca Tinkoff ha sponsorizzato per cinque anni (la proprietà piena del team è dal 2014, ndr) e dal punto di vista del marketing è abbastanza. Abbiamo deciso di spostare la nostra pubblicità sulle tv». Ma poi aggiunge amaro: «L'altra parte della mia decisione è più complessa.Ho capito che nessuno vuole lavorare con me per cambiare il modello di affari di questo sport. Negli ultimi tre anni ho provato a combattere con l'Aso (la società organizzatrice di Tour e Vuelta, ndr) e l'Uci, ho cercato di trovare nuove fonti di reddito ma nessuno mi ha veramente supportato. È abbastanza semplice risolvere i problemi del ciclismo. Servono licenze di cinque anni, non di tre (riferito alle WorldTour come nella proposta di riforma, ndr). Abbiamo bisogno di un mercato come quello calcistico in modo che se voglia vendere Peter Sagan possa farci del denaro. Nessuno ha una visione strategica, tutti hanno un orizzonte di 12 mesi».
Che Tinkoff sia simpatico a molti come una una pustola in un occhio, lo sappiamo tutti ma credo che sia davvero uno dei pochi, o forse l'unico, che abbia una visone del ciclismo come 'business' a livello davvero manageriale. Sono dalla sua parte quando dice che bisogna far girare il ciclismo come il calcio e la formula 1, cercando cioè di alzare il livello di interesse a livello di media e soprattutto di giro d'affari. I diritti tv darebbero una vera spinta a questo sport che soffre tantissimo della mancanza di sponsor e ogni anno se ne trovano sempre di meno. Personalmente credo che il valore commerciale di Sagan, tanto per fare un nome, sia molto superiore a molti calciatori di serie A che guadagnano più di lui. Per quanto riguarda la visione di 12 mesi, per conto mio, molti nel ciclismo non vedono oltre il loro naso. Purtroppo.
Per il ciclismo
13 dicembre 2015 17:19IngZanatta
E\' comunque una brutta notizis
14 dicembre 2015 11:43foxmulder
Mi taglierei quanto ho di più caro pur di dare torto a Tinkoff che, come qualcuno ha scritto, mi è simpatico come una pustola in un occhio, però accidenti se ha ragione invece...
La rendita di posizione di ASO, in particolare, è davvero anacronistica se si considerano gli incrementi di costo cui devono far fronte i team professionistici e che sono, obiettivamente, difficili da scaricare solamente sulle spalle degli sponsor. O si comincia ad entrare in un'ottica di revenue sharing o ci si ritroverà davvero con due squadre Pro Tour...
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